Asti. Tutti contro tutti al dibattito tra candidati organizzato da La Stampa all’Astiss.
Non è stato un pranzo di gala il dibattito tra gli otto candidati sindaco di ieri sera, giovedì 1 giugno, tenutosi all’Astiss e organizzato da La Stampa di Asti. Sarà perché si avvicina la scadenza elettorale o sarà che nell’ambiente, tutto sommato raccolto, dell’aula magna dell’università il pubblico era particolarmente partecipe, ma gli otto sfidanti della competizione elettorale astigiana hanno abbandonato la punta di fioretto e l’aplomb del “bravo candidato” che avevano tenuto in precedenti incontri pubblici ed hanno tirato fuori le unghie.
Certo, le domande dei “100 minuti con i candidati” affidate al giornalista Roberto Gonella non sono state innocue ma piuttosto dirette. La serata era cominciata in modo abbastanza soft. I candidati erano stati invitati ad autoprodurre un video di presentazione di un minuto e tutti hanno svolto il compito seguendo il proprio stile: chi seduto alla sua scrivania, chi in mezzo alla gente, chi con contributi multimediali. Solo Beppe Passarino, candidato indipendente di sinistra, ha eluso la richiesta affermando di non poter concentrare in un minuto quello che rappresenta.
Anche le prime domande erano abbastanza classiche: “Qual è la prima cosa che farete una volta eletti e cosa nei primi 100 giorni?” e “Quali provvedimenti per rilanciare il commercio e risolvere i problemi di viabilità di Asti?”. Ogni candidato ha le sue ricette e le ha snocciolate rispettando i tempi concessi: un minuto per ogni risposta, con la possibilità di usufruire di un minuto di bonus (tre i bonus totali spendibili per tutto il dibattito).
Il clima si è surriscaldato alla domanda: “In caso di vittoria intende ricoprire cariche all’interno del Consiglio di Amministrazione della CrAsti?” per la quale sono scrosciati grandi applausi dalla platea. L’argomento è un punto sensibile per la politica astigiana. Il sindaco uscente, Fabrizio Brignolo, si era giocato tutta la sua credibilità accettando di sedere nel Consiglio della banca cittadina ed era stato dichiarato decaduto dalla carica di Presidente della Provincia per incompatibilità. Inoltre il candidato Maurizio Rasero viene proprio dalla CrAsti: è il vicepresidente dell’istituto. Quasi tutti i candidati hanno dichiarato, con varie coloriture espressive, che non intendono accettare cariche al di fuori dal consiglio comunale, tranne Rita Balistreri che non demonizza il doppio incarico. Anche lo stesso Rasero, apostrofato dal rumoreggiare della platea, ha ribadito che intende fare il sindaco a tempo pieno e lascerà ulteriori incarichi in caso di elezione.
Altro punto caldo del dibattito si è rivelato quello sulle spese elettorali. Alla domanda: “Quanto è costata e chi paga la vostra campagna elettorale?” si sono scatenati sia i candidati che i cittadini in sala. Quando Massimo Cerruti ha dichiarato di aver speso 1.300 euro per i certificati della fedina penale dei candidati della sua lista, Biagio Riccio gli ha fatto notare che il documento a fini elettorali ha un costo di soli 3,50 euro. Fischi e applausi hanno accompagnato la replica secondo la quale solo nei certificati in carta da bollo sarebbero presenti tutti i reati commessi. Rasero non ha accettato lezioni di onestà dal candidato 5 Stelle e ha sottolineato che anche le fedine penali dei suoi candidati sono pubbliche. Allo stesso tempo però, il candidato di destra è stato piuttosto evasivo sulle spese della sua campagna elettorale e, incalzato dal pubblico, ha dovuto utilizzare tutti i suoi bonus di tempo per rispondere alla domanda. Alla fine ha ammesso di aver speso circa 10.000 euro per la sua lista personale, tralasciando di dichiarare le spese di tutte le liste che lo appoggiano. Gli altri candidati hanno fatto ricorso all’autofinanziamento e a sottoscrizioni. Tutti dichiarano spese tra i 2.500 e i 10.000 euro.
Il dibattito è proseguito con una domanda diversa per ciascuno dei candidati, inviata dai lettori alla redazione de La Stampa. La risposta più applaudita è stata quella di Angela Quaglia, sul perché un candidato di destra dovrebbe votare lei e non la coalizione “originale” di Rasero. La Quaglia ha detto che non c’era possibilità che si riconoscesse in una destra che ha raccolto le istanze opposte di Salvini e di Tajani e ha invitato a valutare quanto fosse “originale” una siffatta coalizione.
La serata si è conclusa con la dichiarazione di voto di un testimonial a favore di ogni candidato. I più originali sono stati Beppe Rovera, che ha scelto l’assessore albese Roberto Cavallo, il quale ha potuto esordire lodando il candidato per il suo coraggio: “Non avrebbe invitato – ha detto – un albese ad Asti, altrimenti” e, ancora una volta, Beppe Passarino, che ha “disobbedito” alle regole del dibattito non presentando supporter, ma testimoniando da sé per la sua candidatura.
Carmela Pagnotta