PIEMONTE ARTE: MERY RIGO, CARMAGNOLA, MALATO, STAINO, DRONERO, CONDOVE, VOLONTARIATO, NUOVA OFFICINA, COAZZOLO…
ALLA MONCALIERESE MERY RIGO LA MEDAGLIA DELLA CITTA’ DI MARTIGNY
La pittrice e fotografa Mery Rigo di Moncalieri è stata insignita dal Sindaco di Martigny, Anne-Laure Couchepin Vouilloz, della Medaglia della Città di Martigny per aver contribuito alle relazioni del Gruppo Culturale Internazionale con il Piemonte. Un riconoscimento che sottolinea l’impegno dell’artista in campo culturale e sociale, sostenuto da una continua ricerca espressiva che la vede presente in numerose iniziative espositive, realizzate nell’ambito delle esperienze sviluppate dal gruppo aderente all’«Estrattismo» e non solo. Una ricerca, la sua, segnalata in più occasioni su giornali e riviste specializzate, attentamente studiata da critici come Vittorio Falletti, che hanno rilevato il senso di una creatività accompagnata dal rigore tecnico-compositivo. E dal 1° Premio Matteo Olivero della Città di Saluzzo all’ambito Primo «Premio Arte Mondadori» di Milano, si delinea un percorso scandito dalle personali, tra le altre, al «C.O.E.S» dell’ Ospedale Molinette e al Circolo degli Artisti a Torino, sino alla Galleria Mosaico Artistico a Fully (Svizzera), mentre i suoi lavori sono in permanenza nel Museo d’Arte Contemporanea del Parlamento di San Paolo (Brasile), nelle Collezioni Civiche d’Arte di Moncalieri e Andezeno e presso la Biblioteca Civica A. Arduino di Moncalieri, dove è conservato il «Libro Estrattista: viaggio nel frammento».
Angelo Mistrangelo
CARMAGNOLA: L’ARTE DELL’ACQUA – LA NUOVA MOSTRA A PALAZZO LOMELLINI
Sarà inaugurata venerdì 1 settembre, nelle sale di Palazzo Lomellini, la mostra L’arte dell’acqua, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Carmagnola e realizzata con la collaborazione dell’Associazione “Amici di Palazzo Lomellini” e della Galleria Celeghini.
La mostra, a cura di Elio Rabbione con l’apporto critico di Marilina Di Cataldo, è un omaggio al mondo dell’acquerello e degli acquerellisti. Un mondo ristretto, all’interno di un vasto panorama artistico, di ieri e di oggi, un patrimonio artistico a volte inspiegabilmente privato di quell’attenzione e di quell’ammirazione che gli sarebbero dovute; una tecnica talvolta difficile che necessita di essere spiegata e illustrata. Nelle quattro sale espositive, che vogliono essere una vetrina tesa ad offrire uno sguardo, attraverso alcuni piccoli esempi, su quanto quell’arte può aver prodotto negli ultimi due secoli, saranno visibili numerose opere di Guido Bertello, un indiscusso maestro, scomparso sul finire del Novecento oltre alle opere di alcuni maestri di oggi: Adelma Mapelli, Lia Laterza, Ines Daniela Bertolino, Anna Lecquio, Luciano Spessot, Sandro Lobalzo, Roberto Andreoli e Paolo Brencella.
La mostra rimarrà aperta sino al 29 ottobre
Orario: 1 – 10 settembre
Lun./ ven. 20,30 – 23,00
sabato 15,30/ 18,30 – 20,30/ 23,00
domenica 10,30/12,30 – 15,30/18,30 – 20,30/ 23,00
11 settembre – 29 ottobre
giovedì, venerdì, sabato 15,30 – 18,30
domenica 10,30 – 12,30 / 15,30 – 18,30
PAOLA MALATO: RITROVARE UN DIARIO
Il percorso artistico di Paola Malato si è sviluppato attraverso una ricerca in cui riflessioni, stati d’animo, incontri hanno contribuito a delineare i momenti di una personalissima visione della cultura tra secondo Novecento e nuovo Millennio. E così la recente mostra allo Spazio Mutabilis di Torino ha messo in evidenza un dialogo serrato tra realtà quotidiana e interiori emozioni, pulsanti tensioni e il fascino di un diario giovanile, casualmente rinvenuto in un cassetto. E sono pagine dalle quali riemergono profili e volti del passato, sensazioni, ansie, subitanee illuminazioni e altrettanti ripiegamenti, che esprimono la propria dimensione umana e artistica inserita nell’ampio e complesso panorama della società contemporanea. Vi è, quindi, nei fogli ritrovati tutto il variegato universo di sottili inquietudini, di attese, di proiezioni verso il futuro sviluppate secondo una dimensione scandita dall’immediatezza dei versi degli haiku giapponesi:
«Come un aquilone
a cui si spezza il filo
ricordo il cuore
di giorni giovani
librato in cielo»
Ishikawa Takuboku
E le frasi cancellate, riprese, spezzate, sovrapposte, accostate, diventano testimonianze di un tempo ritrovato, riconsiderato, reinterpretato con lo sguardo di questi nostri giorni permeati dai colori delle stagioni, della terra cotta, dei silenzi e dai versi di Jacques Prevert:
«Ricordati
Ricordati quel giorno ad ogni costo
non lo dimenticare»
Un diario, una scultura, uno spazio della memoria.
