Chieri, Tabasso 2.0: dopo le casette e le piazze, che fare del resto dell’ex fabbrica?
Sei mesi di lavoro, ma forse ne è valsa la pena. Per Carlo Massucco, assessore a comunicazione, partecipazione e innovazione del Comune di Chieri, è cominciato il conto alla rovescia sull’operazione Tabasso: il futuro dell’ex fabbrica è in un avviso ad evidenza pubblica che invita, entro qualche giorno, i soggetti interessati a farsi avanti per progettare il suo futuro. Non tanto quello prossimo, per il quale una cordata di privati è molto avanti nel confronto con l’amministrazione fondata sullo scambio tra le casette fatiscenti che danno sulla via e alcune opere pubbliche da realizzare a spese dei privati. Il discorso va ben oltre. “La cordata che fa capo a Campagnola – dice Massucco – si è dichiarata interessata alla parte da destinare a residenza dell’area, quella che si affaccia su Via Vittorio, e propone in cambio di costruire una sala polifunzionale, una piazza coperta e una scoperta. Siamo d’accordo che il privato realizzi quell’intervento, ma vogliamo anche che tra i promotori ci sia qualcuno che sappia poi cosa farne, di quegli spazi pubblici. Altrimenti, il comune, a lavori finiti, si troverà degli spazi recuperati poco più che grezzi e dovrà fare un nuovo bando per trovare chi li gestirà.”
Ma l’ex Tabasso è grande: ci sono i capannoni, che secondo il vecchio project fynancing sarebbero stati destinati alla demolizione. E qui sta la nuova sfida. “Lo scorso mese di marzo – prosegue Massucco – sono arrivati a Chieri degli imprenditori culturali e degli specialisti nel recupero di volumi industriali dismessi: esperti, insomma, di tutto quel che si potrebbe fare in futuro alla Tabasso. Volevano capire che cosa prevede il progetto di Campagnolo e quale poteva essere il loro apporto. L’incontro ha dato un esito positivo: c’è interesse per l’intera ex Tabasso. E non solo. Si è parlato anche dei due altri snodi del futuro di Chieri, il centro commerciale naturale che uno studio di professionisti sta progettando e l’ex caserma Scotti che è stata da poco oggetto di un concorso di idee sul suo futuro. I nostri interlocutori ci hanno detto una cosa che peraltro noi già pensavamo: che in una città di 37 mila abitanti come la nostra, i luoghi e i progetti strategici devono essere complementari e non in concorrenza tra loro. Ciò che viene previsto di realizzare all’ex Tabasso non può essere riproposto alla ex Scotti, e quel che si vuole fare ai vecchi capannoni militari non deve distogliere dagli obiettivi previsti per il centro commerciale naturale. Servono progetti complementari, non competitivi tra loro.”
Ecco che allora i tempi per le decisioni diventano stretti. “Siamo partiti con un avviso per chiedere ai soggetti interessati di dirci, in pochissimi giorni, se vogliono essere invitati alla gara per idee di fattibilità riferiti agli altri volumi della ex Tabasso. Tempi strettissimi, il bando dovrà uscire a giugno e i piani di fattibilità dovranno pervenirci in una quindicina di giorni o poco più. Perché poi comincerà la cosa più complessa: valutare i progetti, presentarli ai cittadini e iniziare poi a lavorare sulla variante al piano regolatore che permetta di rendere attraente quella parte dell’ex Tabasso oggi destinata all’abbattimento.”
Gianni Giacone