ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati
TORINO- DAL ROCK ALLA CLASSICA ATTRAVERSO IL CIBO- Il terzo concerto della stagione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI vede il gradito ritorno del direttore texano John Axelrod (foto). A sedici anni era già un prodigio del pianoforte, allievo di Leonard Bernstein. Dopo la laurea ad Harward in musica classica, scelse una parentesi rock, lavorando per una multinazionale discografica. Ora è uno dei direttori d’orchestra più quotati e apprezzati a livello internazionale. La sua passione per la cucina e i grandi vini italiani è tale che John ha pubblicato un libro sui ristoranti italiani più famosi nel mondo. Un gourmet a cui è stato affidato l’omaggio al suo maestro Bernstein, di cui il prossimo anno cadrà il centenario della nascita (23 agosto 1918) e che già fin da ora le principali istituzioni concertistiche internazionale vogliono ricordare con una serie di imponenti manifestazioni., Scomparso il 14 ottobre 1990 è tra le più versatili e importanti bacchette del Novecento, compositore, direttore d’orchestra e profondo conoscitore è stata una personalità eclettica, capace non solo di eccelse interpretazioni del repertorio tradizionale, m anche di brani diventati celebri come quelli dal musical West Side Story (1957).
La Sinfonia per otto voci e orchestra, composta nel 1968-69, venne commissionata a Luciano Berio dalla Filarmonica di New York in occasione dei 120 anni della sua fondazione ed è dedicata a Bernstein. Un lavoro strutturato in cinque movimenti, musicalmente innovativo dove le voci (due soprani, due contralti, due tenori, due bassi) sussurrano, urlano, parlano e cantano. Come disse Berio stesso, il titolo di Sinfonia allude alla forma classica, ma è da intendersi piuttosto come l’unione di suoni di otto voci e strumenti, oppure in senso più generale il suonare insieme di cose, situazioni e significati diversi. Nel primo movimento vengono utilizzati testi tratti da Le cru et le cuit dell’antropologo francese Claude Lévi Strauss il quale ha contribuito ad ispirare Berio, affermando in molti suoi testi che il mito è strutturato come una composizione musicale , dove alcuni di essi hanno una forma fugata ed altri sonata. Il secondo tempo è dedicato alla memoria di Martin Luther King : qui le voci dapprima cantano suoni senza alcun apparente significato che solo nel finale riveleranno essere il fonema dell’espressione “O Martin Luther King”. La terza sezione inizia citando passi dallo Scherzo della Nona sinfonia di Mahler rielaborati e sviluppati. L’orchestra, infatti, suona passi da La mer di Debussy, da Valse di Ravel, da Le sacre du printemps di Stravinskij, così come citazioni di Schoenberg,Webern, Brahms, Pousseur, Hindemith. Boulez. Viene così creato un denso collage, venato di grottesco con un tocco di postmodernismo . Le voci recitano passi tratti da L’Innominable di Beckett a cui fa capo il primo tenore che è il vero protagonista della scena, chiamato a frasi di largo respiro, quasi mai cantate. Berio descrisse questo movimento Un viaggio a Cytherea, in cui una nave carica di doni è diretta verso l’isola dedicata alla dea dell’amore, trasportata dalla musicalità dello Scherzo di Mahler. Il quarto movimento è disteso, sereno dopo le frenesie del precedente. Inizia ancora con una citazione di Mahler tratta dal coro della Seconda sinfonia le voci formano effetti come i sussurri e la frammentazione delle parole a sillabe. L’ultimo tempo, aggiunto un anno dopo la prima esecuzione, organizza in una nuova maniera più organica il materiale sonoro iimpregnato ancora una volta da echi mahleriani.
Le otto voci della Sinfonia sono affidate all’ensemble The Swingles, nato a Parigi nel 1963 e oggiAggiungi un appuntamento per oggi con base a Londra è uno dei più celebri gruppi vocali che mescola i generi più vari secondo un particolare gusto e stile tutto loro.
La fama di Bernstein come direttore d’orchestra ha oscurato quella del compositore condizionata da un certo eclettismo linguistico e dalla frequentazione di generi della musica commerciale. Il balletto Francy Free, preceduto dal Divertmento per orchestra, si colloca nella fase iniziale della carriera di Bernstein: composto per il Ballet Theater (il futuro American Ballet Theater) di Jerome Robbins e rappresentato a New York il 18 aprile 1944. Racconta di tre marinai che a New York per la licenza di un giorno incontrano due ragazze in un bar a Manhattan e si sfidano in una gara di danza per decidere chi dovrà corteggiarle, la loro eccessiva esuberanza le fa allontanare… finchè compare una terza e gli amici si lanciano alla sua conquista. Questa trama pretesto viene realizzata in sette numeri dove la musica è sostenuta dal ritmo nel cui raffinato trattamento confluiscono stilemi di matrice jazzistica che trovano riscontri nella scrittura strumentale entro cui emerge la presenza del pianoforte.