ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati

TORINO- IL CONGEDO DI VERDI DALLA SCENA- Falstaff (foto), ultimo capolavoro di Verdi va in scena come secondo spettacolo della stagione lirica al Teatro Regio in un allestimento proveniente dal Teatro Lirico di Cagliari firmato dal regista Daniele Abbado. Una regia fresca, veloce, ma al contempo profonda a tratti malinconica, come i caratteri che convivono in Falstaff e nel suo universo che rappresenta. Una enorme piattaforma circolare è il luogo della commedia. Questo praticabile è la scenografia dello spettacolo e si configura come l’universo di Falstaff, attorno al quale tutti ruotano. L’ultimo miracoloso capolavoro di Verdi si regge su un libretto che è un autentico gioiello costruito su preziosismi linguistici inseriti in un perfetto meccanismo drammatico. Verdi, partendo dalla parola, travalicò ogni forma tradizionale e creò un’opera in cui veri e propri motti nascono da una declamazione flessibile e vengono offerti all’orchestra. Una partitura in cui si fondono ingegno e saggezza dove la delicatezza strumentale propria della musica da camera viene accostata ad un’ampia visione del discorso musicale entro  cui si muove uno straordinario ritmo che supera l’improvviso  momento dell’ ispirazione. Terminata la partitura, il compositore la invia all’editore Ricordi, annotando su di essa un addio che parafrasava un passo del libretto di Boito: Tutto è finito / Va, va vecchio John / Cammina per la tua via / Fin che tu puoi / Divertente tipo di briccone / Eternamente ero sotto / Maschera diversa, in ogni / Tempo, in ogni luogo/ Va, va, / Cammina, cammina, /Addio. Si chiude così una carriera durata cinquantacinque anni con un’opera comica, vero atto di aurea cordialità e ironica ilarità.

 

Torino, Teatro Regio, p. Castello

15-16-17-18-19-21-22-26 novembre

VERDI, Falstaff

Interpreti principali: Carlos Alvarez / Carlo Lepore (Falstaff). Tommi Hakala (/ Simone Del Savio (Ford), Francesco Marsiglia / Ivan Kyor Rivas (Fenton), Erika Grimaldi / Rocio Ignacio (Miss Ford), Valentina Farcas / Laura Giordano (Nannetta), Sonia Prina (Mrs. Quikly), Monica Bacelli (Meg Peg)

Donato Renzetti, m° concertatore e direttore d’orchestra; Claudio Fenoglio (m° coro)

Daniele Abbado, regia; Graziano Gregori, scene; Carlo Teti, costumi

Allestimento Teatro Regio / Teatro Lirico di Cagliari

 

TORINO- UN DIMENTICATO BEETHOVEN. Esordisce sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI lo statunitense Dennis Davies Russell (foto), direttore di lungo corso con incarichi importanti, soprattutto in Germania e Austria, nonché assiduo frequentatore e interprete della musica contemporanea. Tra le musiche di scena scritte da Beethoven sopravvivono in repertorio solo quelle per l’ Egmont di Goethe, pagine di autentica energia drammatica degne di stare al fianco della concezione di libertà espressa nel Fidelio. L’ouverture Re Stefano op. 117, scritta per l’inaugurazione del Teatro Imperiale di Pest (1812), appartiene al genere celebrativo e occasionale secondo le consuetudini settecentesche che Beethoven stesso stava per cancellare dalla vita artistica. L’ouverture da Re Stefano, su testo del poeta August von Kotzbue, apre una serie di otto numeri prolissi, enfaticamente adulatori e costituisce un esempio della funzione ufficiale che il teatro ricopriva nell’Austria_Ungheria del tempo. Protagonista è il re Stefano detto Il Santo, colui che continuando l’impresa iniziata dal padre , il principe Géza portò alla fede cattolica il popolo degli Ungari e che nell’anno Mille ricevette da papa Silvestro II °la corona d’Ungheria e la croce apostolica. Dietro un macchinoso apparato si cela la figura di Francesco I° d’Austria, ultimo sovrano con la corona del Sacro Romano Impero. L’Ouverture esordisce con quattro energici squilli cui seguono due idee musicali che si alternano e si ripetono con mutamenti di organico strumentale e di colorito: la prima melodia è lirica e la seconda impetuosamente bellica.

Al centro della serata figurerà il Concerto n. 1 in do maggiore op. 15, sempre di Beethoven,  per pianoforte e orchestra affidato alla mani di Andrea Lucchesini, nome che non ha bisogno di rappresentazioni , amatissimo dal pubblico torinese.

Chiuderà il balletto Petruska, suggerito da Stravinskij a Sergej Djaghilev, è un burattino del teatro popolare russo, presente negli antichi spettacoli di cantastorie. Nella trama elaborata dai due, non assume gli originali toni spavaldi, bensì tratti più tragici, con molti punti di contatto con Pierrot,  un “essere” in movimento a cui pare impossibile il desiderio di una vita nuova. La vicenda è ambientata a Pietroburgo, durante le feste della settimana grassa,. In mezzo alla folla chiassosa, un Ciarlatano presenta i suoi burattini animati: Petruska, la Ballerina, il Moro. Il più sensibile è Petruska che s’innamora della Ballerina che preferisce l’ottuso Moro, il quale alla fine ucciderà Petruska in mezzo alla confusione del Carnevale. La partitura (1911)è sontuosa nell’orchestrazione con uso di materiali musicali di tipo ripetitivo, nell’uso di sonorità aspre, dissonanti, percussive. Stravinskij realizza una grande varietà di motivi stilisticamente diversi, assemblati come in un collage: la musica da fiera, echi di canzonette, musica da cabaret, toni bandistici, dando così vita a un gioco di incastri sonori complessi e  continui mutamenti di metro.

 

Torino, Auditorium Toscanini RAI, p. Rossano

Giovedì 16 ore 20,30 e Venerdì 17  novembre ore 20.00

ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE RAI diretta da DENNIS RUSSELL DAVIES

Solista, ANDREA LUCCHESINI (pianoforte)

Musiche di Beethoven, Stravinskij