Angelo Mistrangelo
TORINO, FONDAZIONE AMENDOLA: MOSTRA DI ISABELLA STAINO
Le opere di Isabella Staino che compongono la mostra All’ascolto di Cristo si è fermato a Eboli. Infiniti terrestri dei, nascono dall’ ascolto dell’opera di Carlo Levi nella magistrale lettura di Elio de Capitani trasmessa da Radio 3 nella trasmissione Ad alta voce.
“Le parole entrano a far parte del dipinto, come la musica o la voce di un amico che passa a trovarmi nel mio studio; la scrittura come narrazione ha già alla sua origine immagini della realtà, vissute o fantastiche, a cui dà una forma, che resta. Ma essa a sua volta libera nuove immagini, e anch’esse possono diventare reali nella materia pittorica”. Così ha scritto la pittrice che ha al suo attivo diverse esperienze come illustratrice; ad iniziare dal rapporto con Antonio Tabucchi che nel 2003 ha scritto e le ha dedicato un breve racconto, “Isabella e l’ombra, poi da lei illustrato e pubblicato nel 2014 (Vittoria Iguazu Editoria), opera che verrà presentata il giorno 22 giugno alle ore 16 presso la biblioteca della Fondazione Giorgio Amendola. Sono seguiti alcuni volumi di Adriano Sofri. Ora la sfida accettata, se di sfida si può parlare, è quella di mettersi a confronto non solo con le pagine leviane, ma anche con la stratificata iconografia d’immagini del sud che lo stesso Levi pittore ha consegnato all’arte italiana. Staino ritaglia per le sue opere uno spazio visuale che solo in parte condivide con Levi, quello che alberga i protagonisti del libro (Giulia, la casa contadina, il sanaporcelle, la brigantessa Maria Pastora…), ma per il resto la sua pittura si allontana dal realismo delle notazioni leviane per immergersi in una dimensione fra favolistica e onirica che le è peculiare e che, al contrario di quanto accade ai protagonisti dei quadri di Chagall, non le solleva in un celeste iperuranio ma le fa affondare ancor più nelle remote viscere della terra. Le sue figure ritrovano la sostanza delle parole leviane quando alludono agli “Infiniti terrestri dei, che popolano da tempi remoti le terre della Lucania.
La mostra, allestita in marzo presso la Petite Galerie della libreria italiana Tour de Babel di Parigi, dopo la presenza romana presso la Fondazione Carlo Levi, è stata ospitata in maggio dalla Galleria Athena di Livorno e “sbarca” ora a Torino, città natale di Carlo Levi.
Fondazione Giorgio Amendola-Via Tollegno 52, Torino
Ingresso libero Catalogo in galleria
orario: lunedì – venerdì ore 10-12.30, 16-19.00
sabato, domenica e visite guidate su prenotazione tel.+fax 0112482970 – 3482211208
fond.giorgioamendola@libero.it – www.fondazioneamendola.it
“DRONERO, UN BORGO RITROVATO”
Il Comune di Dronero annuncia l’avvio della quinta edizione di «Dronero: un Borgo Ritrovato, fra antiche dimore e giardini segreti». Le precedenti edizioni hanno fatto registrare un grande successo di visitatori condotti alla scoperta delle bellezze storiche e artistiche dell’antico borgo cittadino. L’iniziativa si snoda, con un’articolata ed avvincente offerta culturale dal 23 al 25 giugno p.v.
