PIEMONTE ARTE: ISOLA BELLA, M.A.O., CUCCO, CAMPAGNOLI, MARROCCO, GIOIELLO, GOSSO

PALAZZO MADAMA, “DONNE CHE RACCONTANO LE DONNE”

L’8 marzo a Palazzo Madama una conversazione al femminile con 4 firme de La Stampa in occasione della mostra per i 150 anni del quotidiano torinese.

Palazzo Madama – Gran Salone dei Ricevimenti

Piazza Castello – Torino

Mercoledì 8 marzo 2017, ore 18.00

Mostra aperta fino alle 22.00

In occasione della mostra La Stampa fotografa un’epoca e della Festa della Donna, Palazzo Madama ospita mercoledì 8 marzo alle 18.00 l’incontro Donne che raccontano le donne, una conversazione con quattro giornaliste de La Stampa sull’evoluzione della figura femminile nella società e nel mondo del lavoro.

Partecipano all’incontro: Cynthia Sgarallino, Art Director e curatrice della mostra in corso fino al 22 maggio 2017 in Corte Medievale; Alessandra Comazzi, giornalista e critica televisiva; Maria Corbi, giornalista e curatrice della rubrica “La risposta del cuore”; Stefanella Campana, giornalista e responsabile della Commissione Pari Opportunità della Stampa Subalpina.

Oggi la mostra resterà straordinariamente aperta fino alle 22.00 con ingresso a tariffa ordinaria (5 euro, di cui 3 euro devoluti in beneficienza alla Fondazione Specchio dei Tempi Onlus per il progetto “Un tetto a chi soffre”). L’incontro delle 18.00 è riservato a coloro che visiteranno la mostra nel corso della giornata.

Sempre in occasione della Festa della Donna, Palazzo Madama propone inoltre l’ingresso alle collezioni permanenti del museo al simbolico costo di 1 euro per tutta la giornata, dalle 10.00 alle 18.00.

 

 

ISOLA BELLA, CONCLUSO IL RESTAURO DEL MAGNIFICO SAN ROCCO” DEL CAGNOLI.

Il luminoso San Rocco, dipinto su tavola del maestro cinquecentesco Sperindio Cagnoli, accoglierà i visitatori del Palazzo Borromeo sull’Isola Bella.

La bellissima tavola, donata sul finire dell’Ottocento dai Borromeo alla parrocchiale dell’Isola, è stata da questa temporaneamente riaffidata alla famiglia donatrice affinché ne assicurasse il recupero e ne garantisse una adeguata conservazione.

Così, per incarico dei Principi, il magnifico San Rocco è stato consegnato allo Studio di Restauro di Carlotta Beccaria che l’ha reso oggetto di un intervento rivelatosi piuttosto complesso, preceduto da approfondite analisi. Lo stato conservativo della pala appariva decisamente “non adeguato”, sia per effetto di problemi strutturali del supporto ligneo ma anche per problemi conservativi ed estetici degli strati di pittura.

Con la consueta maestria, Carlotta Beccaria è riuscita a mettere in sicurezza l’opera, restituendole anche la vivacità dei colori che appariva offuscata.

Il grande “San Rocco” restaurato, è già stato posizionato lungo il percorso di visita di Palazzo Borromeo all’Isola Bella e, all’apertura il 24 marzo della nuova stagione turistica, fornirà un ulteriore motivo di attrazione per il pubblico.

La tavola ora restaurata è una pittura dal forte valore devozionale. Secondo la tradizione, Rocco avrebbe dedicato la propria vita all’assistenza dei malati di peste da cui avrebbe contratto il contagio di ritorno da un pellegrinaggio a Roma nei dintorni di Piacenza. Durante la malattia, isolato nella campagna, sarebbe stato nutrito da un cane e una voce divina gli avrebbe annunciato la prossima guarigione.

La devozione per il popolare santo taumaturgico, invocato durante le funeste epidemie che si sono succedute nel Quattro e nel primo quarto del Cinquecento, ha conosciuto una diffusione straordinaria in tutta l’Europa occidentale, e soprattutto in Italia del nord dove le immagini che lo raffigurano si sono moltiplicate a partire dalla seconda metà del Quattrocento.

