LE PERLE NERE DELLA MUSICA a cura di Edoardo Ferrati
Sammartini, Concerti in sette parti op. 2
I Musici di Roma
Dynamic CDS 7777, reg.: Roma, Sala Accademica Pontificio Istituto Musica Sacra, 18/22 ottobre 2016,
edito maggio 2017
durata 61:52
Il milanese Giuseppe Sammartini (1695-1750), attivo tra il periodo tardo barocco e l’età classica, ha ascendenze francesi: il padre Alexis Saint Martin, anch’egli oboista, lo avviò agli studi musicali, introducendolo sedicenne nelle file dell’orchestra del Teatro Ducale di Milano. Considerato tra i migliori strumentisti dell’Italia settentrionale, svolse la maggior parte della sua vita professionale a Londra al servizio di Friederick, principe di Galles. Fratello del famoso Giovanni Battista, considerato con C.Ph.E. Bach, uno dei maggiori musicisti preclassici: a differenza di quest’ultimo non fu un musicista dalla produzione copiosa. Sono solo sette le sue raccolte di Concerti grossi , lavori di elevata qualità artistica e che non vennero accolti con la dovuta attenzione, solo le ristampe più tardive registrarono maggiore fortuna e questo convinse Giuseppe a dare alle stampe nuove raccolte di Concerti grossi, genere assai apprezzato a Londra. L’op. 2 accoglie anche l’assetto del concertino in quartetto d’archi; nonostante il saldo aggancio al mondo barocco svelano atteggiamenti galanti nell’invenzione melodica, nell’ornamentazione, nella condotta armonica. Stilisticamente aperta al nuovo in quanto tale da includersi nel clima che proporrà il Classicismo. Tutti i concerti (esclusi i nn. 3 e 6)sono articolati in quattro movimenti e si svelano piccoli capolavori. Brani ispirati, a volte sembrano quasi non adattarsi alla forma misurata del Concerto grosso e dove lo sviluppo del contrappunto è magistrale, riassume i contrasti espressivi spesso mediante un raffinato cromatismo e un uso originale dell’armonia.
Il disco propone in prima mondiale la raccolta completa dei Concerti op. 2 interpretati dal complesso “I Musici (foto) storica formazione italiana (quest’anno compie sessantacinque anni di attività) che ha fatto conoscere a un vasto pubblico buona parte della letteratura strumentale del Settecento Italiano. Un traguardo notevole. Naturali avvicendamenti fisiologici si sono registrati all’interno del gruppo che non ha mancato di porre attenzione alla prassi esecutiva filologica, impegnando strumenti storici. I Musici suonano con grande vitalità e aderenza stilistica: un esempio di non comune freschezza e coinvolgimento. Elegante la veste grafica, fascicolo contenente note ampie e informate a cura di Danilo Profumo.