Sostegno al reddito, Sacco (F.I.): “Il Governo sbaglia e Chieri non fa nulla…”
Approvato il nuovo provvedimento di sostegno al reddito che il Governo attiverà a partire da gennaio 2018. «Esattamente un mese prima delle elezioni politiche in programma a febbraio – fa notare Rachele Sacco, capogruppo FI in Consiglio comunale – Una strana coincidenza che però puzza tanto di marchetta elettorale».
Un’agevolazione che però non risolleverà le sorti delle famiglie: «Gli importi sono bassi rispetto alle reali necessità – sottolinea Sacco – L’aiuto corrisponde al massimo a quello dell’assegno sociale per gli over 65 senza reddito, pari a 485 euro al mese e dipenderà dal numero dei componenti della famiglia e dalla situazione familiare e reddituale, ma i fondi stanziati non basteranno per soddisfare tutte le persone che ne avrebbero bisogno».
Insomma l’ennesimo stratagemma per raccogliere voti: «Stranamente questa iniziativa affianca altre proposte dell’attuale Governo, ma quando sono state attivate? Bonus 80 euro ad aprile 2014 quando erano in programma le elezioni europee di maggio 2014. Il Bonus giovani di 500 euro attivo da novembre 2016 con il referendum costituzionale programmato a dicembre 2016. E ora il reddito di inclusione che arriverà nei primi mesi del 2018 come le elezioni politiche. Solo un caso? Intanto continuano ad innalzare l’età pensionabile ad ulteriore danno per i pensionati e i disoccupati! – prosegue Sacco, di professione consulente del lavoro – La Legge Fornero evidentemente non ha insegnato nulla sulla distruzione del mercato del Lavoro, eppure dagli errori si dovrebbe imparare a non ripeterli!»
Poi la consigliera porta un altro esempio: «Nell’ultimo Consiglio comunale come gruppo abbiamo presentato un ordine del giorno affinché l’attuale amministrazione del nostro Comune si facesse portavoce dei cittadini contro il blocco dell’adeguamento pensionistico – riporta Sacco – Nel dicembre 2011, con il decreto Salva Italia, il Governo ha escluso per gli anni 2012 e 2013 l’adeguamento automatico delle pensioni superiori al triplo del minimo Inps. In pratica chi è andato in pensione prima del 31 dicembre 2011 e e prima del 31 dicembre 2012 è rimasto “fuori”. Per questo abbiamo chiesto che il Comune di Chieri sollecitasse tutti gli enti competenti affinché ai titolari di pensione colpiti dal blocco ci fosse una restituzione degli importi maturati».
Ma l’odg è stato bocciato: «Come possiamo aspettarci che a Roma prendano a cuore le priorità dei cittadini, se dagli stessi Comuni fanno ostruzionismo e non prendono posizioni politiche? E’ dai territori che devono partire le idee, è dal basso che bisogna riappropriarsi della “cosa pubblica”. Soprattutto è importante anche informare i cittadini affinché possano adoperarsi per far valere i propri diritti, salvaguardando i loro interessi»