Chieri e l’ex Tabasso: la variante entro un anno o salta tutto

Il plastico dell’ex fabbrica

A tappe forzate, si viaggia verso un epilogo della vicenda ex Tabasso: il recupero dell’area un tempo occupata dal grande complesso industriale a Porta Torino passa attraverso l’interessamento concreto di operatori privati (primo tra tutti il gruppo che fa capo a Claudio Campagnolo) e l’intervento del Comune sul piano urbanistico. “Attualmente l’area – spiega l’assessore all’urbanistica del Comune di Chieri, Massimo Ceppi – è regolamentata dal Piano Particolareggiato fatto all’epoca del vecchio project fynancing, abortito e quindi mai decollato a causa delle note vicissitudini dei privati. Quello che si poteva fare allora, magari adesso non è più così interessante al punto da investirci tanti soldi. Ed ecco che il Comune si è mosso, prima cercando di vendere le casette fatiscenti su Via Vittorio e poi accettando di buon grado la proposta di partenariato del gruppo che fa capo a Campagnolo: in cambio delle casette, i privati sembrano intenzionati a realizzare quelle opere pubbliche (le due piazze e lo spazio polivalente) che sono nell’interesse della città.

Ma adesso è partita, in parallelo, una nuova fase, con la ricerca di soggetti ‘facilitatori’ che progettino su tutta l’area ex Tabasso interventi che richiamino l’interesse dei privati. Quando questi facilitatori ci avranno detto come si potrebbe intervenire sull’area, noi dovremo essere pronti a preparare quella variante urbanistica di cui parlava l’assessore Massucco. E dovremo farla presto e bene: presto significa entro un anno, se no si perde il significato di una qualsiasi volontà del privato di investire; bene vuol dire che all’ex Tabasso ci sono comunque dei paletti. Quello è il nostro polo culturale, si può prevedere di metterci cose che hanno a che fare con la cultura, l’innovazione, i giovani. La variante renderà compatibile tutto questo all’interno del piano regolatore.”

Sono in tanti, ben 14, i soggetti che hanno chiesto di essere invitati alla gara dei ‘facilitatori’. E molti di questi, secondo Ceppi, sono da tempo sul territorio alla ricerca di idee da potenziali partners locali. “Questa – dice Ceppi – è la strada che normalmente seguono le agenzia specializzate in questo tipo di progettazione. Sanno che devono fare in fretta e si sono già portati senz’altro avanti nel lavoro.”

L’assessore chiarisce poi che questa operazione è parallela ma non scollegata a quella avviata dalla cordata di Campagnolo: “I facilitatori potrebbero avere idee anche sulle casette di cui si è interessato Campagnolo – dice – e magari trovare un altro partenariato pubblico/privato.” Qualcuno ha detto che il Comune sta temporeggiando: Ceppi ha una risposta secca. “Non si è perso affatto del tempo – dice – perché il Comune ha tentato la soluzione più rapida, la vendita delle casette, e lo ha fatto con soggetti del calibro della Cassa Depositi e Prestiti, ma senza risultato. Anche per i Comuni, oggi, non è facile vendere immobili.”

Gianni Giacone