CRONACA – Torino, Barriera Nizza: 5 stranieri denunciati, revocato il loro permesso di soggiorno

Nell’ambito dell’intensificata attività di controllo del territorio disposta dal Questore di Torino per il periodo estivo, il Commissariato di P.S. “Barriera Nizza” ha effettuato mirati servizi in zona S. Salvario e nel parco del Valentino ove, soprattutto nelle ore serali si ha un incremento esponenziale del reati predatori, rapine e “scippi” (furti con strappo).

I costanti e numerosi interventi nell’area, confrontati con le denunce sporte nei vari uffici di polizia, hanno permesso di fare una attendibile ed utile “mappatura” del fenomeno, accertando i punti in cui è maggiormente virulento.

Si è potuto appurare che la zona nord del parco, maggiormente esposta, è costantemente frequentata da cittadini stranieri regolari sul territorio dello stato, molti dei quali con precedenti specifici, quali appunto furti e rapine.

I conseguenti approfondimenti info-investigativi hanno permesso di avere ulteriori riscontri circa gli autori di tali reati, che si muovono in gruppo, esperti e veloci nell’individuare le proprie vittime ed appropriarsi di telefoni o monili di valore indossati, quindi dileguarsi nell’area verde, confondendosi tra gli altri stranieri frequentatori della zona.

Proprio attraverso questi elementi, cinque dei suddetti soggetti, tra i 19 ed i 21 anni di età, dediti alla commissione dei reati citati sono stati individuati ed identificati.

In particolare si tratta di stranieri entrati in Italia pochi anni fa, ancora minorenni e non accompagnati; una volta presi in carico dai Servizi Sociali, come previsto, avevano regolarizzato la propria posizione di soggiorno per minore età ed al compimento del 18° anno presentato la richiesta di conversione del soggiorno per attesa occupazione lavorativa e/o per studio.

Per meglio far intendere, i minori stranieri non accompagnati accolti in Italia ricevono il relativo permesso di soggiorno ed avviati a progetti di integrazione sociale e civile, di durata non inferiore a due anni, gestito da un ente pubblico o privato che abbia rappresentanza nazionale e sia iscritto in un apposito registro. Una volta divenuti maggiorenni, possono richiedere un titolo di soggiorno – come sopra detto – per motivi di studio o di accesso al lavoro.

Gli stranieri fermati, benché posti in condizione di maturare un adeguato inserimento sociale e lavorativo, non hanno dimostrato alcuna volontà in tal senso, non riuscendo ad adeguarsi alle regole delle strutture in cui erano stati inseriti, né a portare a termine il percorso scolastico intrapreso, optando, invece, per la commissione di attività illecite.

Le modalità di commissione dei reati di cui si sono resi autori, connotate da un’indole particolarmente violenta ed incline alla condotta criminale, hanno generato nei residenti e nei frequentatori dell’area verde, in particolare modo nell’ultimo periodo, un forte senso di insicurezza.

La stabilità nel compiere i reati come strumento di sostentamento, la stanzialità della zona d’azione, la mancanza di adeguati mezzi economici leciti e la conseguente pericolosità per l’ordine e la sicurezza pubblica, hanno indotto il Questore ad adottare provvedimenti particolarmente afflittivi previsti dalla normativa nei confronti dei fermati espulsi – trattenimento immediato al C.P.R. -, atteso soprattutto il fatto che in molti casi sarebbero risultate di difficile applicazione pene detentive disposte in sede giudiziaria.

Pertanto, grazie anche un lavoro certosino di ricostruzione della condotta tenuta da detti personaggi da parte dell’Ufficio Immigrazione della Questura, si sono potute evidenziare le speciali condizioni per l’adozione del decreto di espulsione del Prefetto come misura di prevenzione personale, revocando il permesso di soggiorno e procedendo al trattenimento presso il Centro di Permanenza per i Rimpatri di Torino; il tutto senza i tempi morti previsti per una normale procedura di espulsione che, nella quasi totalità dei casi non consente la concreta applicazione dell’allontanamento dal territorio nazionale o del trattenimento ai C.P.R., soprattutto quando lo straniero è in possesso – come nei casi in questione – di regolare permesso di soggiorno.

E’ la prima volta che a Torino è applicato tale tipo di provvedimento.

Nella mattinata di ieri il Giudice di Pace di Torino ha convalidato i provvedimenti di trattenimento disposti dal Questore non accogliendo le eccezioni degli avvocati; nei prossimi giorni saranno tutti rimpatriati.