8 dicembre: in tutto il mondo si ricorda l’inizio dell’Opera Salesiana
In tutto il mondo salesiano, il giorno dedicato alla Festa dell’Immacolata è un giorno speciale. È il simbolico inizio delle opere di don Bosco. Nel 1841, infatti, novello sacerdote, si recava a celebrare la Messa nella Chiesa di San Francesco d’Assisi a Torino, quando si imbattè in un giovanotto in fuga dal sacrestano che, armato di ramazza, voleva picchiarlo. Le urla dell’uomo si sentivano da lontano: “Bestione che non sei altro, vieni qui che ti sistemo io!” Don Bosco, impietositosi di quel ragazzo, lo salvò dall’Ira del sacrestano: “È mio amico, lo lasci stare…” e iniziò a porgli molte domande per comprendere chi fosse e da dove venisse. Bartolomeo Garelli, così si chiamava, era un orfano e veniva da Asti in cerca di lavoro, non era istruito, non conosceva neanche le preghiere. L’unica cosa che sapeva fare era fischiare. Valorizzando questa sua unica competenza, don Bosco se lo fece amico, gli insegnò l’Ave Maria e iniziò così la sua opera educativa. In ogni oratorio od opera salesiana del mondo, il giorno dell’Immacolata, alle 12, si recita in ricordo di questo episodio la stessa preghiera. È il cerchio mariano, un ideale girotondo attorno al nostro pianeta, per dire che l’opera educativa salesiana continua riconoscente al suo fondatore e alla Madonna che lo ha accompagnato. A Torino, è stata celebrata una messa in quella stessa Chiesa ed anche a Chieri, nelle due comunità salesiane di San Luigi e Santa Teresa si é recitata quella famosa Ave Maria.
Monica Roncari