Sperindio Cagnoli, ai primi del Cinquecento, per quest’opera sceglie di raffigurare il Santo come un giovane pellegrino con il bastone da viaggiatore, la conchiglia e le chiavi di san Pietro cucite sull’ampio collo della mantella che copre l’abito, stretto ai fianchi da una cintura alla quale è appesa la borsa dei denari. San Rocco, con la mano sinistra solleva un lembo della veste e mostra il bubbone dell’infezione, scoperto dalla calza arrotolata poco sopra il ginocchio. Gli attributi, l’abito e la posa sono gli stessi di quelli della tradizione quattrocentesca, ma addolciti dal disegno e dal tenero chiaroscuro che modella le mani, il volto e la gamba malata del santo; anche il piccolo angelo che trasmette l’annuncio della prossima, miracolosa guarigione, è dipinto con scioltezza e facilità, in pieno accordo con il volto di Rocco, colto in un’espressione di perplessa rassegnazione contadina. A fronte di questa grazia formale, il pittore ha sbozzato rapidamente il paesaggio montuoso, gli avvallamenti in primo piano e il fantasioso quadrupede che con le zampette giunte supplica il santo di nutrirsi e di afferrare il pane che tiene in bocca. Il carattere sommario del piano di posa, abbreviato ma efficace, mette in risalto per contrasto l’ampia superficie del cielo prealpino, terso e luminoso, contro il quale si staglia la figura colossale del Santo.

 

 

M.A.O.: DALL’ANTICA ALLA NUOVA VIA DELLA SETA

31 marzo – 2 luglio 2017. La mostra è promossa dalla Fondazione Torino Musei – MAO Museo d’Arte Orientale e dal Segretariato della Presidenza della Repubblica – Palazzo del Quirinale

MAO Museo d’Arte Orientale

via San Domenico 11 – Torino

 

Alcuni dei più importanti musei italiani ed europei – tra i quali il Museé du Louvre e il Musée Guimet di Parigi, il Museum für Byzantinische Kunst di Berlino, il Museo Nazionale d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci” di Roma, la Biblioteca Apostolica Vaticana, il Museo Nazionale del Bargello di Firenze – hanno messo a disposizione loro preziose opere per realizzare una grande mostra che ripercorre la storia millenaria dei rapporti tra l’Oriente e l’Europa e si riallaccia al grandioso progetto del Presidente Xi Jinping di apertura di una nuova Via della Seta.

Un viaggio lungo rotte carovaniere, marittime e spirituali, un punto di riferimento per le interconnessioni tra Occidente e Oriente, una vasta e antica rete di scambi da sempre proiettata verso il futuro, una sinfonia di civiltà dove far prevalere lo spirito di dialogo e di collaborazione in tutti i campi: è la Via della Seta. A raccontarla, al MAO Museo d’Arte Orientale di Torino, dal 31 marzo al 2 luglio 2017, “Dall’antica alla nuova Via della Seta”, mostra che raccoglie 70 antiche e preziose opere a rappresentare la storia millenaria dei rapporti tra la Cina e l’Occidente, in particolare l’Italia.

Per almeno due millenni l’Antica Via della Seta ha unito Oriente e Occidente, incoraggiando i contatti all’interno di uno spazio immenso, e ha permesso alle diverse culture di crescere, attingendo reciprocamente alle conquiste scientifiche e culturali degli uni e degli altri attraverso l’intermediazione e il dialogo. Mercanti, ambasciatori, monaci, esploratori, avventurieri e missionari di varie fedi, provenienti dai luoghi più disparati, si incontravano lungo le strade confrontando senza sosta usanze, pratiche e fedi religiose.

