Castagnito. Vignaioli Piemontesi presenta i dati della vendemmia 2016: risultati eccellenti ma si punta alla sostenibilità.
Sono stati presentati lunedì 13 febbraio, nella sede del consorzio Vignaioli Piemontesi di Castagnito, i risultati della vendemmia 2016. L’annata ha raggiunto risultati eccellenti dal punto di vista qualitativo e dall’alto dei numeri da 10 e lode il presidente di Vignaioli Piemontesi, Giulio Porzio, ha chiamato produttori, presidenti di consorzio, l’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero ed operatori del settore ad una riflessione generale sullo stato di salute del mondo del vino piemontese.
L’annata è stata eccellente: su questo nessun dubbio – dice Giulio Porzio – e con questi dati, con una vendemmia a 5 stelle giochiamo facile, ma serve più sostenibilità in vigna: ecologica ed economica. Sostenibilità che permetterà a un giovane di avere un futuro su queste colline. Occorrono però strategie nuove e condivise. E’ importante raggiungere soprattutto una sostenibilità culturale. Il settore piemontese ha difficoltà soprattutto per la frammentazione: siamo piccoli e nella sfida della globalizzazione questo ci rende poco competitivi. Il radicamento sul territorio è un nostro punto di forza, ma si vincono le sfide della competizione internazionale quando si riesce a fare sistema, ad innovare nella qualità e a comunicare la diversità.”
L’assessore Giorgio Ferrero sottolinea il buon lavoro fatto in questi anni dalle aziende del vino, con l’utilizzo di pochissime risorse pubbliche e aiuti europei.
Il comparto vitivinicolo rappresenta la punta avanzata dell’agricoltura piemontese che si dimostra una realtà solida e vitale – dice Ferrero – un settore caratterizzato da fenomeni di rinnovamento, innovazione e di ricambio generazionale, soprattutto con l’inserimento di migliaia di giovani agricoltori e una crescita della componente femminile: sono 22.000 le aziende agricole condotte da donne; 1/3 dei 64.000 occupati in agricoltura sono donne”.
Il dovere di fare sistema è, secondo Ferrero, indispensabile per stare sul mercato globale. Qualcuno pensa di farcela da solo, ma è un’illusione: il mercato è impietoso. Il vino deve essere un veicolo che faccia da traino a tutto il settore agroalimentare. L’ottimo lavoro che stanno facendo i consorzi è quindi da sostenere e incoraggiare.
Porzio ricorda che “il 30% della produzione vitivinicola in Piemonte arriva dal mondo della cooperazione: cioè un bottiglia su tre”. Tra le 40 cantine cooperative piemontesi con 8.400 soci, 37 sono associate e rappresentate da Vignaioli Piemontesi con 6.242 aziende vitivinicole.
Spunti di riflessione arrivano anche dal consigliere delegato di Valoritalia, Ezio Pelissetti. L’ente di certificazione può analizzare il settore vitivinicolo con i dati reali raccolti nel corso della sua attività.
L’insieme di verifiche documentali e ispettive su cui poggia la nostra attività – sottolinea Pelissetti – nell’accogliere le aspettative di tracciabilità dei produttori e dei consumatori, offre a tutti i soggetti coinvolti le informazioni indispensabili alla corretta gestione delle Denominazioni. Il sistema di controlli di Valoritalia è nato ad Asti e per l’Asti e si è poi esteso a tutto il comparto. E’ un sistema semplice che va difeso. La filosofia che c’è dietro è che “comanda il vigneto”. La tracciabilità ha contribuito all’innovazione e al sostegno del settore.”
Analizzando i dati, Pelissetti evidenzia alcuni punti critici del sistema. Ci sono piccole denominazioni che crescono come Roero, Gavi, Ruché ed altre che sono in caduta libera come il Monferrato. I volumi tuttavia sono sostenuti dalle prime 10 docg piemontesi che rappresentano l’89% del prodotto. Anche sulle giacenze non ci sono buone notizie: le aziende, a 36 mesi della vendemmia, hanno ancora “in pancia” oltre un terzo di quanto prodotto. Dati che sintetizzano in una fotografia molto chiara quel famoso bisogno di “fare sistema” per affrontare meglio il mercato.
I DATI DELLA VENDEMMIA 2016 IN SINTESI
E’ stata una annata caldissima, con scarse precipitazioni e uve perfettamente sane e mature. Tra i vigneti del Piemonte, la produzione di vino è di 2,5 milioni di ettolitri, (+ 3,3% sul 2015). In Italia si stima una produzione di circa 51,5 milioni di ettolitri (+2% sul 2015). Una vendemmia di alta qualità per il Piemonte; infatti dalle analisi e valutazioni svolte tutti i vitigni sono collocati nella vetta della classifica, ovvero le 5 stelle dell’eccellenza a Arneis, Barbera, Brachetto, Nebbiolo e Ruché. Gli altri vitigni stanno nella sfera dell’ottimo, con 4 stelle.
Le aziende vitivinicole piemontesi sono 18.000 su 67.000 totali, mentre gli ettari vitati sono circa 43.500. Di grande rilievo i dati sull’ export, che si attesta attorno al miliardo di euro su un export agroalimentare complessivo di 4,5 miliardi di euro.
Carmela Pagnotta