La presentazione è programmata per venerdì 23 giugno, alle ore 17.30 presso lo storico Palazzo Savio, del volume Antiche dimore e giardini a Dronero, a cura di Federico Fontana, Luca Giacomini e Renata Lodari, edito dal Centro Studi Piemontesi. Interverranno con i curatori Albina Malerba e Gustavo Mola di Nomaglio.Ci permettiamo di inoltrare in allegato alla presente sia il programma complessivo dell’iniziativa sia quello del suo momento inaugurale, la presentazione programmata per venerdì 23 giugno, alle ore 17.30 presso lo storico Palazzo Savio, del volume Antiche dimore e giardini a Dronero, a cura di Federico Fontana, Luca Giacomini e Renata Lodari, edito dal Centro Studi Piemontesi. Interverranno con i curatori Albina Malerba e Gustavo Mola di Nomaglio.
CONDOVE: MOSTRA “MEDIOEVANDO – BATTAGLIE e CAVALIERI”.
Appuntamento culturale a Condove presso Antica Chiesa Romanica di San Rocco: domenica 18 giugno 2017 gli Amici di san Rocco hanno inaugurato la mostra di Nicola Tatullo: “MEDIOEVANDO – BATTAGLIE e CAVALIERI”. Le tavole dell’artista propongono intense scene di tenzoni e lotte medioevali ispirate dalle saghe dell’Età di Mezzo. In occasione dell’evento l’Associazione Culturale “Vox Condoviae” ha presentato una rievocazione storica con costumi del periodo.
Chiesa romanica di San Rocco Via Cesare Battisti – Condove
Orari :Mercoledì 10/12; Venerdì ore 16/19; Sabato e domenica ore 10/12 -16/19.
Ingresso libero
Info: amicisanroccocondove@gmail.com
Fino a domenica 9 luglio 2017
TORINO, REGIONE PIEMONTE: AL VIA “TANTI PER TUTTI, VIAGGIO NEL VOLONTARIATO ITALIANO”
Mostra della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche
Nella Sala Mostre della Regione Piemonte, in piazza Castello 165 a Torino, da mercoledì 21 giugno a domenica 9 luglio.
“Tanti per Tutti, viaggio nel volontariato italiano” è il titolo della mostra fotografica realizzata dalla Fiaf, Federazione Italiana delle Associazioni Fotografiche, ospitata da mercoledì 21 giugno a domenica 9 luglio nella Sala Mostre del Palazzo della Regione Piemonte, in piazza Castello 165 a Torino. Al centro della mostra il mondo del volontariato, nelle sue varie articolazioni associative, che si occupano di assistenza sociale, salute, tempo libero, cultura, sport, protezione civile, educazione e ricerca, ambiente, tutela dei diritti, cooperazione e solidarietà internazionale. L’inaugurazione si svolgerà martedì 20 giugno, alle ore 18.
L’esposizione fotografica fa parte di un progetto nazionale Fiaf, del suo centro culturale ed espositivo Cifa, Centro Italiano della Fotografia d’Autore, e del Csvnet, Coordinamento nazionale dei Centri di servizio per il volontariato, con 200 mostre a livello locale, in tutta la penisola, che si propongono di rappresentare le diverse realtà di volontariato, mostrando le iniziative, i luoghi di incontro, le fasi progettuali e la realizzazione delle attività promosse dalla moltitudine di volontari del nostro Paese, supportati e sorretti da differenti motivazioni, ma tutti uniti nella precisa volontà di partecipazione e di solidarietà che fa di una cittadinanza una collettività civile.
Gli otto autori della mostra nel Palazzo della Regione Piemonte sono Enrico Andreis, Gabriele Astuto, Giorgio Bigi, Carla Ciampoli, Nicolò Pastorello, Glauco Pierri, Glauco Poggioli e Davide Zarbo, che presentano 72 fotografie su otto realtà od iniziative: “Nuova vita agli occhiali” (Chivasso, Lions Centro raccolta occhiali usati); “Gli Amici di casa mia” (Orbassano, associazione che aiuta una missione in Kenya); “Mensa domenicale” (Torino, l’associazione Maria Madre della Provvidenza Onlus che fornisce generi alimentari alle persone bisognose); “Casa di riposo il Trifoglio” (Torino, gruppi di volontari allietano gli anziani ospiti con balli, canti e musica); “Il pulmino dei Lions Club” (Torino, automezzo attrezzato per l’assistenza sanitaria); “Biblioteca volante” (Torino, distribuzione di libri ai pazienti degli ospedali); “Cena a Mille” (Torino, evento per i senza tetto organizzato dal Banco Alimentare del Piemonte) ed “Adotta una rotonda” (Rivalta di Torino, ecovolontari che si occupano della cura e della manutenzione del verde pubblico cittadino”).
