Ambientalisti e Osservatorio contro l’Ospedale Unico a Vadò chiedono un incontro in Regione
L’Osservatorio per la realizzazione dell’ospedale unico ASL TO5 e le associazioni ambientaliste Italia Nostra Piemonte, Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Pro Natura Piemonte, Comitato per il Torinese del Forum Salviamo il Paesaggio e Movimento Stop al Consumo di Territorio Astigiano espongono in una lunga missiva indirizzata alle autorità interessate le loro perplessità sul sito individuato dalla Regione Piemonte per la realizzazione dell’Ospedale Unico, richiedendo un incontro urgente con gli assessori proponenti la Delibera di Giunta Regiornale n° 40-4084 del 17/10/2016 , alla presenza dei tecnici che hanno partecipato alle indagini per l’individuazione della location, oltre che dell’assessore all’agricoltura, che non è stato coinvolto – da parte della Regione – nella decisione.
La lettera espone una lunga serie di doglianze: “I terreni su cui dovrebbe sorgere l’ospedale sono destinati all’agricoltura; essi, come si può verificare dalla Carta di capacità ed uso dei suoli, appartengono alla Classe seconda di fertilità. Sono terreni prevalentemente utilizzati per coltivazioni di pregio (orticoltura) ma anche per un uso cerealicolo-foraggero” e l’insediamento dell’ospedale “potrebbe determinare una discontinuità nella attività agricola tale da compromettere il futuro delle attività agricole della intera zona”. Quanto alla proposta di compensazione avanzata dal Comune di Moncalieri “la costruzione di un ospedale prevede una incomparabile ed estesa impermeabilizzazione di suolo; e anche qualora si dimostrasse che è l’ unica area idonea per ubicare l’ opera di interesse pubblico, la compensazione indicata è difforme in quantità e qualità da quanto previsto dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTC2) approvato dal Consiglio Regionale il 21/07/2011 al fine di evitare nuova impermeabilizzazione di suolo”.
Non solo consumo di suolo agricolo, ma anche il rischio di allagamento ed esondazioni che negli anni hanno funestato l’area. Rischio che “viene peraltro certificato dalla cartografia di cui alla Variante 15 al PRGC del Comune di Moncalieri, ed anche posto in evidenza da alcuni studi compiuti da geologi nella zona, nonché dai recenti eventi verificatisi nella terza decade di novembre 2016”.
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Rischio ambientale, per la presenza in prossimità di aziende “che trattano sostanze pericolose. A meno di 150 metri dal sedime individuato per l’ospedale vi sono due aziende produttrici di vernici e sostanze tossiche; una di queste è citata nell’Inventario Nazionale degli Stabilimenti Suscettibili di causare Incidendi Rilevanti” e problematiche derivanti dalla presenza la presenza di tralicci per l’alta tensione: “Gli elicotteri devono poter sorvolare ed atterrare senza che tralicci imponenti e fili della alta tensione lo impediscano o interferiscano. La presenza di questa ragnatela di cavidotti sospesi ad altissima tensione potrebbe pregiudicare anche il funzionamento dei sempre più sofisticati strumenti ad onde elettromagnetiche e sonore necessarie all’interno dei reparti diagnostici e di sala operatoria”.
Ed ancora appunti sul metodo di scelta, effettuata senza la dovuta condivisione con la popolazione ed i comitati di cittadini, e problemi di viabilità con “il possibile incremento di traffico veicolare nelle vie del centro di Trofarello dove sono ubicate le scuole” e l’imbuto di “un solo cavalcaferrovia per accedere (direzione nord-sud) all’ospedale”.
Concludono i firmatari della missiva: “Riteniamo che la Regione Piemonte, in concorso con tutti i comuni dell’intera ASL TO5 e della città Metropolitana, debba rivedere al più presto la posizione espressa con la deliberazione regionale più volte citata, per aderire maggiormente ai principi espressi dalle molte norme in materia, coinvolgendo le associazioni ambientaliste firmatarie di questa nota e l’Osservatorio costituito dai cittadini di molti comuni di questa ASL, allo scopo di individuare le aree più idonee per la localizzazione del nuovo ospedale della ASL TO5″ richiedendo pertanto un incontro urgente in Regione, e sottolineando come “due su tre dei comuni sede di Ospedale e firmatari del protocollo d’ intesa siano tutt’ altro che “concordi” con la scelta attuale”.