PIEMONTE ARTE: VIGLIONE, MALFATTI, GIACONE, BENE VAGIENNA, RACCONIGI

LA TORINO ROMANTICA DI RAUL VIGLIONE

La Torino romantica di Raul Viglione emerge dalle tele esposte alla Biblioteca Nazionale Universitaria, in piazza Carlo Alberto 3, nella mostra che s’inaugura giovedì 2 febbraio, alle 17,30.

Un’occasione per cogliere i momenti del percorso pittorico di Viglione da sempre caratterizzato dall’interpretazione della natura, di un paesaggio immerso nella luce atmosferica, di luoghi legati alla Torino di fine Ottocento e del primo Novecento.

Una realtà rivisitata con un tratto rasserenante, con un colore controllato e un’impostazione che richiama l’attenzione del pubblico e dei collezionisti.

Vi è nei suoi quadri il fascino di una nevicata nel pieno centro di Torino, con sullo sfondo Palazzo Madama e la Mole Antonelliana,

mentre due figure attraversano la strada sotto l’ombrello.

Presente alle mostre del Circolo degli Artisti, del Piemonte Artistico Culturale e della «Promotrice» al Valentino, Viglione dipinge all’insegna di una coerente definizione degli scorci di un un paesaggio urbano delineato con misura, con la volontà di fissare grandi e frondosi alberi, prati, palazzi storici, antichi tram, in una sorta di piacevole racconto tra passato e presente, tra una fiabesca visione del territorio e il verde di una annunciata primavera.

Angelo Mistrangelo

BIBLIOTECA NAZIONALE UNIVERSITARIA, piazza Carlo Alberto 3, orario:lun.- ven.10-18, sab.10-13, sino al 20 febbraio.

 

 

TORINO, “SCATTI MATTI” MOSTRA DI GABRIELLA MALFATTI

a cura di Valter Giuliano

SPAZIO PROGETTI ART Via Sacchi, 26/F – Torino dal 4 febbraio 2017 al 29 febbraio 2017 orario da lunedì a sabato ore 16.00 – 19.00 inaugurazione sabato 4 febbraio ore 18.00 – 21.00

“Nei suoi lavori – scrive Valter Giuliano, curatore della mostra – è racchiusa tutta l’ energia contagiosa, la voglia di vivere con intensità il tempo che è concesso a lei, come a ognuno di noi. Gabriella è fatta così e i suoi quadri riflettono, come uno specchio, la verità del suo essere e del suo esistere. Che diventano segni di intensa comunicazione. Gesti che conservano l’energia del momento in cui sono stati generati. Che lasciano stupita anche l’artista. I cavalli lanciati, criniere sconvolte dal vento, nella corsa di libertà, prorompenti galoppate che rompono ogni immaginario confine, foss’anche quello di ipotetiche cornici. O i piccoli universi delle città che ama e frequenta, sospesi in un tempo inventato tra realismo architettonico e immaginario creativo, con i quali affronta scorci e monumenti interpretandoli con la leggerezza che offre la possibilità di distorcerli, spezzarli, ricomporli, enuclearne particolari espressivi o allusivi per distillarne l’essenza e il messaggio… Libertà oltre ogni schema, gioioso desiderio di affermare la forza interiore, esplodendo all’esterno tutto ciò che vorrebbe comunicare. La società, con le sue regole, non sempre lo permette. Allora le libertà occorre ricercarsele, costruirsele. Ognuno di noi può trovare la strada su cui inseguire gli istinti e le passioni che porta dentro si sé. Gabriella lo fa in maniera allo stesso tempo vitale e rispettosa, esplosiva e condivisibile, dissacrante e classica. A volte irriverente, com’è nella sua natura più profonda. Riflette e sperimenta le possibilità che ha accumulato dentro si sé e le manifesta, con estro e perizia, nelle opere. Che per questo hanno un timbro di autentica unicità, sono sicure, rivelatrici di un messaggio a volte inquietante ma pur sempre rassicurante. In questa mostra Gabriella Malfatti rivela un ulteriore aspetto della sua personalità e ci invita a intraprendere un percorso che ci riporta non solo agli schemi figurativi – espressi con la rigorosa tecnica che ne rivela il severo percorso di formazione e la riconosciuta, collaudata, maestria tecnica – ma alle contaminazioni che la incuriosiscono da sempre ed esaltano le strade interpretative delle sua arte. Trova così, sempre, nuove fonti di ispirazione che soddisfano la sua ricerca e svelano l’ampio immaginario che ne ha connotato e ne guida l’esistenza. Attingendo a questa mai sopita esigenza di indagare il futuro, lasciandosi coinvolgere da tutte le prospettive che la vita le offre, l’artista ha sentito l’esigenza di partecipare le nuove esperienze in questo incontro nel quale ci restituisce i frutti più recenti del suo stupore di esploratrice dei confini delle infinite e multiformi occasioni che l’arte concede per comunicare e raccontare ogni istante della preziosa consapevolezza del vivere. È regalo impagabile che, una volta di più, rende onore all’espressione artistica come momento di generosità nei confronti dell’intera comunità, non solo artistica. Dono che aiuta ognuno di noi a conoscere, magari a interrogarsi per ri-conoscersi. Ai lavori che ne hanno, da sempre, definito il timbro poetico, Garbiella Malfatti aggiunge qui una interessante esplorazione dei confini tra indagine figurativa ed espressione fotografica.”