La mostra si potrà visitare tutti i giorni, dalle ore 10 alle 18, con ingresso gratuito.
NUOVA OFFICINA TORINESE # quattro
Dopo la seconda metà degli anni ’70, quando viene meno la spinta propulsiva delle avanguardie storiche della prima e della seconda metà del secolo l’arte si incammina lungo un percorso di citazione delle esperienze del passato in cui si può intravedere il rimpianto per la perdita di antiche certezze, atteggiamento che è rispecchiamento ed emanazione della parallela condizione strutturale della politica e della religione. Il nichilismo che caratterizza l’ultimo quarto del Novecento è figlio di questo stato di cose e l’arte ne affianca l’incedere con un atteggiamento di esasperato individualismo solo in determinati casi portatore di autentico rinnovamento linguistico.
Tuttavia in questi anni d’esordio del nuovo millennio si intravede la possibilità di una “terza via” al di là di improbabili volontà di restaurazione di una classicità statica o di un totale annullamento dell’arte nel reale e nella comunicazione : un atteggiamento che, pur partecipando alle vicende del quotidiano, interviene su di esse per gettarvi verità, resistendo al conformismo ed alla massificazione dell’opera per restituire all’arte grandezza progettuale e dignità estetica, e questo nonostante l’arte sia divenuta ormai componente non marginale della contemporanea “società dello spettacolo”.
L’ultima generazione affianca la valorizzazione della propria individualità con la riscoperta di una dimensione comunitaria del progettare, e l’uso delle nuove tecnologie con la consapevolezza dell’importanza di una corretta impostazione formale ; l’approdo è un risultato in cui spesso il linguaggio trascende l’immanenza del quotidiano in un eclettismo stilistico dove continuano a convivere e ad integrarsi varie possibilità espressive che allargano il campo della ricerca, con la pittura a giocare ancora un ruolo fondamentale di mediazione e sintesi dei linguaggi
Questa collettiva, a cura di Edoardo Di Mauro, è la quinta di una serie che si protrarrà nel tempo, in una accezione multidisciplinare, fino ad assumere i contorni di un vero e proprio “brand”.
La prima si inaugurò nel settembre 2015, all’epoca della collaborazione con la HulaHoop Gallery di Togaci Gaudiano nella sede del Museo d’Arte Urbana, con il titolo di “Nuova Officina Torinese # zero”, la seconda sabato 7 maggio 2016, in abbinamento ad una serata bianca in via Rocciamelone, la terza il 16 settembre 2016, la quarta il 24 febbraio 2017.
“Nuova Officina” getta lo sguardo sulla situazione attuale del panorama della giovane arte del capoluogo subalpino, da sempre luogo ideale per intuire i percorsi dell’avanguardia, con una particolare attenzione nei confronti di quella fucina di talenti che è l’Accademia Albertina di Belle Arti.
In mostra sarà possibile fruire di un ennesimo significativo spaccato della scena cittadina, fotografata in un momento di crisi e di passaggio, al tempo stesso caratterizzato da un intensa e quasi frenetica carica creativa, che si traduce in una miriade di eventi giornalieri, spesso collocati in luoghi e spazi poco canonici, con una estroversione ed una empatia che rivaluta la dimensione coniugata e comunitaria.
I quattro autori.
