Chieri strizza l’occhio al turismo e si prepara alla stagione delle fiere

Che Chieri sia ricca di bellezze storiche e architettoniche è risaputo, data l’origine romana della città ed il suo glorioso passato durante l’epoca medievale. Certo è, però, che spesso, nella nostra routine giornaliera frenetica, si cammina frettolosamente per via Vittorio o per Piazza Duomo, si passa davanti ad una chiesa o ad un edificio storico e non si ha nemmeno il tempo per fermarsi ad ammirarlo. Altre volte, succede anche che neanche si conosca l’esistenza di quel dato monumento o quel determinato palazzo.

Si apprende pertanto con piacere dal sito istituzionale del Comune di Chieri che è stato riaperto ad Aprile il punto di Informazione Turistica di Via Palazzo di Città, 10. Il servizio sarà attivo fino ad Ottobre, Agosto escluso, tre giorni alla settimana ed osserverà i seguenti orari: Mercoledì 9-13/14-16, Sabato 15:30-18:30 e Domenica 15:30-18:30.

Ritengo che questo strumento potrà essere utile, non solo per coloro che risiedono in altri paesi, ma anche per i Chieresi, quando la domenica vorranno vestire i panni del turista. Sarà un modo per scoprire la città in un’ottica differente, per poterne apprezzare meglio la storia, la cultura e persino l’enogastronomia.

Infatti, negli ultimi anni, si sta diffondendo sempre più il concetto di turismo locale come esperienza totalizzante: non ci si limita più a visitare monumenti ma si tenta di apprezzare di un territorio anche la natura, i costumi, le usanze e i prodotti tipici.

In quest’ottica, Chieri ha molto da offrire: le colline circostanti fanno da cornice naturale alla città, le fiere permettono alle tradizioni del passato di rivivere, le associazioni locali riscoprono antichi mestieri ed i produttori agricoli alimentano con passione il comparto agroalimentare. L’identità di Chieri è infatti ben definita proprio perché in essa si fondono elementi eterogenei: l’importanza della lavorazione tessile e la vocazione commerciale, la rilevanza dell’agricoltura e della produzione vitivinicola delle colline circostanti, la forte impronta medievale, il fiorire dell’architettura barocca e l’influenza esercitata nei secoli dalla vicina città di Torino. Fondere dunque tutti questi aspetti nella nostra visita alla scoperta di Chieri è indispensabile.

Si può così pensare di articolare un proprio “percorso turistico” personalizzato che non può però prescindere da alcuni monumenti e luoghi-simbolo quali, ad esempio, l’arco di Piazza delle Erbe, la Chiocciola landolfiana, la Chiesa di San Filippo, Palazzo Buschetti, la Chiesa di San Giorgio, il Ghetto degli Ebrei, La Collegiata di Santa Maria alla Scala (il Duomo), la Chiesa di San Domenico e la Chiesa di Sant’Antonio. Inoltre, per ricordare l’importanza dei filati per l’economia della città, non si può non visitare il Museo del Tessile.

Affinché l’esperienza risulti poi più gradevole anche per il palato, è d’obbligo una sosta per assaggiare i prodotti alimentari più celebri, il Rubatà, tipico grissino allungato cotto nel forno a legna e la focaccia dolce chierese, inconfondibile per la sua morbidezza. Infine, non può mancare la degustazione del Freisa di Chieri DOC, vero emblema delle dolci colline circostanti.

Dopo aver visitato Chieri in modo così minuzioso ed al tempo stesso dinamico e coinvolgente la domenica, non si potrà che apprezzare di più la città tutti i giorni della settimana, compreso il lunedì.

Alice Torchitti

 

 

 

Una risposta

  1. guido vergnano ha detto:

    Non basta avere le bellezzea disposizione, non basta aprire il Punto d’Informazione Turistica aspettando che i turisti arrivino. Le bellezze devono essere estremamente più fruibili, come orari di apertura, magari affidando ad una persona esperta (o più di una) il compito di aprire certe porte normalmente chiuse quando viene richiesto da una comitiva di turisti. Un San Pietro che abbia le chiavi tdi tutte le porte, magari col supporto di un agente preposto alla sicurezza durantre le visite.
    Ma soprattutto bisogna fare promozione, bisogna spendere in promozione. Citando Oscar Farinetti, se la gallina non facesse coccodè nessuno saprebbe che ha fatto l’uovo.
    Nessuno fuori Chieri, a parte quei pochi che però si sono stufati da fare brutte figure, ripeto nessuno sa quale sia il nostro patrimonio artistico, culturale, gastronomico.