Torino, la Guardia di Finanza e il contrasto al lavoro sommerso
Il 2017 sembra essere un anno particolarmente attivo nel campo del contrasto al lavoro irregolare.In totale sono stati circa 100 gli interventi eseguiti dai finanzieri del Comando Provinciale di Torino rivolti al contrasto del lavoro sommerso. Quasi 250 i lavoratori scoperti a prestare lavoro “in nero” o comunque non regolarmente assunti, sprovvisti di qualsivoglia copertura previdenziale, assicurativa e sanitaria. 70 i datori di lavoro verbalizzati per l’impiego di lavoratori in nero.Questa attività si inquadra in uno degli obiettivi perseguiti dalle Fiamme gialle a tutela della legalità e del corretto svolgimento della vita economica del Paese. Il contrasto al “lavoro sommerso” ha lo scopo di individuare tutte quelle fattispecie di rapporti lavorativi nei quali il datore di lavoro si avvale di prestazioni professionali rese da un dipendente senza poi riconoscergli alcuna copertura previdenziale e senza pagare le relative imposte.In particolare, tra le operazioni più significative dell’ultimo periodo vi è quella di un autolavaggio torinese, i Finanzieri del Gruppo Torino hanno sorpreso l’intero staff dell’azienda intento al lavaggio delle autovetture ma sprovvisto di qualsiasi contratto di assunzione. Analoga situazione è stata riscontrata dai Finanzieri di Ivrea, unitamente agli ispettori del lavoro, i quali hanno scoperto un’azienda tessile del canavese che impiegava ben 10 lavoratori totalmente “in nero”, intenti a svolgere il loro lavoro sartoriale; si tratta di tre Italiani, un rumeno e sei cittadini di origine pakistana,questi ultimi beneficiari dello status di richiedenti asilo.Le attività della Guardia di Finanza, attraverso la prevenzione e la repressione diogni forma di concorrenza sleale, come quella dell’utilizzo di lavoratori “in nero”,che spesso vengono esposti a elevati rischi in termini di sicurezza e di garanzie.