Da Chieri ai confini della Siria, racconti di viaggio di due chieresi
La solidarietà italiana per aiutare i profughi siriani in Giordania, tra i bambini vittime innocenti di una guerra infinita
Ecco il racconto di due chieresi, appena tornati da uno dei viaggi in Giordania, al confine con la Siria, dove oltre ai campi ufficiali si creano ogni giorno dei campi spontanei costituiti principalmente da famiglie con bambini piccoli che necessitano di tutto: dai generi alimentari, alle medicine.E’ in questo ambito che si muovono i volontari di Support Syrian Children, un’associazione no profit costituita da 15 volontari italiani tra i quali ci sono anche due chieresi: Luigi e la figlia Desirè. L’associazione- ci dice Luigi appena rientrato dal viaggio fatto nel ponte del 2 giugno- è costituita da persone comuni, che lavorano in altri ambiti e che si autofinanziano per tutto, viaggio compreso. Quello che viene raccolta viene investito totalmente per l’acquisto di pacchi alimentari, medicinali e generi di prima necessità che vengono acquistati sul posto per evitare i costi di trasporto”. La fondatrice del’associazione è Arianna Martini, classe 1971, che da ottobre 2014 si muove, tramite conoscenze fatte sul posto, tra Turchia e Giordania. Ad oggi 9 missioni che partono ogni volta che ci sono abbastanza fondi per acquistare cose necessarie ai profughi. “L’ultimo viaggio, quello dal 30 maggio al 3 giugno- dice Luigi- aveva lo scopo di prendere contatti per un progetto italiano (tra i finanziatori c’è anche un’islandese che vive in Italia) per la realizzazione di una ‘casa famiglia’ per mamme sole con bambini piccoli per farle uscire dai campi profughi. In quest’occasione abbiamo preso contatti con l’ambasciatore Italiano in Giordania e il ministro dello sviluppo sociale: la casa (un’abitazione privata in affitto) che abbiamo individuato necessita di alcuni lavori di ristrutturazione: potenziare i bagni, le docce e le uscite di sicurezza”. Come ogni volta però il viaggio ha avuto anche lo scopo di distribuire viveri nel campo di Mafrak (campo a 20 chilometri dal confine iraniano, nel deserto), un campo spontaneo con centinaia di famiglie con bambini; infine la visita ad una scuola (due container) con un maestro che insegna a tutti i bimbi dei campi più vicini: a loro è stato lasciato materiale scolastico (matite, album per disegnare e giochi…). “Con noi- continua Luigi- c’è sempre un medico trentino, Mariano Andolina, che da 30 anni fa questo tipo di viaggi: visita donne, uomini e bambini anche per strada, somministra medicine, acquistate in Giordania e cerca di alleviare le sofferenze di molti. Qualche volta si riesce, nei casi più gravi e con la collaborazione di altre associazioni, a trasferire i casi più gravi in Italia. E’ questo il caso di Reem, ragazzina siriana, completamente ustionata che ora è all’ospedale di Padova per essere curata. Un altro bimbo, Mohamed, sta per partire per l’Italia…molte volte però i genitori non vogliono che vengano portati lontano per paura di non rivederli più.”
Per chi volesse maggiori informazioni: Comitato Support Syrian Children- Via dei Tulipani 7 – 24040 Verdellino (BG) – info@supportSyrianChildren.org – www.supportsyrianchildren.org
Francesca Moro