Viola Barovero, studentessa dell’Accademia Albertina, adopera, come molti giovani della sua generazione, la pittura, vista come tramite privilegiato ed unico per trarre dalle cose del mondo la loro riposta poesia, rappresentandone l’intelligibilità. Gabriele Bosco, studente della scuola di Pittura di Giuseppe Leonardi all’Albertina, adopera anch’egli questa disciplina, con rigore e consapevolezza, realizzando immagini in bilico tra realtà, sogno ed allegoria, e praticando una citazione consapevole di stili della storia contestualizzati al presente. Giampiero De Gruttola, anch’egli pittore e studente dell’Accademia, parte nelle sue prime prove artistiche, alcuni anni fa, con una riflessione sulla poetica del corpo e sui vincoli che tuttora questo incontra nel pieno dispiegarsi delle sue potenzialità, all’interno della dimensione contemporanea, nonostante la presa di coscienza avvenuta negli anni Sessanta e Settanta del Novecento. Viola Gesmundo è laureata in Architettura. Il suo stile e la sua attitudine professionale, pur nelle ovvie diversità, presentano aspetti simili, anche per età e studi, con quelle di Irene Ruiu, presente nell’ultima edizione di “Nuova Officina”. Anche Viola Gesmundo è un autrice inquadrabile in una dimensione di creatività allargata che rappresenta una delle componenti progettuali la cui comprensione è necessaria per leggere la nostra dimensione contemporanea. Così come sta venendo meno il concetto di galleria tradizionale, sostituito sempre più di frequente dalla dimensione ampia della “factory”, allo stesso modo molti artisti giocano su più fronti, mantenendo inalterata la coerenza della loro proposta. Viola Gesmundo passa dalla progettazione di spazi architettonici legati ad un nuovo concetto dell’abitare, alla pittura murale di grandi dimensioni.
MUSEO ACCORSI, PROROGATA LA MOSTRA “DAL FUTURISMO AL RITORNO ALL’ORDINE”
Visto il grande successo di pubblico ottenuto finora, più di 16.500 visitatori, la mostra DAL FUTURISMO AL RITORNO ALL’ORDINE. Pittura italiana del decennio cruciale 1910-1920 è prorogata fino al 2 luglio 2017. L’esposizione del Museo Accorsi-Ometto affronta e indaga, per la prima volta in una visione complessiva, la pittura italiana degli anni dieci e venti del Novecento. Curata da Nicoletta Colombo e organizzata in collaborazione con lo Studio Berman di Giuliana Godio, l’esposizione propone 72 opere, di provenienza museale e da importanti collezioni private. La rassegna ripercorre il clima culturale italiano che segna la nascita dell’arte moderna ed esamina le nuove tendenze artistiche del decennio 1910-1920, dando seguito all’indagine sui fenomeni pittorici italiani del secolo XX, inaugurata dal museo con la passata mostra dedicata al “Divisionismo tra Torino e Milano. Da Segantini a Balla”. La mostra prende idealmente l’avvio dal 1910 (anno emblematico segnato dall’uscita del Manifesto dei pittori futuristi e del Manifesto tecnico della pittura futurista), con opere degli autori del Futurismo storico: Filippo Tommaso Marinetti, Umberto Boccioni (Case in costruzione 1910, L’antigrazoso 1912-13), Giacomo Balla (Figure+Paesaggio 1914 e Linee forza di un paesaggio+Giardino 1918, Carlo Carrà (Guerra navale sull’Adratico 1914-1915 e Lacerba e bottiglia 1914), Gino Severini (Natura morta 1918), Luigi Russolo (Chioma. I capelli di Tina 1910-1911), Fortunato Depero (Paesaggio guerresco. Esplosioni giallo e nero e tricolori 1916), Primo Conti (Interno di osteria 1917). Sono rappresentati anche gli esponenti dell’eterodossia futurista e gli indipendenti del movimento, da Enrico Prampolini (Danzatrice 1916) a Mario Sironi (Il borghese 1916) , Achille Funi (Autoritratto 1913), Leonardo Dudreville (Eroismo, tragedia, follia, ossessione, asfissia, 1914), Antonio Sant’Elia (Studio per edificio 1913-1914), Adriana Bisi Fabbri e Gerardo Dottori. Il percorso prosegue con la seconda sezione dedicata ai simbolismi che registrano una persistenza stilistica dal decennio precedente, ora rinnovati in chiave espressionista, di intonazione popolare. Un altro significativo segmento della rassegna è dedicato al primitivismo, tendenza volta al recupero del primordio inteso come azzeramento delle stratificazioni culturali per ritrovare la semplicità e il candore di espressioni popolari, ingenue, ispirate anche ai trecentisti e quattrocentisti italiani, Giotto e Paolo Uccello innanzi a tutti. In rappresentanza del clima primitivista suggestionato dall’opera di Rousseau il Doganiere e di André Derain, autori al tempo celebrati, si articolano le presenze dei dipinti di Carrà, Garbari, Gigiotti Zanini, Pompeo Borra, Alberto Salietti. Il periodo segnato dalla Grande Guerra (1914-1918) dava corpo con maggiore incisività alla crisi delle avanguardie e tracciava il cammino verso il recupero delle forme e del cosiddetto Ritorno all’ordine, fenomeno di portata europea, qui illustrato nella terza e ultima sezione della rassegna.
