PIEMONTE ARTE: GAUDENZIO FERRARI, GIPO A CHIERI, FRESU, PORPORATO

TORINO, PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA “IL RINASCIMENTO DI GAUDENZIO FERRARI”

Viene presentata oggi, mercoledì 22 novembre alle 12, al Circolo dei Lettori in Via Bogino a Torino, la grande mostra “Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari”, in programma da marzo a settembre 2018 nelle tre sedi di Varallo, Vercelli e Novara. La mostra è curata da Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa.

 

 

 

 

 

 

A CHIERI IL FILM “GIPO, LO ZINGARO DI BARRIERA”

regia di Alessandro Castelletto

Cinema Splendor – Chieri

28 novembre 2017 – Ore 21:15

Ingresso intero 4,50€, ridotto 4,00€ under 18 e over 60

Ospiti

Valentina Farassino, Interprete e Presidente della Fondazione Caterina Farassino

Alessandro Castelletto, Regista.

Se è vero che ogni film è un viaggio, Gipo, lo zingaro di Barriera, ha molte destinazioni e le sue strade si intrecciano si allontanano e si ritrovano intorno alla figura di uno degli chansonnier piĂą importanti di Torino. Il film di Alessandro Castelletto, prodotto da Fondazione Caterina Farassino e Endeniu con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund, racconta come il poliedrico artista torinese Gipo Farassino abbia segnato profondamente Torino, attraverso le sue canzoni, il teatro e la politica, contribuendo a quella “tensione artistica” che ancora oggi tutti riconoscono alla cittĂ . Dentro Gipo, lo zingaro di Barriera c’è il passato e il presente del quartiere di Barriera di Milano in cui Farassino naque nel 1934, c’è la Torino nascosta e sconosciuta, c’è l’Italia tutta, c’è il Gipo cantastorie, attore, politico, uomo e padre. «Con questo film – commenta il regista – ho voluto raccontare la storia di un uomo ma soprattutto il mondo del quartiere di Barriera che sta dietro il percorso artistico e umano di Farassino. Fuori dalla retorica e senza la volontĂ  di costruire un mito. Un documentario autentico come il suo protagonista, per riscoprirlo, rendergli omaggio, dargli il posto che si merita nel panorama artistico locale e nazionale. Il percorso artistico di Farassino è quasi completamente incentrato nella sua Barriera di Milano, quartire torinese dove nacque nel 1934; un limite apparente che si è invece rivelato la chiave di volta che lo ha portato a una dimensione universale, quella di “cantare gli ultimi”. Poetico nel toccare segni e archetipi che sono patrimonio di tutti, la sua figura artistica è stata plurima: da cantastorie a attore e autore teatrale, ad attore per il cinema e la televisione. La trama del film è costruita intorno a una figura che fungerĂ  da motore narrativo: Luca Morino, noto musicista e leader del gruppo musicale dei Mau Mau che entra in Barriera e va alla ricerca dei luoghi di Gipo e del suo mondo… Luca Morino fa da Virgilio nel viaggio alla riscoperta di Gipo. Ne rispolvera memoria, talento e qualitĂ  umane sulla scia delle note e e dei testi delle sue canzoni, da Ballata per un eroe a Porta Pila, da Avere un amico a La mia cittĂ , da Serenata ciocatona a Sangon Blues.».

 

TORINO, GALLERIA GRAFICA MANZONI: “PAOLO FRESU – NON C’ERA UNA VOLTA

Dal 23 novembre al 15 dicembre

Via Alessandro Manzoni 27/G – Torino

Opening: giovedì 23 novembre – Ore 18

Legato da un vincolo quasi ossessivo ed ad un tempo, immaginario e antistorico, intriso di figure simboliche e fiabesche, il pittore Paolo Fresu espone gli ultimi lavori inediti presso la galleria Grafica Manzoni di Torino. Classe 1950, Fresu, astigiano d’origine è stato studente dell’Accademia Albertina di Torino. Dedito inizialmente alla scenografia teatrale, cinematografica e televisiva, ritrova il gusto del cavalletto e della pittura utilizzando chine e pastelli, fino a giungere ad un lavoro di raffinato collages dove assembla elementi polimaterici ottenendo effetti di complessa giocosità.

