Il Centro per Cambiano ribatte: “Come mai nessuno sapeva dell’indagine a carico di Michellone? Accettiamo sentenza ma è persa la fiducia nella giustizia, abbiamo fatto il nostro dovere”.
Ad alcuni giorni dall’affissione dei manifesti predisposti dall’ex sindaco Giancarlo Michellone nelle vie di Cambiano (vedi Cambiano – Michellone: «Io assolto in secondo grado dopo cinque anni di accuse infamanti». I dettagli), Il Centro per Cambiano ribatte punto su punto e passa al contrattacco.
«Michellone ci attribuisce, ingiustificatamente, accuse ‘infamanti’ – così Emma Mariotto – Noi abbiamo solo fatto il nostro dovere, quale gruppo di minoranza, ovvero vigilare sull’operato della maggioranza . Abbiamo segnalato alla Procura atti amministrativi sui quali nutrivamo dubbi, sulla scorta di documenti ufficiali, ovvero determine e dichiarazioni a verbale. Che i dubbi avanzati fossero meritori di approfondimento è dimostrato dal fatto che il PM non abbia archiviato».
Dopo due gradi di giudizio è infine arrivata l’assoluzione, sia per Michellone che per la responsabile del servizio Ragioneria e Tributi, e Mariotto precisa: «Non sono mai stata interpellata dalla Procura per chiarimenti, non sapevamo nemmeno che il sindaco fosse indagato, tant’è che nemmeno in campagna elettorale abbiamo accennato a questa questione. Alla luce delle sentenze, che ovviamente accetto, devo ammettere con amarezza di non nutrire più fiducia nella giustizia. Mi sembra che sia passato il concetto che ‘il fine giustifica i mezzi’, ovvero che la procedura sia stata considerata legittima dai giudici perché il software ha dato buoni risultati»
Nessuna accusa infamante, quindi, secondo il Centro per Cambiano: «Nel nostro volantino (marzo 2014) avevamo semplicemente scritto: “Il Sindaco ha affermato più volte pubblicamente che un suo ex collaboratore in FIAT ha predisposto gratuitamente per il Comune di Cambiano un programma per individuare gli evasori fiscali: peccato che poi l’Amministrazione, senza richiesta di altri preventivi scritti, ha acquistato il relativo software da una società che il suddetto collaboratore aveva fondato pochi mesi prima insieme alla figlia ventiquattrenne, alla modica cifra di 28.000 euro più IVA”».
Anche il consigliere Alberto Benna esprime tutto il suo disappunto, e polemizza sulla mancata trasparenza, dichiarando sui social: «Dal 2013 al 2016 il Comune di Cambiano ha avuto un Sindaco e il responsabile della Ragioneria indagati per turbativa d’asta e abuso d’ufficio, ora assolti e ne rispettiamo la sentenza pur non condividendola. Probabilmente primo caso nella storia di Cambiano, ma nessuno sapeva nulla, nemmeno i consiglieri di minoranza. Continueremo a fare il nostro dovere, vigilare, anche se minacciati. Sorge spontanea una domanda: se il processo avesse avuto un altro esisto, avremmo continuato a non sapere nulla? La trasparenza la usiamo solo quando ci fa comodo? – e chiosa – Risposte tutte affermative, immagino»
Il Centro per Cambiano, dunque, respinge le accuse al mittente, e rilancia, denunciando di aver subito intimidazioni, proprio da Michellone: «Durante il consiglio comunale dell’8 marzo 2013 il sindaco, in risposta alla nostra interrogazione, il sindaco ebbe a dichiarare: “Ho dato mandato al mio legale di procedere per diffamazione a mezzo stampa in modo tale che queste cose vengano chiarite. Sì lo so che tu parli a vanvera e diffami. Fai attenzione, pagherai” – conclude Emma Mariotto – Ciò nonostante proseguiremo nel nostro compito, vigilare sull’operato della maggioranza».