COAZZOLO, LA CHIESETTA DI DAVID TREMLETT
David Tremlett torna nelle Langhe, vent’anni dopo la realizzazione della Cappella del Barolo a La Morra, per inaugurare il 24 giugno alle ore 11:30 il suo ultimo intervento artistico: il wall drawing della Chiesetta di Coazzolo. L’artista britannico riceverà inoltre la cittadinanza onoraria dal sindaco: un importante riconoscimento all’impegno profuso per la valorizzazione del territorio. Oggetto dell’espressione artistica di Tremlett è la Chiesetta, tuttora consacrata, della Beata Maria Vergine del Carmine, edificata alla fine del Seicento in aperta campagna, con una vista che spazia sulle colline del Moscato fino ad arrivare al Monviso.
L’ideatore e committente, con il supporto della galleria londinese Genillard, è Silvano Stella, proprietario del castello di Coazzolo e motore trainante dell’iniziativa, che spiega: “Il mio obiettivo è stimolare una dialettica fra noi che abitiamo e trasformiamo il paesaggio, non sempre migliorandolo, si pensi a molti fondovalle, e artisti di altissimo livello, che con i loro molteplici linguaggi ci possono ispirare e far ritrovare quella sensibilità estetica talvolta smarrita, che i nostri predecessori sembravano possedere naturalmente”.
“Quando Silvano mi ha portato a Coazzolo per la prima volta, mi sono subito innamorato dell’idea – racconta David Tremlett, che ha iniziato i lavori lo scorso settembre in coincidenza con la vendemmia – I miei genitori erano contadini e qui ho ritrovato i loro valori di semplicità, genuinità, onestà, gli stessi che credo potrà provare chiunque, visitando la Chiesetta ed entrando in contatto con questa comunità. Una comunità, fatta di persone di ogni età, che ha partecipato attivamente a quest’opera condividendo con me tempo, storie, cibo e vino”.
L’edificio, con i suoi oltre 300 metri quadri di superficie pittorica esterna, ha rappresentato per David Tremlett un assolo artistico di altissimo livello. La tecnica principale impiegata per l’intervento alla Chiesetta è stata quella del Wall Drawing, il linguaggio preferito dall’artista, che ha anche attinto al suo passato di scultore per progettare i lavori sulle facciate e sul tetto. La superficie è stata suddivisa in tre parti con altrettanti colori dominanti: giallo per l’atrio porticato, terra di Siena per il corpo della chiesa e verde oliva per la sacrestia e il basamento.
L’intervento alla Chiesetta è stato possibile solo dopo due anni di pratiche burocratiche che hanno permesso di ottenere tutte le necessarie autorizzazioni dalla Curia e dalla Soprintendenza delle Belle Arti e del paesaggio (il progetto è stato vagliato da 4 soprintendenti e 2 Vescovi).
Programma dell’inaugurazione del 24 giugno
Chiesa della B.M.V. del Carmine – Loc. Gallo, Coazzolo (AT)
ore 11:30: saluti istituzionali, taglio del nastro e conferimento della cittadinanza onoraria a David Tremlett
2^ BIENNALE DI GENOVA 2017, ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE D’ARTE CONTEMPORANEA
Dal 10 giugno, la 2^ Biennale di GENOVA 2017 – Esposizione Internazionale d’Arte Contemporanea a cura di Mario Napoli. La mostra, patrocinata da Regione Liguria, Comune e Città Metropolitana di Genova e dalla Camera di Commercio, resterà aperta fino al 24 giugno 2017. Sedi espositive: Palazzo Stella, Palazzo della Borsa, Galata Museo del Mare, Dipartimento Architettura e Design, Palazzo Doria Spinola, Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, Palazzo Nicolosio Lomellino, Palazzo De Ferrari Galliera, Museo Biblioteca dell’Attore e Mura di Malapaga.
