“Togliere il pedaggio al casello di Santena? Non è mai troppo tardi…”

 

Giuseppe Cerchio

Beppe Cerchio, nella sua lunga carriera di politico del territorio (consigliere e poi assessore in Regione, vicepresidente del consiglio in Provincia) aveva fatto dell’abolizione del pedaggio al casello della tangenziale a Santena un suo cavallo di battaglia. Dopo gli interventi del sindaco di Moncalieri e quello del consiglio comunale di Chieri, Cerchio interviene con una nota che pubblichiamo per esteso.

“Si ha notizia che i circoli PD del chierese e carmagnolese abbiano proposto un o.d.g. già votato nei giorni scorsi in consiglio comunale a Chieri, per chiedere l’eliminazione della barriera a pagamento di Santena sulla tangenziale sud. Non è mai troppo tardi!! Correva infatti l’anno 1975 allorquando già il sottoscritto, quale amministratore della opposizione DC in Regione, richiedeva un ripensamento in merito alla realizzazione dell’allora costruendo casello Santena-Cambiano-Trofarello. Le motivazioni erano legate alla penalizzazione dei pendolari, in particolare chieresi, alla lievitazione dei transiti sulla statale 29 e conseguente inquinamento ambientale, ai rallentamenti della percorrenza, all’aumento di incidenti sulla viabilità minore. Sono riuscito, con reiterate ed accanite battaglie a bloccare dal 1975 al 1977, per un paio d’anni, il pedaggio, però poi nel 1977 decollò ed è andato progressivamente aumentando. Già in quegli anni mi attivai per una serie di legittime proteste da parte degli utenti e dei comuni per un pedaggio che è stato contestato come iniquo ed ingiusto in quanto l’automobilista che entra a Santena ed esce a Moncalieri percorre 10 chilometri e ne paga 23. Infatti l’elevato pedaggio serviva a coprire il mancato incasso di altri caselli nel frattempo liberalizzati. Dopo un paio di occupazioni del casello incriminato, ho anche proposto corsie preferenziali con pedaggio scontato per i pendolari, richiesto ed ottenuta la ristrutturazione e l’asfaltatura di strada Fontaneto, la razionalizzazione delle rampe di accesso e la rotatoria di svincolo a Santena. Piccoli, ancorchè significativi risultati ho ottenuto, ma il problema fondamentale, la liberalizzazione del pedaggio, non è mai decollata. Dopo le battaglie che ho condotto in Regione ho proseguito l’impegno anche in Provincia, ma anche in questo ente si sono registrate situazioni assurde. Infatti ad ogni decollo programmatico dell’amministrazione provinciale abbiamo letto finte volontà di favorire la liberalizzazione del casello mentre Ativa, la società di gestione della tangenziale, esprimeva ipotesi interlocutorie. Cito ad esempio il programma per la candidatura alla Presidenza della Provincia di Mercedes Bresso per le elezioni dell’aprile 1995 che recitava l’eliminazione del pedaggio sulla tangenziale, mentre nel documento illustrato nella seduta di insediamento nel mese successivo (maggio 1995), in contrasto con quanto annunciato, ad aprile di liberalizzazione del casello non se ne parlava più!! Ed è in questo senso che il 15 giugno 1995 interrogavo in Provincia per sapere le motivazioni che avevano spinto Bresso ad annunciare ad aprile (in campagna elettorale) la volontà della eliminazione del pedaggio e successivamente a maggio, (a risultati elettorali acquisiti) a cambiare tale annunciata volontà. Analoghi atteggiamenti venivano assunti dal successore presidente Antonio Saitta che ha continuato a tradire il suo programma elettorale annunciando liberalizzazioni mai però attivandole. Ora il documento PD, approvato in consiglio comunale a Chieri, potrebbe essere ben accolto dal sottoscritto, che sin dal 1975 già richiedeva l’eliminazione della barriera, ma pare l’ennesima furbata molto strumentale, una sorta di “pannicello” presentato per salvarsi la coscienza. Si tratta di un semplice ed innocuo o.d.g. privo di una seria analisi e proposte finalizzate ad agevolare lo sviluppo socio-economico delle aree di prima e seconda cintura. Che fare allora? Sarebbe necessaria una Amministrazione Comunale di Chieri quale vera capofila, che fosse in grado di fare squadra e pressing, capace di proporre passi propedeutici per attivare investimenti finalizzati a completare il sistema tangenziale di Torino. Ma l’ostilità del Comune di Chieri, già espressa nel passato sulla tangenziale est, colloca la proposta del PD molto tardiva, sospetta e difficilmente realizzabile. Non è quindi sufficiente un semplice auspicio rivolto alla Città Metropolitana, ente per molti versi inutile, scatola vuota, con forti situazioni di stallo specie a Torino perchè priva di una maggioranza autosufficiente, un ente partorito dalla frettolosa riforma del Governo Renzi e del suo pretoriano Delrio. Riproponga il Comune di Chieri, ma con forza, e non con un semplice o.d.g. quel tavolo permanente articolato, che quale vice presidente del consiglio provinciale, avevo attivato con Regione, l’allora Provincia ed i comuni dell’area chierese e che aveva avviato un positivo ragionamento in vista della scadenza della concessione Ativa (ora scaduta) ed una avviata interlocuzione, all’inizio del 2014, con l’allora Ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi. L’obiettivo serio e non solo virtuale deve essere rivolto a smuovere l’attuale situazione statica presso il Minisero Infrastrutture, con l’accorpamento delle società concessionarie per tratte continue e comunicanti su cui si era già lavorato. In questo quadro il Comune di Chieri senza superbia e presunzione recuperi il lavoro già fatto da altri, si pronunci per l’accorpamento fra le società Satap (To-Piacenza), Ativa con eventuale collegamento Asti-Cuneo, che ora registra una stasi preoccupante per l’inerzia dell’attuale Ministro Delrio, che da mesi ha lasciato la partita ai burocrati dell’Anas. Dopo le battaglie che ho condotto in Regione trovando la preconcetta opposizione dei governi regionali di sinistra e le ondivaghe posizioni delle maggioranze della Provincia che hanno ripetutamente promesso e mai mantenuto in tema di liberalizzazione, l’iniziativa votata dal Comune di Chieri rischia, se rivolta solo alla Città Metropolitana, di avere un interlocutore assai debole e scarsamente influente politicamente. In sostanza occorre per riattivare investimenti nell’ambito della grande viabilità ridefinire i rapporti esistenti fra le società concessionarie autostradali, passando per quel che vale, pur anche dalla Città Metropolitana di Torino, ma andando ben oltre se si vuole affrontare seriamente e risolvere il problema del traffico dell’area metropolitana e magari avere una liberalizzazione funzionale al raggiungimento più facilitato per il futuribile Ospedale unico dell’ASL TO 5, certamente necessario, ma probabilmente improponibile!”