 

RIVOLI, CLAUDIO GIACONE ESPONE ALLA CASA DEL CONTE VERDE

Alla Casa del Conte Verde, in via Fratelli Piol 8 a Rivoli, s’inaugura venerdì 3 febbraio, alle 18, la mostra di Claudio Giacone sul tema «Risveglio. La pittura non morirà.

Un titolo che richiama l’attenzione su opere legate al mondo della pubblicità, ai grandi cartelli presenti lungo le strade di maggior scorrimento, nei parchi e dinanzi alle pensiline delle fermate dei «Bus».

Manifesti che oscurano il paesaggio e la natura e, contemporaneamente, ricordano musei, circhi equestri e paesaggi tropicali, mentre rievocano l’«Expo 2015» in una sorta di racconto per immagini.

E dopo la precedente personale intitolata «Ultime notizie», corredata dai testi di Francesco De Bartolomeis e Bruna Bertolo, che parla della sua «capacità di leggere il mondo circostante e di saperlo rappresentare», questo appuntamento mette in luce dipinti come «Piano di lavoro», dedicato a Giacomo Soffiantino, o «Due scatti polaroid» o, ancora, «A tutta pagina». Una ricerca, quindi, all’insegna della visione di una realtà trascritta in pagine «stropicciate», in spazi-luce da cui emerge un «Alfabeto dei colori», con la lettera «O», e la poetica interpretazione di «Oltre la vetrata». E l’incanto dei bianchissimi ghiacciai, degli azzurri e di una mareggiata, costituiscono altrettanti aspetti di questa rassegna che evoca «segni liberi», forme, manifesti strappati dal tempo, ma – suggerisce Claudio Giacone – «niente arresta il nostro sguardo» quando si legge: «A Dio/ sazia questa sete/ di bellezza che il/ mondo sente/ manda grandi artisti/ a plasmare l’Arte».

                                 Angelo Mistrangelo

RIVOLI, Casa del Conte Verde, via Fratelli Piol 8, orario:mar.- ven.15-19, sab. e dom.10-13/15-19, tel.011/9561043, sino al 26 febbraio.    

 

 

MOSTRA DI VERA QUARANTA E GIUSEPPE GROSSO A BENE VAGIENNA

Nella suggestiva cornice di Casa Ravera, in via Vittorio Emanuele 43 a Bene Vagienna, è aperta la mostra «Le ali del mito: dialogo intimo tra Vera Quaranta e Giuseppe Grosso», a cura di Livio Girivetto Mensio.