Il Cammelliere su cammello battriano (VI-VII secolo), animale simbolo delle vie carovaniere, lo Straniero dal volto velato (VII-VIII secolo), piccolo capolavoro dell’arte funeraria cinese, la Mattonella con giocatori di polo (1256-1335), dipinta a lustro e blu cobalto, una importante e rara manifestazione artistica dell’Iran durante il dominio degli Ilkhanidi di origine mongola, la Descrizione illustrata del mondo di P. Ferdinand Verbiest (1674), un lavoro monumentale che rappresenta la sintesi più avanzata delle conoscenze geografiche dell’epoca, l’unicum Piatto con girotondo di pesci (XIII-XIV secolo), prodotto durante la dinastia mongola ilkanide, sono solo alcuni degli importanti oggetti presenti in mostra.

Grazie alle preziose opere custodite al MAO, ai prestiti concessi dalle più importanti istituzioni museali, bibliotecarie e archivistiche europee e italiane – tra gli altri il Musée du Louvre, Musée Guimet e Musée Cernuschi di Parigi, il Museum für Byzantinische di Berlino, il Museo delle Civiltà/Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’ di Roma, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la Biblioteca Apostolica Vaticana, il Museo Nazionale del Bargello, la Biblioteca Nazionale e l’Archivio Centrale di Firenze, il Museo Civico di Bologna, il Museo del Tesoro di San Domenico e Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, la Biblioteca Marciana e la Procuratoria della Basilica di San Marco di Venezia – e a una ventina di opere moderne provenienti dalla Cina e realizzate da artisti cinesi contemporanei, l’esposizione testimonia quindi la varietà e la ricchezza degli scambi tra Oriente e Occidente, l’abilità dei maestri artigiani, la velocità di circolazione delle informazioni.

L’Italia ha avuto un ruolo fondamentale nella storia dei rapporti con la Cina: si tramanda che già Marco Aurelio, nel 166 d.C., invia un’ambasceria alla corte del Figlio del Cielo permettendo ai due imperi più grandi e longevi della storia di entrare in contatto; Marco Polo, nel Duecento, celebra lo splendore della Cina ne Il Milione, contribuendo a migliorare le conoscenze di popoli e mondi ancora poco noti in Occidente; il gesuita Matteo Ricci, accolto nel 1601 nella Città proibita come ambasciatore d’Europa, è ammesso dall’imperatore Wanli nella cerchia ristrettissima dei Mandarini e gli è concesso di fondare una chiesa a Pechino; Martino Martini, durante la sua lunga permanenza in Cina, redige il Novus Atlas Sinensis, primo atlante moderno della Cina che verrà pubblicato in Europa nel 1655. Come in passato, saranno gli uomini capaci di proiettare verso il futuro questa antica realtà i protagonisti di questo nuovo corso, che non va inteso come un fenomeno esclusivamente economico, ma come un cantiere aperto di interconnessioni e di arricchimento reciproco.

La mostra è curata da Louis Godart, David Gosset e Maurizio Scarpari.

Il catalogo è a cura dei Proff. Louis Godart e Maurizio Scarpari.

 

TORINO, CATERINA CUCCO “INCONTRANDO LA VITA”

La pittrice torinese (e astigiana di nascita) Caterina Cucco inaugura la sua mostra personale “INCONTRANDO LA VITA”, giovedì 9 marzo 2017 alle ore 18.00 presso casa UGI-

Corso Unità d’Italia, 70-Torino. La mostra sarà aperta dalle 16.00 alle 19.30, esclusa la domenica,

fino a sabato 18 marzo.

UGI unione genitori italiani contro i tumori dei bambini

(ospedale infantile Regina Margherita)

 

 

TORINO, BORGO NEDIEVALE: MOSTRA FOTOGRAFICA “TRA AVIGLIANA E LA SACRA. LUOGHI DI INCANTO”

Giovedì 16 marzo, alle ore 17, verrà aperta al pubblico la mostra fotografica intitolata “Tra Avigliana e la Sacra. Luoghi di incanto” che prosegue la prestigiosa collaborazione tra il museo e il Fondo Ambiente Italiano.

Grazie alla campagna fotografica promossa dal FAI Giovani Piemonte – Valle d’Aosta, nella sala espositiva della Chiesa, verranno esposte le opere frutto della collaborazione con la città di Avigliana, importante esempio di architettura medievale in Piemonte e modello alla fine dell’Ottocento per gli ideatori del Borgo Medievale durante la costruzione del complesso.

