Asti. I 40 anni della “Divota cumedia” venerdì 23 dicembre al Teatro Alfieri.
Compie 40 anni il “Gelindo” di Luciano Nattino: debuttò al Teatro Alfieri di Asti nel 1977 e venerdì 23 dicembre alle 21 la compagnia “originale” lo proporrà nello stesso teatro. Il testo di Nattino si ispira alla “divota cumedia” della tradizione monferrina, che racconta le vicende del pastore arrivato per primo alla capanna di Gesù. Una narrazione antica, che in questa versione si alleggerisce, arricchendosi di spunti comici, ma lasciando inalterata la poesia della storia nel delineare i caratteri dei vari personaggi dell’ingenua famiglia di pastori, alle prese con il miracolo della Natività e con il soprannaturale. Elementi lontanissimi dalla vita quotidiana delle campagne piemontesi. Un contrasto incarnato perfettamente nelle riflessioni del protagonista, il diffidente e ottuso Gelindo, che non riesce del tutto a farsi affascinare dal miracolo della nascita di Gesù.
Oltre alla trama dello spettacolo, è intrigante pure la storia dell’origine di questa commedia e dei suoi interpreti, a volte “intercambiabili” in vari ruoli, oggi con qualche capello bianco in più ma ancora tanta voglia di divertirsi e offrire emozioni al pubblico. “Nelle varie parti – racconta il protagonista Adriano Rissone – si sono alternati gli attori della compagnia Brofferio e poi di tante altre compagnie astigiane, dalla Baudetta agli Acerbi, solo per citarne alcune”. E gli interpreti stessi negli anni hanno cambiato più volte ruolo, come Anna Roero, oggi Alinda (nel debutto era la straordinaria Gina Giannino) e prima ancora la Madonna e Aurelia. “ Gelindo fu l’indimenticabile Tino Perosino – prosegue Rissone – ma a caratterizzare lo spettacolo è stato Emanuele Pastrone, il servo Maffè, poi sostituito da Aldo Cabodi e da Giglio Grasso”. Un passaggio di testimone che ha anche risvolti curiosi: nei primi anni di repliche era difficile trovare ad Asti extracomunitari disposti ad interpretare i Re Magi e allora il Re moro era un attore astigiano con la faccia tinta di nero. Poi vennero marocchini (Rashid e Samoud), Miri e Hasan (attore albanese giunto ad Asti con i grandi sbarchi degli Anni ’90), per arrivare a Mamadou Seck, attuale Mago moro, che strappa risate con la sua personale interpretazione del dialetto piemontese e nella vita vera è il marito della Madonna (Emanuela Cavallo) e padre della piccola Amanda, che guida gli angioletti. Storie intrecciate di decine di persone e attori. Impossibile nominarli tutti. “E tanti purtroppo ci hanno prematuramente lasciato” ricorda ancora Rissone.
Una menzione a parte meritano le iniziali scenografie di Antonio Guarene e la collaborazione degli Arliquatu. C’è poi la Corale Musica dulce diretta da Rosalba Gentile: alcuni componenti non hanno mai mancato un appuntamento in questi quarant’anni, passando insieme alla compagnia, dalle chiese dei piccoli paesi, agli asili, alle case di riposo, ai più importanti palcoscenici piemontesi, come il Teatro Nuovo di Torino. La sera del 23 insomma, sarà un omaggio ai 40 anni di storia del Gelindo, all’autore e primo regista Luciano Nattino e all’astigianità della storia. “Stiamo invitando tutti gli attori che si sono alternati nelle varie parti – spiega la compagnia – per ritrovarci insieme sul palco che ci ha visto iniziare la lunga e straordinaria avventura della nostra fiaba di Natale”.
L’intero incasso della serata sarà devoluto in beneficenza. Ingresso a offerta libera con ritiro di contromarca presso la biglietteria del Teatro Alfieri dal martedì al venerdì dalle 10 alle 17.
Info: 0141/399057 – 399040.