Organizzata dall’Associazione Culturale Amici di Bene-Onlus, la rassegna propone un panorama dell’esperienza dei due artisti, che fluisce attraverso a un itinerario che mette in evidenza tecniche e soluzioni espressive capaci di rappresentare gli aspetti di una vicenda scandita da momenti che rivelano la propria e segreta identità.

Di Grosso sono presenti una trentina di lavori, tra dipinti e incisioni, che sottolineano il clima di una pittura legata al paesaggio della Maremma laziale, alle nature morte e al fascino della luce che accende i colori in una sorta di viaggio all’interno della natura, dei sentimenti, delle quotidiane sensazioni.

Ogni segno, ogni controllata composizione, ogni soggetto profondamente amato, costituisce il «corpus» di una narrazione mai scontata, ma sempre frutto di una meditata visione e interpretazione della realtà circostante.

In questo ambito, la moglie Vera Quaranta, allieva di Italo Cremona all’Accademia Albertina, affida a diciannove raffinate ceramiche, ispirate ai personaggi dell’Iliade, l’essenza di un modellato dalle linee armoniose e calibrate.

La materia assume, in questo caso, una propria e indiscutibile valenza, un valore assoluto e assolutamente determinante nel restituire all’osservatore le sottili emozioni che presiedono al linguaggio dell’artista torinese. Un linguaggio attentamente analizzato da Andrea Balzola:«..ama stare sulla soglia tra mito e memoria, antico e moderno, astratto e figurativo, sperimentale e tradizionale…». Entrambi hanno operato e operano presso l’Associazione Culturale «Gli Argonauti».

BENE VAGIENNA, Casa Ravera, Vera Quaranta e Giuseppe Grosso, orario:festivi 10-12/15-18, sabato 15-18, prenotazioni visite Ufficio Turismo tel.0172/654969, sino al 17 aprile.  

 

 

RACCONIGI, “COME FIORI NEL VETRO”

“Come fiori nel vetro” Allestimento al castello di Racconigi in ricordo degli ebrei deportati e ispirato al coraggio della giovane polacca Irena Sendler A cura di Progetto Cantoregi per il Giorno della Memoria

Inaugurazione: venerdì 27 gennaio 2017, ore 18 Allestimento fino a domenica 19 febbraio 2017 Castello di Racconigi – Salone d’Ercole (Via Francesco Morosini, 3)

357 nomi di ebrei deportati dal Cuneese ad Auschwitz nel 1943, ciascuno conservato simbolicamente all’interno di 357 barattoli di vetro, proprio come fece la polacca Irena Sendler con i nomi dei 2500 bambini ebrei di Varsavia che riuscì a salvare dalla morte. Per ricordare le esistenze di queste 357 vite spezzate e rendere omaggio a tutti i deportati e al coraggio della giovane Sendler, in occasione del Giorno della Memoria Progetto Cantoregi cura l’allestimento scenico “Come fiori nel vetro” al Castello di Racconigi (che promuove l’iniziativa).