I visitatori potranno rivivere, attraverso evocative immagini, le antiche atmosfere dell’importante centro medievale all’imbocco della Valle di Susa grazie alla capacità dei fotografi di creare un forte legame con l’ambiente circostante e, allo stesso tempo, di raffigurare tramite immagini di forte impatto visivo ed emozionale la varietà del territorio. Dai paesaggi con le montagne e i laghi al Castello, dagli elementi architettonici alla Sacra, uno dei monumenti più rappresentativi del Medioevo europeo: un itinerario visivo attraverso luoghi di incanto.

La mostra proseguirà fino a domenica 21 maggio a ingresso libero; le offerte che verranno raccolte saranno devolute dal Fai per la ricostruzione dell’Oratorio della Madonna del Sole di Capodacqua, frazione di Arquata del Tronto, colpito dagli eventi sismici di fine agosto.

Orario mostra: dal martedì alla domenica ore 10 -19. Ingresso libero.

Orario Borgo Medievale: dal lunedì alla domenica ore 9-20 (aprile-ottobre); ore 9-19 (novembre-marzo). Ingresso libero. Orario Rocca: dal martedì alla domenica ore 10-19 da aprile ad ottobre (ultimo ingresso 18.15); ore 10-18 da novembre a marzo (ultimo ingresso 17.15)

Borgo Medievale – Viale Virgilio 107 – Torino

 

LA SCOMPARSA DI ROMANO CAMPAGNOLI

Nel tardo pomeriggio di martedì 28 febbraio, è morto a Torino il pittore e già direttore del Liceo Artistico Romano Campagnoli.

Artista dalla misurata cadenza tecnico-espressiva, si era diplomato all’Accademia Albertina di Belle Arti, allievo di Italo Cremona.

Una ricerca la sua tra figurazione e lirico astrattismo, tra le «carte nautiche» e tele come «Mareggiata» e «Scogli», sino al singolare manifesto e acrilico su tavola «L’occhio di Picasso (da Irving Penn)».

Immagini di un’avventura intorno alla pittura, al sogno, alla realtà trasfigurata in una luminosa, musicale e controllata rappresentazione, che si è potuta vedere, nel 1999, alla Sala Bolaffi nella mostra antologica che gli aveva dedicato la Regione Piemonte.

«Campagnoli – ha scritto Marco Rosci – appartiene alla generazione torinese di Ruggeri e Saroni, Carena e Soffiantino» e ancora di Tabusso e Francesco Casorati, con i quali ha attraverso le correnti e le esperienze del secondo Novecento e del nuovo Millennio.

La sua pittura – sottolinea ancora Rosci – «diviene tintura, la forma diventa ritmo di pure trasparenze solari, la tela stessa si trasforma in una superficie di liquido flottaggio».

E in questa dimensione, si coglie l’essenza di una visione che travalica il quotidiano per consegnare e consegnarci il suo poetico, sospeso, atmosferico linguaggio.

Tanto che Giovanni Arpino, in una delle sue pregevoli pagine, racconta che «Campagnoli si avventura in uno spazio terrestre ed acqueo»…, in cui, «…Disegna barche perigliosamente inclinate o assurdamente allineate. Scopre costoloni che paiono veri e isole che forse sono state sputate lì, chissà come, da misteriosi terremoti ancestrali».

Insegnante e pittore, incisore e autore di suggestivi paesaggi della memoria, è stato invitato alle Quadriennali di Torino e Roma, alla Biennale di Milano e al Premio Biella, Museo Archeologico di Aosta, Galleria Gian Ferrari di Milano e alle gallerie torinesi La Bussola, Narciso, Arte Club, Salto del Salmone, Davico, Arteregina e Stamperia Noire.

Un lungo percorso, che si è chiuso con i ricordi di una meditata ricerca, di una sperimentazione attuata nello studio ingombro di tele, lastre da incidere, barattoli di colore, fogli di carta da disegno, pennelli, segni evocativi.