Le opere in mostra propongono uno strano ”reame” fatto di figure simboliche, derivate dalla tradizione medievale a stretto contatto con la storia della commedia dell’arte. Torino è omaggiata con un ironico Conte Verde che nelle mani regge lo scudo Sabaudo, un Castello, una spada mentre ai suoi piedi fa capolino un cavallino a dondolo, ricordo d’infanzia ma anche delle debolezze reali del Conte divenuto noto per il vestirsi di verde e soprattutto per la fama di dongiovanni. Il folto nucleo di opere, circa 50, pur diverse tra loro sono accomunate da una presenza dominante. Infatti, a dominare è soprattutto il gusto per il teatro. Tutto nelle sue opere profuma di teatro, di palcoscenico, di quinte oscure da cui Fresu estrae, come possedesse un cilindro magico i suoi coloratissimi personaggi. Inconfondibili e caricaturali, i soggetti esposti si appropiano di una vita surreale e ludica in grado di sgranare un orizzonte improbabile e rarefattto lontano da ogni convenzione. Papi, re e regine, poi generali e mercanti d’arte, il Conte Rosso e la domatrice dei cavalli a dondolo, smascherate maschere dietro a cui si cela un mondo fatto di apparenze, scenari inscritti tra il fiabesco e il tragico nascondimento delle personalitĂ . Su tutto il lavoro di Fresu incombe una nuvola di ironia infantile, il dono di vedere nudi i re e di riproporli vestiti per il teatro della vita; ammantati dal proprio ruolo, lieti e dimentichi di se, paghi della propria inconsistente aura dorata.

 

DISEGNI E DIPINTI DI LUISA PORPORATO DA AZIMUT GLOBAL ADVISORY

Il programma espositivo dell’Azimut Global Advisory, in via Nino Costa 1 a Torino, si arricchisce della mostra personale della pittrice Luisa Porporato, intitolata «Dal segno al colore», che si inaugura giovedì 23 novembre, alle ore 18.

Presente con pregevoli personali al Museo Regionale di Scienze Naturali, al Palazzo delle Feste di Bardonecchia e alla Galleria Dantesca Fogola, la Porporato ha sviluppato un discorso pittorico che racchiude le pagine incise alla maniera nera, i nitidi disegni legati alle strutture architettoniche di una Torino attentamente rivisitata e le tele di un suggestivo naturalismo.

Per questo nuovo appuntamento propone una ventina di puntuali disegni e dipinti ad olio, con soggetti che uniscono le immagini torinesi a quelle tratte dai suoi viaggi negli Stati Uniti e in Islanda.

Immagini che mantengono un determinante rapporto con l’ambiente, con la luce atmosferica, con una visione accesa da un cromatismo sempre e volutamente controllato.

Le sue opere sono inserite nel «Repertorio degli Incisori Italiani», mentre sono state esposte alla Promotrice delle Belle Arti al Valentino, Associazione «Senso del Segno» di Torino e Associazione Liberi Incisori Italiani ALI con sede a Bologna.

Angelo Mistrangelo

Torino, Azimut Global Advisory, in via Nino Costa 1, orario: lunedì – venerdì 9-12,30/14,30-18, sino al 7 gennaio 2018.

 

PALAZZO CARIGNANO, PIEVI E ROMANICO IN DUE LIBRI

Giovedì 23 novembre 2017, ore 16.00, Salone d’onore di Palazzo Carignano, presentazione dei volumi “Alla scoperta del romanico astigiano” di Franco Correggia (Edizioni del Capricorno)

“Sacri volti in antiche pievi” di Mons. Vittorio Croce (Ed. Scrittura Pura)

Intervengono gli autori e Daila Radeglia, Antonella Parigi, Giorgio Ferrero, Liliana Pittarello, Gian Giacomo Fissore, Giuseppe Sergi

modera Valentina Barberis

Ingresso libero fino a esaurimento posti

 

TORINO, AZIMUT “FUORICLASSE_4 MANI”

Azimut Associazione Culturale presenta “Fuoriclasse _ 4 mani”

Appuntamenti d’Arte a cura di Daniele Galliano

BR1 + GEC 99%

Inaugurazione mercoledì 22 novembre ore 19

In mostra fino al 28 novembre – dalle 18 alle 00 dal lunedì al sabato

@Conserveria Pastis – Piazza Emanuele Filiberto 11 a | Torino

Si chiama Fuoriclasse il progetto con cui Daniele Galliano si sveste temporaneamente dei suoi panni di artista e diventa curatore d’eccezione per una serie di mostre e iniziative che si terranno nello Spazio Espositivo Azimut nella Conserveria Pastis del Quadrilatero Romano.

Il secondo ciclo di appuntamenti vede in esposizione una produzione artistica creata a 4 mani.

Di volta in volta due artisti si confronteranno per creare un progetto condiviso:

Questa volta in esposizione i lavori di BR1 e Gec 99%

“GEC e BR1 analizzano l’impatto del modello capitalista sull’identità delle persone, stravolgendo e reinterpretandone i simboli e le consuetudini di quell’immaginario collettivo, interloquendo e coinvolgendo attivamente il pubblico che, da semplice fruitore, diventa talvolta protagonista dell’opera.”