“Come fiori nel vetro”, il cui titolo rimanda alle esistenze che la memoria riporta alla vita, inaugura venerdì 27 gennaio 2017 alle ore 18 nel Salone d’Ercole del castello di Racconigi (prenotazione obbligatoria, ingresso libero). Sarà visitabile fino a domenica 19 febbraio. Orari: da martedì a domenica dalle ore 9 alle 18. Al Salone d’Ercole si accede con il biglietto di ingresso al castello (5 euro). “Come fiori nel vetro” è un suggestivo allestimento scenografico con 357 barattoli di vetro che custodiscono al loro interno i nomi degli ebrei italiani e stranieri deportati ad Auschwitz il 21 novembre 1943: ebrei provenienti dal sud della Francia che cercarono la salvezza in Italia al seguito della Quarta Armata dell’esercito italiano, ormai allo sbando, e che furono rinchiusi nel campo di concentramento di Borgo San Dalmazzo. In parte già raccontate nello spettacolo di Progetto Cantoregi “Il Prete Giusto” (2009), le loro identità sono state riportate alla luce nel volume “Oltre il nome. Storia degli ebrei stranieri deportati dal campo di Borgo San Dalmazzo” (Le Château Edizioni, 2016), grazie al lavoro di Adriana Muncinelli ed Elena Fallo, ricercatrici legate all’Istituto Storico della Resistenza cuneese. All’inaugurazione dell’allestimento letture dal vivo riproporranno alcune di queste storie, tra cui quella di Gerard Zynger, che a sette anni, dopo un ricovero in ospedale per un attacco epilettico e a seguito di un’ordinanza della Procura della Repubblica di Cuneo, si ritrovò nel manicomio di Racconigi, mentre i genitori, ebrei di origine russa, trovarono la morte ad Auschwitz. A Racconigi Zynger dimorò fino al 1960, anno in cui venne trasferito all’ospedale psichiatrico di Volterra. Il libro “Oltre il nome” sarà presentato mercoledì 8 febbraio alle ore 18, nella Sala Cinema del castello di Racconigi alla presenza di Adriana Muncinelli.

 

CASTELLO DI RIVOLI, LE CROCIATE E L’ATTUALITA’

In occasione della retrospettiva dedicata a Wael Shawky – uno dei più importanti esponenti arabi dell’arte contemporanea -, il Castello di Rivoli propone una giornata di approfondimento sul tema delle Crociate e la loro relazione con l’attualità.

Giovedì 2 febbraio prossimo, nella Sala Convegni del Museo, Marcella Beccaria curerà la giornata di approfondimento Le Crociate non finiscono. Medioevo contemporaneo, con interventi degli storici Franco Cardini, massimo esperto in Italia di Storia delle Crociate, Giuseppe Sergi, autore di fondamentali studi sulla Via Francigena e Giovanni Leghissa, filosofo esperto di storia delle religioni e culture. In occasione degli incontri sarà presentato il nuovo catalogo dedicato a Wael Shawky, a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria.

.

 

TORINO, MOSTRA “THE PAPER THEATRE AND THE MAGIC LANTERN”

La mostra The Paper Theatre and The Magic Lantern degli artisti Dylan Jonas Stone e Beth Campbell, verrà inaugurata al Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia martedì 7 febbraio 2017. Dylan Jonas Stone e Beth Campbell, artisti di ambito internazionale con all’attivo mostre presso importanti musei in Gran Bretagna e Stati Uniti, presentano al MUSLI un’esposizione di linoleografie e installazioni di carta ispirate ai giochi e ai libri esposti al MUSLI: un percorso fatto di immagini e sculture che si integrano all’esposizione permanente del Museo dedicata alla storia del libro per ragazzi. La mostra verrà inaugurata martedì 7 febbraio 2017 alle ore 17.00, con una presentazione presso le sale del MUSLI (Via Corte d’Appello 20/C – Torino).

Intervengono: gli artisti Beth Campbell e Dylan Jonas Stone, il critico d’arte Francesco Ragazzi e Pompeo Vagliani, presidente della Fondazione Tancredi di Barolo.

Inaugurazione a ingresso libero fino a esaurimento posti. Prenotazione consigliata allo 011 19784944.

La mostra sarà visitabile all’interno del Percorso Libro del MUSLI dall’8 febbraio al 30 giugno 2017, nei seguenti orari:

lunedì-venerdì: h. 9.30-12.30; domenica h.15.30-18.30.

Ingresso: 4 euro. Gratuito per tessere Abbonamento Musei (sono previste altre riduzioni e gratuità).