Uno studio illuminato da quella luce che si scopre, immateriale e sensibilissima, magicamente espressa nei suoi dipinti.

 

                             Angelo Mistrangelo

 

TORINO, “BATTAGLIENELCIELO” DI ARMANDO MARROCCO

Spaziobianco è lieto di invitarvi alla terza mostra del trittico dedicato ad uno dei maestri dell’arte contemporanea italiana. “Battaglienelcielo” raccoglie le opere create da Armando Marrocco tra il 2003 e il 2016. La mostra è la terza rappresentazione/testimonianza di un percorso artistico originale e complesso iniziato negli anni Cinquanta e ancora in pieno svolgimento. Spaziobianco ha già presentato nelle sue sale ”Il luogo del ritrovo” (nel 2014) e “Uomouniverso” (nel 2015). Ora, con “Battaglienelcielo” offre ai visitatori un nuovo e sorprendente paradigma del mondo poetico di Armando Marrocco. La mostra ha la curatela di Toti Carpentieri (anche autore del testo a catalogo) ed è organizzata da Silvano Costanzo e Alessandra Trifogli.

L’inaugurazione si svolgerà giovedì 23 febbraio 2017 a partire dalle ore 18,00. La mostra sarà visibile dal martedì al venerdì, dalle 16,30 alle 19,00, fino al 23 marzo o su appuntamento.

Spaziobianco, via Saluzzo 23/bis (interno cortile) Torino

Tel. +39 3336863429   spaziobiancogallery@gmail.com   www.spaziobiancogallery.com

 

 

 

TORINO, WORKSHOP “MAD IN DESIGN”

Terza edizione del workshop MinD – Mad in Design, a Torino dal 9 al 13 marzo 2017 nella prestigiosa sede del Camplus Lingotto di Torino, collegio universitario di merito della Fondazione CEUR. MinD – Mad in Design è un progetto didattico e culturale che affronta, nell’ambito della formazione universitaria e dell’inserimento nel mondo del lavoro, il tema del progetto dei luoghi del disagio mentale. Quattro giorni di workshop: studenti universitari provenienti da tutta Italia, insieme a 12 utenti seguiti dai servizi di salute mentale, sperimenteranno nuove soluzioni per un abitare inclusivo. Sei team di progettazione, guidati da designer professionisti lavoreranno sull’idea di “pausa” come momento di rigenerazione fisiologica e psicologica, come rito, come spazio individuale e di condivisione, ponendo al centro dell’azione di progetto il rapporto tra il benessere della persona e lo spazio progettato. I sei progetti saranno presentati alla stampa nella giornata conclusiva di lunedì 13 marzo.

 

VENARIA, MOSTRA FOTOGRAFICA “CORONA DI DELIZIE IN BICICLETTA. LA MAGIA DELL’INVERNO A VENARIA REALE”

 

La mostra fotografica itinerante “Corona di delizie in bicicletta. La magia dell’inverno” è composta da 40 scatti realizzati dai fotografi Fabio Dipinto e Roberto Vietti che raccontano l’itinerario ciclabile Corona di Delizie. L’esposizione, promossa dalla Regione Piemonte, inaugura presso l’inQubatore Qulturale e la Biblioteca Civica Tancredi Milone di Venaria Reale. Da venerdì 10 marzo a domenica 9 aprile.

Quaranta scatti selezionati all’interno di una più ampia raccolta compongono la mostra fotografica che tratteggia nella stagione fredda il percorso “Corona di delizie in bicicletta”. Una scommessa che mira a sfatare il tabù delle escursioni a pedali, giudicate talvolta poco attraenti a causa della rigidità delle temperature invernali. Il risultato dell’itinerario è sorprendente: l’azzurro del cielo terso incontra l’atmosfera resa misteriosa dalla bruma che avvolge le residenze sabaude e il bianco della neve che copre la pianura, restituendo unicità all’azione in un’alchimia di colori e sensazioni. Il percorso espositivo è completato da altre immagini geolocalizzate lungo l’itinerario, pubblicate direttamente sul sito dell’inQubatore Qulturale (www.inqubatore.it), per un’esperienza che continua.

