LE PERLE NERE DELLA MUSICA a cura di Edoardo Ferrati
PIZZETTI, Concerto in mi bemolle maggiore per arpa e orchestra “classica”; Sinfonia in la maggiore
Solista: Margherita Bassani / Orchestra Sinfonica Nazionale R.A.I diretta da Damiano Iorio
Naxos 8.5733613; reg. Torino, Auditorium R.A.I. “Toscanini”, 22-26 settembre 2015
Ildebrando Pizzetti (foto) nacque a Parma il 20 settembre 1880 da Odoardo, insegnante di pianoforte e maestro di coro e da Teresa Fava. Nel 1896 venne ammesso al Conservatorio di Parma in cui studiò sotto la guida di Telesforo Righi e Giovanni Tebaldini. Si diplomò in composizione nel 1901, trovò lavoro come maestro sostituto al Teatro Regio di Parma fino al 1903. Nel novembre 1905 vinse il concorso bandito per le musiche di scena della tragedia La nave di Gabriele D’Annunzio: un evento di basilare importanza che segnò l’inizio della collaborazione e dell’amicizia tra il compositore e il poeta che gli diede il nome di Ildebrando da Parma. Pizzetti scrisse varie opere strumentali, liriche per canto e pianoforte e musiche di scena che mostrano il recupero della musica antica, orchestrata in stile moderno. Il musicista parmense è incluso nella cosiddetta “Generazione dell’Ottanta” che, in modi diversi, con Alfano, Malipiero, Respighi e Casella voleva far rinascere la musica italiana e riportarla in una prospettiva europea, avviando così un grande processo che esercitò una forte influenza sull’attività creativa e sulla vita musicale del nostro Paese.. Nel 1909, intanto, venne nominato professore di armonia e contrappunto al Conservatorio di Firenze che diresse dal 1917 al 1923. Nel ’13 si prestò a un esperimento curioso: Giovanni Pastrone lo incaricò di comporre le musiche del primo kolossal cinematografico, Cabiria per il quale compose la Sinfonia del Fuoco, lasciando il resto dell’opera a Manlio Mazza. Assunse la direzione del Conservatorio di Milano nel 1924, mentre nel ’36 fu responsabile del corso di altro perfezionamento in composizione all’Accademia Santa Cecilia in Roma. Tra i suoi allievi si ricordano: Mario Castelnuovo Tedesco, Gianandrea Gavazzeni, Nino Rota, Nello Segurini. Firmò il Manifesto degli intellettuali fascisti (1925), Accademico d’Italia (1939). Terminata la guerra compose opere per la radio. L’ispirazione di Pizzetti culmina nell’opera Assassinio nella cattedrale dal dramma omonimo di T.S. Eliot. Morì a Roma il 13 febbraio 1968.
Il Concerto per arpa e orchestra è l’ultimo lavoro strumentale di Pizzetti. Iniziato nel ’59 a Cortina d’Ampezzo, terminato nel febbraio ’60, venne tenuto a battesimo dall’insigne arpista Clelia Gatti Aldrovandi l’11 ottobre 1960 alla Scala sotto la direzione di Fernando Previtali. Dedicato alla stessa Gatti Aldrovandi, alla cui qualità d’interprete si ispirò Pizzetti che definì l’organico strumentale adottato “orchestra classica” allo scopo di sottolineare l’equilibrio dei rapporti fonici con le peculiarità dell’arpa. La struttura è quella tradizionale tripartita, caratterizzata da un lirismo quasi manierista. In tutt’altro clima è immersa la Sinfonia in la maggiore, scritta alla vigilia dei sessant’anni. L’atmosfera è tragica, immersa al principio del secondo nefasto conflitto mondiale. Composta dietro suggerimento del governo nipponico per i 2600 anni di fondazione di quell’impero. Ebbe una tormentata realizzazione, sensazione che si coglie nel concitato primo movimento, stemperato , poi , in modo lirico nel secondo per poi incupirsi di nuovo dopo il leggero gioco dello Scherzo. Il Finale è percorso da un serpeggiante tema cromatico su cui si regge la struttura dell’ossatura ritmica.
Onore all’etichetta Naxos che impiega energie importanti per tirare fuori dall’ombra l’opera dei compositori italiani del primo Novecento le cui figure meriterebbero migliore attenzione nella proposta delle istituzioni concertistiche italiane.
Margherita Bassani e il direttore Damiano Iorio colgono bene i toni e i particolari della scrittura di Pizzetti.
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