Asti Film Festival- Donato Carrisi: “La paura è dentro di noi”

Riccardo Costa, Donato Carrisi e Roberta Bellesini

E’ arrivato con mezz’ora di ritardo all’incontro con il pubblico dell’Asti Film Festival a causa della nebbia, ma nessuno si è lamentato, disponendosi pazientemente all’attesa.

“La nebbia mi perseguita” ha commentato Donato Carrisi, autore del thriller “La ragazza nella nebbia” che ha recentemente diretto per il grande schermo.

Lo scrittore, invitato per la sezione libri del festival cinematografico astigiano, ha presentato a FuoriLuogo, martedì 12 dicembre, il suo ultimo romanzo, “L’uomo del labirinto” dialogando con Riccardo Costa, direttore artistico dell’AFF, e con Roberta Bellesini, presidente della Biblioteca Astense.

Perché i mostri ci affascinano? Perché sono normali, perché ci somigliano – ha esordito Carrisi – riescono a sfuggire alla cattura perché sono banali, semplici e riescono a passare inosservati. La sfida più bella che uno scrittore ingaggia con il lettore è quella di riuscire a rendere credibile la semplicità del mostro. Non servono grandi effetti speciali  per infondere paura. La paura è dentro di noi, non viene da fuori. La conosciamo fin da bambini. La prima paura che sperimentiamo è la paura del buio ed è un’esperienza che tutti condividiamo. Ed è sulle esperienze che tutti conosciamo che lo scrittore agisce: basta spostare la luce su alcuni particolari ed anche un elemento della quotidianità può diventare inquietante”.

Lo scrittore, lo sceneggiatore, il regista. Carrisi ha percorso le vie diverse della narrazione in un genere che non ha grande tradizione in Italia.

Donato Carrisi

Prima venne Umberto Eco con “Il nome della rosa”. Non dimentichiamo che quello è un grande thriller – ha puntualizzato Carrisi – poi è arrivato Giorgio Faletti con “Io uccido”. Poi sono arrivato io con “Il suggeritore”.

E ha ricordato che il suo primo libro nacque come sceneggiatura, la sua prima passione. Il romanzo venne alla luce perché quella era una sceneggiatura che nessun produttore avrebbe rischiato di produrre. Il resto è storia. Il successo fu immediato.

Scrivere per immagini è una mia caratteristica che difendo con forza. E’ stimolante creare un immaginario in cui trascinare il lettore. Ed è la storia che deve essere forte. Mentre lo scrittore deve sparire, non deve andare oltre la copertina. Se il lettore si accorgesse della sua presenza nelle pagine del libro si sentirebbe tradito e non accetterebbe quella sospensione dell’incredulità che l’autore gli propone”.

Tenere presente questo principio, secondo Carrisi, è la chiave per riuscire a passare dalla scrittura alla regia.

Bisogna uccidere lo scrittore. E bisogna uccidere lo sceneggiatore. E’ sempre la storia che comanda.”

“La ragazza nella nebbia” è uscito recentemente nelle sale con la partecipazione di un cast eccezionale: Jean Reno, Alessio Boni, Toni Servillo.

Ho pensato subito a Toni Servillo. Il film senza di lui non si sarebbe fatto e l’ho voluto fortemente per la sua recitazione. In più Servillo è una chiave per aprire le porte del mercato estero. Quando c’è Servillo succedono cose fantastiche”.

La presentazione si chiude tornado a parlare di mostri. Ma, alla fine, mostri si nasce o si diventa? Per Carrisi tutti noi abbiamo un lato oscuro ma non per questo siamo portati verso il delitto. Però chi può dire quali condizionamenti possano sollecitare il male che c’è dentro di noi?

Carrisi lascia i presenti con questo dubbio, con un po’ di suspense, come in fondo è giusto che sia per un autore di thriller. E non ci sarebbe da stupirsi se in lontananza l’eco di una risata sinistra aleggiasse nella sala.

Carmela Pagnotta