 

 

TORINO, MARIO MERZ PRIZE. I FINALISTI

Concerto dei 5 finalisti della sezione musica della seconda edizione del Mario Merz Prize

Gabriele Cosmi – Elvira Garifzyanova – Geoffrey Gordon – Pierre Mariétan – Catherine Milliken

Mercoledì 8 marzo 2017 ore 20.30

Biblioteca Musicale Andrea Della Corte – Villa La Tesoriera (Corso Francia 186 – Torino)

Il concerto dei 5 compositori finalisti, organizzato dalla Fondazione Merz in collaborazione con la Biblioteca Civica Musicale “Andrea Della Corte”, si terrà mercoledì 8 marzo nella cornice settecentesca della Villa La Tesoriera: sarà diretto da Willy Merz ed eseguito dall’Ensemble DE SONO Futura in collaborazione con l’Associazione DE SONO.

I finalisti della sezione musica – Gabriele Cosmi, Elvira Garifzyanova, Geoffrey Gordon, Pierre Mariétan e Catherine Milliken – sono stati selezionati dalla giuria composta da Giacomo Agazzini (violinista e docente presso il Conservatorio G. Verdi di Torino), Stefano Pierini (compositore e docente presso il Centro di Formazione Musicale di Torino) e Philip Samartzis (sound-designer e docente presso l’Università di Melbourne).

Il pubblico potrà esprimere la propria preferenza dopo aver ascoltato il concerto dei finalisti o collegandosi al sito web (mariomerzprize.org). Al voto del pubblico si aggiungerà il responso della giuria composta da: Dieter Ammann (compositore), Thomas Demenga (violoncellista e compositore), Alexander Lonquich (pianista) e Willy Merz.

Al compositore vincitore saranno assegnate la sonorizzazione di uno spazio museale e la commissione di un brano che verrà eseguito a Torino e in Svizzera.

Il Mario Merz Prize è stato creato con la volontà da un lato di ricordare la figura di Mario Merz e dall’altro di avviare un nuovo progetto che sia proiettato verso il futuro dell’arte e che permetta di individuare e segnalare, attraverso la competenza di una fitta rete internazionale di esperti, personalità nel campo dell’arte e che, parallelamente, consenta a giovani compositori di proporsi per un progetto innovativo di musica contemporanea.

Legato alla Fondazione Merz, il progetto vuol dar vita a una nuova rete di programmazione espositiva e di attività musicale in Italia e in Svizzera. La scelta di gemellare due nazioni è scaturito proprio dalle caratteristiche dei due Paesi: entrambi centri di produzione e di cultura. La Svizzera rappresenta l’origine e la nazionalità dell’artista e l’Italia la sua nazione d’adozione e il luogo di creazione.

Al Mario Merz Prize – che si avvale della collaborazione di un comitato organizzatore ed è sostenuto da un autorevole comitato d’onore internazionale – è stata conferita la Medaglia del Presidente della Repubblica Italiana e ha il patrocinio dell’Ambasciata di Svizzera in Italia, dell’Ambasciata d’Italia in Svizzera, della Regione Piemonte, della Città di Zurigo e della Città di Torino.

Il vincitori della prima edizione del premio sono stati: Wael Shawky (arte) e Cyrill Schürch (musica).

 

 

SAVIGLIANO, MOSTRA “DI STANZE” DI ALESSANDRO GIOIELLO

Venerdì 10 marzo 2017, alle ore 17,30, presso il Museo Civico “A. Olmo” e Gipsoteca “D. Calandra”, via S. Francesco 17/19, Savigliano, verrà inaugurata la mostra “Di stanze” dell’artista Alessandro Gioiello.

La mostra, curata da Alessandro Botta, resterà aperta dal 10 marzo al 9 aprile 2017, con il seguente orario: sabato, 15,00 – 18,30 | domenica, 10,00 – 13,00 / 15,00 – 18,30

Si tratta del quarto appuntamento della rassegna provinciale “grandArte 2016/2017 – identità perdute” ideata e coordinata da Giacomo Doglio e Massimiliano Cavallo.