Biennale di GENOVA 2017, atto secondo. Genova torna ad essere teatro per uno degli eventi nazionali più completi ed esaustivi sullo stato dell’arte contemporanea, con quasi trecento artisti visivi provenienti da ogni parte del mondo. Un sistema espositivo che si sviluppa in orizzontale, capillarizzandosi nel tessuto cittadino con undici prestigiose location coinvolte, e verticale perché dà spazio agli artisti partendo dagli emergenti di talento fino ad arrivare a grandi maestri come Carlo Nangeroni e Antonio Barrese del GRUPPO MID. La Biennale di GENOVA 2017 vuole, quindi, riconfermare gli entusiastici numeri in termini di presenze dell’edizione 2015, controprova di come gli oltre vent’anni di attività di SATURA abbiano un loro peso specifico assoluto, ma non solo. La manifestazione appare in costante evoluzione, più convinta nella propria capacità di creare una congiunzione sociale diretta tra promotori culturali, arti visive e pubblico. L’intero progetto, nato come “piattaforma” indipendente e innovativa per l’arte contemporanea, si presenta come un’occasione importante di crescita culturale per la città, un mezzo di valorizzazione per gli artisti e, non da ultimo, la potenzialità di maturare una coscienza critica anche in quanti si dichiarano tendenzialmente estranei a tematiche di genere artistico.
La Biennale di GENOVA rappresenta quel punto di forza culturale prima inesistente, ma che ora c’è, ed è una realtà in costante affermazione a livello territoriale e nazionale. È la dimostrazione di un’arte contemporanea “in movimento”, bisognosa di circolare nel grado più ampio possibile; di ritornare a giocare con costanza la sua partita nel quotidiano, in una dimensione che consenta di guardarla senza timori reverenziali e senza pregiudizi. In fondo, tra le righe del progetto che ha portato SATURA a creare la Biennale di GENOVA, è facile leggere una chiara speranza, ovvero che l’arte contemporanea possa riprendersi a pieno titolo quel valore espressivo-culturale con cui è nata.
ARTISTI ESPOSTI:
Marta Acaso Martinez, Adriano Accattino, Stefano Accorsi, Paola Adornato, Mahnaz Ahmadi, Farnaz Akhlaghi, Carla Albertella, Paolo Alessandro Alì, Guido Alimento, Sima Amani, Mario Anfosso, Roberto Antelo, Ametista, Michal Ashkenasi, Domenico Asmone, Julien Bacelon, Berzsenyi Bàlazs, Jacopo Baccani, Giacomo Barberis, Massimo Barlettani, Debora Barnaba, Antonio Barrese, Barbara Bartolone, Horst Beyer, Alessio Belloni, Alessandro Berretta, Fabio Berro, Moira Bigelli, Angelo Pio Biso, Giorgia Bo, Graziella Boffini, Valter Boj, Gabriele Bonasia, Giovanna Bondi, Stefano Borroni, Stefano Boschetti, Silvia Brambilla, Anne – Cecile Breuer, Rosamaria Brioschi, Stefano Cacciatore, Cristina Calderara Jaime, Margherita Caliendo, Tommaso Campini, Maura Canepa, Chris Cann, Marina Carboni, Pietro Caridi, Sofia Caristi, Rita Carlin, Rosalba Carlino, Rafael Casado, Lorenzo Castello, Paolo Cau, Giulietta Cavallotti, Maria Paola Ceccarini, Erick Centeno, Antonio Cerda, Somsak Chaituch, Alireza Chalipa, Claudia Chimenti, Gabriella Chizzolini, Mattia Ciafardo, Renzo Cincotta, Cobàs, Paolo Collini, Piergiorgio Colombara, Nicoletta Conio, Enzo Consiglio, Aristi Costopoulou, Paolo Cremonesini, Alberto Crivello, Ilario Cuoghi, Silvia Da Re, Nicola Daddi, Giovanna D’Alessandro, Franco Dallegri, Carola De Antoni, Marco De Barbieri, Diego De