I SUONI DELLE STAGIONI, A RIVA PRESSO CHIERI, IL 17 SETTEMBRE 🗓
LA POSAVINA CANTA E PIANGE: L’UNIVERSO MUSICALE DEI PROFUGHI CROATI DELLA POSAVINA BOSNIACA
Riprendono gli incontri mensili del Ciclo “I Suoni delle Stagioni” e l’appuntamento del mese di Settembre si centra su una complessa e profonda realtà socio culturale, il cui racconto in musica è presentato per la prima volta al pubblico italiano. Lo spettacolo nasce dalla collaborazione del Direttore Artistico, nonché studioso, Guido Raschieri e l’HKUD Ticino, Associazione Artistico-Culturale Croata del Canton Ticino ed è il frutto di un profondo lavoro di ricerca etnomusicologica svolto in Croazia, Bosnia e Canton Ticino che ha portato alla pubblicazione di due volumi di recente edizione: La Posavina canta e piange, vol. I e II, Lucca, LIM 2016. L’Associazione HKUD Ticino è una realtà rappresentativa di quel processo di diaspora innescato dai conflitti nei Balcani e nella dissoluzione dell’ex Jugoslavia; l’organizzazione, fondata nel 2009, dopo il superamento di ostacoli di nuovo insediamento in territorio svizzero, è nata con l’intento di garantire alla collettività di emigrati il mantenimento degli originari tratti culturali e identitari. Per comprendere le “note” della musica e dei canti tradizionali, in cui traspare la triste realtà vissuta da un popolo costretto ad un processo di diaspora, è doveroso di seguito scrivere un breve excursus storico-geografico introduttivo. La Posavina bosniaca è una regione culturale situata nel lembo nordorientale della Bosnia, addossata al tratto del fiume Sava, che oggi demarca la linea di separazione con la Croazia. La popolazione di etnia croata e fede cattolica può vantare una tranquilla e plurisecolare presenza nel panorama multietnico della Bosnia ed Erzegovina; così una vasta collettività di croati visse pacificamente a fianco di serbi e musulmani…fino agli anni ’90 del Novecento quando, a causa delle guerre, l’equilibrio si ruppe fino al crollo della Jugoslavia federale e una moltitudine di croati dovette abbandonare la Posavina, terra oramai martoriata, a favore di altri Paesi europei o extraeuropei. In uno scenario di desolazione e morte l’unico bene vitale, trasferibile, che seppe infondere uno spiraglio di luce era la musica: un mondo sonoro particolare da cui si evince sia il legame con l’Occidente, nella presenza del violino, e sia l’influenza orientale dei dominatori ottomani, evidente nell’uso del liuto orientale ṧargija. Il programma prevede alle ore: 12.15 un primo assaggio culturale sul sagrato parrocchiale, al termine della messa, con il tradizionale ballo in cerchio: la danza del kolo. 15.30-17.30 il concerto presso il Salone San Giuseppe. Per l’intera durata dell’evento inoltre sarà aperto, dunque visitabile, il Museo del Paesaggio Sonoro. Durante lo spettacolo di domenica 17 settembre, dunque, si potrà avere il piacere di osservare le pratiche musicali tutt’ora in uso nella vita della comunità: la danza dei kola, in cerchio e in nuove coreografie, accanto ai canti lirici di coppia con accompagnamento di ṧargija e violino, e l’occasione di addentrarsi in uno spaccato socio-culturale sospeso tra Oriente ed Occidente.
Serena Goldin