La prima mostra, “Le spine della complessità” degli artisti Valerio Berruti, Nicola Bolla, Ugo Giletta e Fabio Viale è visitabile nel Complesso Monumentale di San Francesco, via S. Maria 10, Cuneo, fino al 17.04.2017.

 

DRONERO: MARIO GOSSO, “DIARIO DI UNA VACANZA”

Vernissage: sabato 18 marzo 2017 ore 17.00 presso il Museo Luigi Mallè di Dronero.

Il Museo Luigi Mallé ospiterà dal 18 marzo al 16 luglio 2017 la mostra antologica di Mario Gosso intitolata Diario di una vacanza, a cura di Ivana Mulatero.

L’esposizione rappresenta l’occasione sia per omaggiare e approfondire un’artista che da mezzo secolo è protagonista della scena artistica locale e nazionale, sia per ripercorrere il fascinoso rapporto tra la pittura e la calcografia, le loro aree di interesse che hanno favorito una prolifica e fantastica invenzione.

L’attività di Mario Gosso (Busca, Cuneo, 1946), si colloca tra gli episodi salienti dello scenario artistico italiano dell’ultimo quarto del Novecento: la Scuola di Incisione dell’Accademia Albertina di Torino diretta da Mario Calandri e Francesco Franco, e quella di Pittura guidata da Sergio Saroni e Mario Davico, l’attività propositiva di movimenti e gruppi di ricerca sulla scrittura visuale negli anni Sessanta e Settanta. Tra queste due polarità scorrono i decenni di lavoro e si dipana la sua vicenda artistica che affonda da un lato nel rigore dell’apprendimento delle discipline e dall’altro si spinge sul bordo della contemporaneità più sperimentale.

La biografia di Mario Gosso si situa tra questi due momenti, incarnando la figura ideale del peintre-graveur che si dedica all’incisione e alla pittura partendo dalle origini della scrittura in cui coesistono, corpo, gesto e segno per poi sviluppare le ambiguità percettive tra figura e parola, per approdare infine alla rappresentazione di arcani paesaggi scaturiti dalla serrata dialettica, tutta mentale e carica di emozioni, fra il segno che scava una fitta trama di fondo e il colore che si deposita impalpabile.

Tuttavia, pur se il tema figurativo è vario e dominante – melograni, alberi, piume, farfalle, pagine miniate, lattine di coca cola, inchiostri, matite, scodelle, cortili e giostre – nelle opere di Mario Gosso si avverte subito come l’interesse principale sia rivolto alle dinamiche del segno. Questa disposizione a cogliere la natura espressiva del segno, inciso e dipinto, lo porta a compiere un viaggio verso molteplici direzioni. E’ un procedere per accumulo di esperienze, con la messa a punto di numerosi e nuovi procedimenti tecnici, incluso il ricamo rakam e la scrittura cucita, ed è anche un percorso con ripetizioni differenti, riconvertendo o semplicemente sostando tra la parola e la figura con un esito quasi astratto.

Il percorso espositivo è dunque un deliberato “accrochage antologico” che segue l’ordinamento del libro-catalogo dal titolo omonimo “Diario di una vacanza”, edito da Smens con la cura di Gianfranco Schialvino, una nota di Pino Mantovani e un saggio introduttivo di Ivana Mulatero che si sofferma sulle variazioni stilistiche e tematiche.

L’artista espone alle più importanti rassegne dedicate alla grafica, dal Premio Internazionale dell’Incisione di Biella (nelle edizioni del 1979-1980-1987-1991), alla numerose Triennali dell’Incisione della Permanente di Milano (dal 1979 al 1993), alla seconda Triennale Internazionale dell’Incisione di Glasgow nel 2004, accanto alle molte mostre personali di pittura e alle pubblicazioni di cartelle di grafica incisa e ai libri d’arte. Sue opere sono documentate e censite nel “Repertorio degli Incisori Italiani” del Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne di Bagnacavallo (Ravenna).

L’esposizione presenterà più di sessanta opere che illustrano il percorso di Mario Gosso, mettendo in luce l’inclinazione più poetica e sperimentale dell’artista e la sua attività al confine tra incisione e pittura, oltre a una selezione di lastre indicative di un repertorio ampio di materiali per una calcografia non ortodossa.