Crescenzo, Egle De Nuzzo, Valentina De Pascale, Graziella De Poli, Paola De Rosa, Gigi Degli Abbati, Fabien Dettori, Walter Di Giusto, Paolo Di Rosa, Maria Paola Demicheli, Olesea Enachi, Natalia Esanu, Paola Faggella, Alda Fagnano, Enzo Ferrea, Marianela Figueroa, Maurizio Forno, Ilaria Franza, Silvia Fucilli, Carmine Galiè, Marco Gallafrio, Francesco Galleri Saladino, Luciana Gallo, Debora Gambino, Antonello Gangemi, Ruggero Gervasoni, Diego Ghitti, Sandro Giacobbe, Beatrice Giannoni, Massimo Gilardi, Giorgio Gioia, Isabella Giovanardi, Alberto Girani, Iolanda Giuffrida, Giovanni Giusto, Christian Gobbo, Monica Gotta, Paola Grillo, Stefano Grondona, Antonio Guccione, Consuelo Hernández, Karl-Heinz Hinz, Hannes Hofstetter, Shala Homayouni, Huiming Hu, Giuliano Introini, Carlo Introvigne, Carol Invernici, Andrea Iorio, Hadi Jamali, Pegah Jamali, Pooya Jamali, Lidia Kaly, Giò Kaptra, Jürgen Krass, Martin Kuchar, Pia Labate, Valeria Laino, Jean Louis Lassez, Domenica Laurenzana, Riccardo Laverde, Maria Grazia Lazzari, Giovanni Leombianchi, Francesco Leone, Rodolfo Lepre, Bruno Liberti, LightLidol, Benito Ligotti, Roberto Lombardi, Daniele Longoni, Lu De Lucas, Alla Chiara Luzzitelli, Lucia Maio, MaMa, Manoli, Cristina Mantisi, Giulio Manuzio, Gimo Marino, Paolo Marino, Vincenzo Marino, Mauro Martin, Laura Mascardi, Monika Natalia Mazur, Andreas McMuller, Franco Meloni, Ramin Mehdinezhad, Carlo Merello, Plinio Mesciulam, Edjola Merxushi, Marina Minuto, Carlo Moggia, Sarvenaz Monzavi, Pina Morlino, Angelo Muriotto, Domi Musolino, Carlo Nangeroni, Karim Nasr, Guido Natella, Gianni Nattero, Necati, Riri Negri, Matteo Niccolai, Christian Nicoletta, Diletta Nicosia, Not so popular, Peter Nussbaum, Gabriella Nutarelli, Angelo Oliveri, Fredrik Olsen, Ela Opas, Piero Orlando, Achille Pace, Kerstin Paillard, Franco Paletta, Luigi Paracchini, Paola Pastura, Chiara Peccerillo, Diego Pedemonte, Samuele Pellecchia, Mario Pepe, Lucio Perna, Roberto Perotti, Roberto Pestarino, Emy Petrini, Giorgio Piana, Antonio Pietropaolo, Iacopo Pinelli, Marina Planas Antich, Alberto Poggia, Giuseppe Ponte, Mariachiara Pozzi, Anna Prestigiacomo, Cinabrio Qijano, Mirella Raggi, Mashid Rahim Tabrizi, Niloofar Rahnama, Isabella Ramondini, Daniela Rancati, Paola Rapetti, Niccolò Ratto, Mariella Relini, Franco Repetto, Paolo Residori, Rossana Rigoldi, Aleandro Roncarà, Alessandro Rossi, Silvia Rossi, Paolo Ruggiero, Irene Rung, Fabio Giorgio Salvi, Giacomo Sansoni, Erico Santos, Rossella Sartorelli, Carlo Sciff, Gio Sciello, Giovanni Schivo, Giorgia Scoma, Manijeh Sehi, Antonella Serratore, Andrea Sesta, Ibragim Shanaev, Giampiero Sicurella, Miriam Siragusa, Pablo Solari, Stefan Soravia, Gianfranco Spada, Valdi Spagnulo, Giovanni Spinella, Patrizia Staccione, Antonella Stellini, Maurizio Stragapede, Vito Stramaglia, Luisa Strocco, Danilo Susi, Lana Svit, Jing Tang, Walter Terè, Philippe Thélin, Pino Tipaldo, Shabnam Tolou Ashtiany, Niloufar Torabi, Salvo Trombetta, Elena Troubetzkoy, Pasquale Vaira, Fabio Valente, Mauro Valentini, Maria Vittoria Vallaro, Daria Varigina, Marcela Maria Vega Stieb, Pino Venditti, Alessandra Vinotto, Rita Vitaloni, Rodolfo Vitone, Maria Teresa Vittone, Alice Voglino, Zoran Vuckovic, Hao Wang, Yutian Wang, Tongyu Wu, Nevio Zanardi, Jianing Yan, Mona Zandkiani, Xiuqiong Zhang, Huan Zhou, Roberto Zizzo, Paolo Zughetti.