Chieri e le piazze del centro, l’Ascom: l’accoglienza senza eventi non decolla (e dell’ente fiera non si parla più…)

Ferdinando Scimone (Ascom Chieri)

Qualche buona idea e un passo indietro, importante: secondo Ferdinando Scimone, presidente dell’Ascom chierese, la serata in Conceria in cui i consulenti di Tautemi hanno illustrato le ‘suggestioni’ che potranno in futuro dare le Piazze Cavour e Umberto è stato questo. Bene in qualche caso, male (malissimo) in altri. Partiamo dalle cose buone, secondo il presidente dei commercianti: “Avevo letto il documento precedente di Tautemi, fatto circolare l’estate scorsa – dice – e mi era piaciuto sotto molti aspetti. Sono da sempre un paladino di Piazza Cavour pedonale e non credo sia impossibile farla diventare tale, sfruttando Vicolo Sant’Antonio e il parcheggio di Piazzale Robbio, ampiamente sottoutilizzato. La presentazione dell’altra sera è stata estremamente generica ed è apparso chiaro che le loro idee messe sulla carta non sono un progetto, nemmeno preliminare, ma appunto delle idee. Per quel che riguarda Piazza Umberto, mi piace l’idea dell’attraversamento pedonale, che è fondamentale. Lascerei solo il parcheggio veloce, quello di dieci minuti per fare qualche commissione.” Ma c’è il rovescio della medaglia, secondo Scimone: “Nel primo documento, Tautemi richiamava come esempio da seguire quello di città come Savigliano e Saluzzo, dove c’è un ente fiere che organizza eventi. Per me era fondamentale: senza una struttura del genere, chi organizza gli eventi che dovrebbero attrarre gente in centro e dunque valorizzare le attività commerciali? Questo è un punto cruciale: come è noto, dopo mesi di discussioni, il Comune di Chieri ha chiarito che non vuole costituire un ente del genere. Conseguenza: Tautemi ha tolto ogni riferimento a queste realtà. Male, malissimo: i Comuni, tutti i Comuni, mettono sempre meno soldi per organizzare eventi, serve un meccanismo di autofinanziamento, l’ente fiere appunto. Che il Comune di Chieri non vuole e dunque Tautemi ha cancellato. Così, l’accoglienza non decolla, perché non c’è modo di finanziare gli eventi. Mi sembra di essere tornato a qualche anno, c’era Gay sindaco: si fecero venire degli esperti che ci spiegarono che a Chieri non c’è il mare né la montagna e neppure il lago, e che per attirare turisti bisognava organizzare eventi… Allora ci costò 12 mila euro, stavolta 20 mila, ma l’effetto è lo stesso: sentirci dire cosa che già sappiamo da anni.”