Trofarello – Inquinamento elettromagnetico? No, un errore. Ma c’è chi ancora non si sente tranquillo.

A fine gennaio le rilevazioni effettuate su incarico del Covar14 in ambito di sicurezza sul lavoro avevano fatto emergere, come sappiamo, valori assolutamente fuori norma quanto ad inquinamento elettromagnetico nella zona della piastra ecologica di via Croce Rossa. Valori in un primo momento sottovalutati, o non compiutamente compresi, per stessa ammissione del sindaco Visca, che tuttavia si era rivolto ad un esperto del settore per poterli correttamente valutare.   Da questa analisi, di seconda battuta, effettuata sui dati della prima rilevazione, era scattato l’allarme: centro raccolta rifiuti chiuso in fretta e furia, per esigenza di salute pubblica.

Una notizia che non aveva fatto piacere a nessuno: Trofarello restava senza centro di conferimento dei rifiuti ingombranti. Non solo, proprio di fronte c’è la sede della CRI, e non pochi volontari si erano preoccupati, seppure rinfrancati dalla notizia che, già nel corso delle prime rilevazioni, il  forte inquinamento risultava circoscritto alla sola zona della piastra.

Come non bastasse, una ridda di reazioni politiche si è immediatamente scatenata alla notizie dell’ordinanza di chiusura, essendo la zona interessata non troppo lontana dall’area ove è prevista la costruzione del nuovo Ospedale Unico.

Ebbene, tutto da rifare. Il Covar ha ordinato una nuova verifica dei valori, che da questa seconda analisi sono risultati perfettamente nella norma. Nessun inquinamento quindi, tant’è che la piastra riapre.

Ma come è possibile?  Lo abbiamo chiesto al vice presidente del Covar, Stefano Napoletano, che però non ci ha fornito alcuna ulteriore informazione: «Le cose sono andate esattamente così. Le prime rilevazioni hanno registrato valori preoccupanti, valori che non sono stati riscontrati in questo successivo controllo. Quindi la piastra può tranquillamente riaprire. Non c’è altro da aggiungere».

Tutti contenti, forse, ma non tutti completamente tranquilli, come ci fa rilevare un volontario di Croce Rossa che preferisce mantenere l’anonimato e che pone alcuni interrogativi: «Io di queste cose non capisco molto – esordisce – Però mi chiedo: se i primi valori erano così spaventosi, perché si è aspettato così tanto a chiudere? E perché non è stato fatto un secondo controllo, finchè la piastra non è stata chiusa? Sono contento, soprattutto per il lavoratori della piastra, che le onde non ci siano, però ammetto che a questo punto non so più cosa pensare, a chi credere. Sarei molto più tranquillo se venissero rifatte ancora le misurazioni, magari ci sono situazioni che mandano fuori controllo le onde. Se la prima rilevazione ha dato risultati così gravi, da cosa è dipeso? Hanno sbagliato tutto? Oppure c’era una situazione diversa? E se sì, potrebbe ripetersi?. Non lo so, non sono un tecnico, so solo che non sono tranquillo».