Chieri: “Pane sospeso”, iniziativa sperimentale per combattere disagio e povertà.

 Nella tradizione partenopea lasciare un “caffè sospeso” in un bar equivale a pagarne due e consumarne solo uno. Ciò lascia la possibilità, a chi si trova in condizioni di indigenza e difficoltà, di entrare in un bar e, alla richiesta di un “sospeso”, poter bere un caffè come se gli fosse stato appena offerto. Una tradizione civile e solidale che ha già fatto il giro del mondo e che la consigliera e capogruppo di FI in Consiglio comunale vorrebbe portare a Chieri, con una piccola ma sostanziale variante: declinarla su un bene di prima necessità come il pane. «La crisi economica che ha colpito il nostro Paese sta togliendo dignità a chi non ha nemmeno la possibilità di comprare beni di prima necessità. L’iniziativa del “pane sospeso” eviterebbe quel senso di colpa e di disagio che si può avvertire fruendo di servizi di assistenza nei luoghi deputati, contribuendo a salvaguardare, attraverso un piccolo gesto come l’acquisto del pane, un senso di normalità quotidiana – spiega Sacco – La dicitura “pane sospeso” e non già “pane pagato” considera questa iniziativa quale opera di semplice, immediata e diretta solidarietà e non di mero assistenzialismo». Attivare la rete del “pane sospeso”, ricalcando quella del “caffè” dovrà essere un processo semplice e a costo zero per l’Amministrazione e, almeno nelle prime fasi, sperimentale. L’idea è quella di raccogliere e pubblicare sul sito del Comune le adesioni dei panifici e degli esercizi disposti, tramite le associazioni di categoria come Assopanificatori aderente alla Confesercenti, ad aderire all’iniziativa “Il pane sospeso nella Città di Chieri”. I clienti che lo vorranno, potranno acquistare il pane e lasciarne in sospeso una parte che verrà donata in maniera discreta e riservata, attraverso il personale degli esercizi, a chi ne farà richiesta, applicando un criterio di conoscenza dello stato di bisogno di cittadini e famiglie in stato di difficoltà sociali. Criteri di priorità dovranno essere applicati verso le persone anziane, le famiglie in stato di disagio, inoccupati senza reddito. Ai ragazzi delle associazioni del territorio, verrebbe assegnato il compito di realizzare un logo per l’iniziativa. «Attraverso una semplice mediazione, con la pubblicazione a costo zero sul suo sito delle rivendite aderenti e con la creazione di un logo da parte dei ragazzi o delle associazioni, il Comune di Chieri potrebbe realizzare una catena virtuosa di solidarietà. L’amministrazione dovrà semplicemente impegnarsi ad effettuare una relazione sul monitoraggio e sui risultati della sperimentazione».