La mostra offre un particolare souvenir da portare a casa e appendere in salotto: uno speciale e apposito timbro, creato dall’artista e presente in mostra, è a disposizione del visitatore che può così vivere l’emozione di stampare ex novo una xilografia originata da segno e colore.

Realizzata dal Museo Luigi Mallé con la segreteria organizzativa di Espaci Occitan, il sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Dronero e dell’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, la mostra è curata da Ivana Mulatero (cui si deve anche la predisposizione del progetto scientifico e il sussidio comunicativo nelle sale espositive).

Il Museo Luigi Mallé s’inserisce a pieno titolo in un progetto di sviluppo culturale locale, attraverso le collaborazioni con le associazioni del territorio e con la partecipazione alla rete Musei Valli Maira e Grana organizzata da Espaci Occitan.

Info e prenotazioni:

La mostra Mario Gosso. Diario di una vacanza sarà visitabile fino a domenica 16 luglio 2017.

Apertura del Museo Luigi Mallé: sabato, domenica e festivi dalle 15.00 alle 19.00.


Aperto su prenotazione in orari di visita infrasettimanali per Scuole e gruppi. Ingresso a pagamento alle collezioni permanenti del Museo e alle Mostre: 3 euro inclusa la visita guidata. Ingresso ridotto: 2 euro (7/14 anni, oltre i 65 anni, T.C.I, studenti universitari, gruppi maggiori di 10 su prenotazione) Ingresso gratuito per minori di 7 anni, residenti in Dronero, Abbonamento Musei, disabile+accompagnatore, giornalisti.

Civico Luigi Mallè, via Valmala 9, Dronero (Cuneo)

Info: segreteria@espaci-occitan.org – museo.malle@comune.dronero.cn.it

www.espaci-occitan.org


 

TRE INCONTRI DI “AMICO LIBRO” SUL TEMA “CASA COMUNE”

“Amico Libro” propone ai soci e agli amici una serie di tre incontri tenuti dalla Docente di Sacra Scrittura e Scienze Bibliche Prof.ssa. MARIA RITA MARENCO sul tema della “CASA COMUNE ”

Programma:

Primo incontro: mercoledì 15 marzo 2017 , ore 17,30 – 19,00 In un mondo globale abbiamo due possibilità: si può scegliere chi incontrare e da chi lasciarsi incontrare, oppure aprirsi all’altro, incontrando il quale possiamo cogliere quello sconosciuto che abita in noi. Il muro e la porta sono le due prospettive che ci propone Ravasi in questo primo incontro. Gianfranco Ravasi, Il muro e la porta. Esclusione e accoglienza nelle pagine della Bibbia, EDB, 2015.

Secondo incontro: mercoledì 22 marzo 2017 , ore 17,30 – 19,00 In questo secondo incontro, il libro di Brueggemann ci fa scoprire il tema del “viaggio”. Siamo una comunità “in viaggio”, e il bene comune lo si costruisce in questo lungo e arduo sentiero. Ognuno di noi dovrebbe percorrere questo sentiero, che diverrà anche una crescita personale. Walter Brueggemann, Viaggio verso il bene comune, Claudiana, 2011.

Terzo incontro: mercoledì 29 marzo 2017 , ore 17,30 – 19,00 In questo terzo incontro, Papa Francesco ci interroga su “ l’ecologia integrale ”. Tutto è intimamente in relazione; anche l’essere umano vive di relazioni e in relazione con il mondo. Ci propone un’ecologia ambientale, economica, sociale, culturale. E infine, un’ecologia umana è inseparabile dal bene comune. Papa Prancesco, Laudato sì. Sulla cura della casa comune, Libreria Editrice Vaticana, 2015.

Gli incontri avverano presso il Centro Incontri della Fondazione Paolo Ferraris – C.so G. Ferraris 99 – Torino Per informazioni Tel.: 333 16 09 156 — 011 81 275 90     e-mail: amicolibro06@libero.it –