Ospedale unico futuro e attuale ospedale di Chieri, Sacco rilancia: consiglio comunale aperto e referendum
Parola ai cittadini. Non si ferma la battaglia del Comitato per l’Ospedale a Chieri e della sua presidentessa Rachele Sacco per contrastare il progetto regionale che vuole realizzare l’ospedale unico dell’Asl To 5 a Moncalieri in zona Vadò e garantire i servizi essenziali per il territorio Chierese. Così nel prossimo Consiglio comunale la consigliera di opposizione proporrà un consiglio comunale aperto, oltre alla proposta di referendum già annunciata nella seduta di marzo. Una mozione, quella del Consiglio Comunale aperto, protocollata mercoledì, che mette in evidenza le problematiche degli attuali Presidi Ospedalieri di
Chieri, Carmagnola e Moncalieri e chiede che i cittadini possano diventare parte attiva della scelta della location del nuovo nosocomio. La Capogruppo FI non ha però certamente intenzione di fermarsi qui e sta già lavorando per predisporre l’indizione di un referendum consultivo, volto a dare voce ai chieresi che «Devono avere la possibilità di esprimersi, affinchè i servizi territoriali vengano garantiti ed implementati, perché queste decisioni gravano soprattutto sulla loro pelle». Il quesito referendario chiederà infatti ai cittadini se vogliono che “l’amministrazione comunale, intraprenda un percorso partecipativo volto a rendere nuovamente operativo l’Ospedale Maggiore di Chieri così come avveniva prima del processo di declassamento”. «Già 5mila chieresi hanno sottoscritto la raccolta firme contro il declassamento dell’Ospedale di Chieri – riepiloga Sacco – Ora basteranno 1900 firme, un quindicesimo dei votanti chieresi, per indire il referendum» La decisione di accentrare tutto a Vadò risale all’ottobre 2016 quando la Regione pubblica la delibera che annuncia la costituzione di un Ospedale Unico dell’Asl Torino 5 nell’area di Cenasco, prossima al Movicento trofarellese: una scelta non casuale, basata sulla stipula di un Protocollo d’Intesa tra i centri coinvolti, i quali hanno predisposto sia la «Carta dei vincoli» sia il «Documento trasporti» definendo criteri specifici atti a valutare le varie candidature. La decisione è perciò ricaduta sulla località a nord di Vadò, alla quale verranno sottratti 4-5 ettari di terreno agricolo. Una scelta però non condivisa da tutto il territorio, motivata da scelte ambientali oltre che di accesso ai servizi: «È nostro dovere contenere il consumo del suolo agricolo di pregio ed evitare di intervenire in aree esondabili. Sarebbe sufficiente e sicuramente più etico recuperare le aree industriali dismesse presenti sul territorio». Inoltre l’area deputata alla realizzazione dell’Ospedale Unico, non è effettivamente situata in modo baricentrico rispetto al territorio dell’ASL TO 5 che ne fruirebbe: «Inammissibile – prosegue Sacco – Abbiamo la prospettiva di un ospedale lontano a fronte di un poliambulatorio mascherato da “Casa della Salute”: si è scelto di ridurre i servizi in città e da qui l’intenzione di un referendum consultivo. Tutelare il diritto alla salute dei cittadini non è soltanto una priorità ma anche un dovere, come sancito dalla nostra Costituzione».