Chieri e Chierese, nuovi profughi in arrivo. “Ma non è emergenza…”

Manuela Olia

C’è fermento, anche nei comuni del Chierese, per il possibile (probabile?) arrivo di nuovi profughi richiedenti asilo. Nei giorni scorsi, le cronache si sono occupate di Trofarello (contraria) e di Nichelino (disponibile), alle quali il Prefetto in un incontro ufficiale ha annunciato possibili arrivi. Chieri e i 25 comuni del consorzio dei servizi socioassistenziali (103 mila abitanti in tutto) non è esentata dal problema. E Manuela Olia, vicesindaco con delega al sociale e quindi sin dall’inizio referente sul problema dell’accoglienza, è il naturale riferimento su quanto potrebbe accadere nel prossimo futuro. “Chieri come tutti sanno – dice Olia – è già sede di C.A.S., centro accoglienza straordinaria, e accoglie al momento una novantina scarsa (nell’ultimo censimento ne abbiamo contati 84) di richiedenti asilo. Potranno al massimo diventare cento. Per queste persone, le novità sono poche: è previsto di accorpare in un nuovo alloggio i ragazzi che frequentano le medie superiori e l’università e si è trovato un piccolo alloggio dove vivranno due famiglie. La notizia di questi giorni, che ha inquietato qualcuno ma che va spiegata, è la candidatura del Consorzio dei servizi socio assistenziali del Chierese, che comprende 25 comuni tra cui noi, nell’ambito dello S.T.R.A.R., il servizio di accoglienza rifugiati gestito direttamente dal Ministero dell’Interno e che si rapporta con gli enti locali, nel caso con ilo consorzio. Il consorzio si è candidato, in pratica, per 100 posti di accoglienza, da spalmare sui 25 comuni: il numero complessivo sarebbe di 300, ma da questa cifra vanno sottratti i 200 già accolti nei diversi comuni della zona, inclusi i nostri 90. I 100 in più, ragionevolmente, andranno nei comuni dove le attuali presenze sono percentualmente inferiori al 3 per mille indicato dall’Anci. Dunque, non andranno a Pecetto o a Riva dove già i rifugiati sono parecchi di più. Comunque, ribadisco che il problema non è il numero, ma la modalità con cui sono accolti: dove si è lavorato bene, come appunto da noi o a Riva e Pecetto, il problema non sussiste.”