Nichelino, lavori sulle condutture in amianto dell’acqua potabile

Nella giornata di ieri, venerdì 15 dicembre, i cittadini del comune di Nichelino aprendo i rubinetti delle proprie case hanno trovato l’acqua sporca e ricca di residui. Ciò è avvenuto in seguito a dei lavori effettuati nella notte precedente ad opera della SMAT, intervenuta per la sostituzione programmata di una condotta idrica in amianto, ormai vecchia e in condizioni tali da aver già causato numerose perdite e carenze nell’erogazione del servizio. L’intervento è avvenuto in via Prali. Molti cittadini si sono indignati sui social venendo a sapere che l’acqua potabile, che tutti usiamo per bere, cucinare e molto altro, è veicolata nelle nostre case attraverso un materiale ufficialmente riconosciuto come altamente cancerogeno. Negli anni passati in Italia (e in molti altri paesi del mondo) il cemento-amianto (CA) è stato largamente utilizzato nella la rete idrica come materiale per le condutture di trasposto dell’acqua potabile. Sorge così naturale il dubbio che le fibre di amianto possano contaminare l’acqua potabile e pertanto causare gravi danni alla salute pubblica. Sono stati condotti negli anni numerosi studi in proposito, senza però giungere ad una soluzione chiara e univoca. Secondo uno studio effettuato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1996, consultabile qui, “Nonostante l’inalazione dell’amianto sia chiaramente riconosciuta come agente cancerogeno, non ci sono evidenze scientifiche a sostegno della cancerogenicità dell’amianto tramite ingestione”. Ancora oggi l’OMS non ha modificato la sua tesi, infatti non indica neanche la ricerca delle fibre di amianto tra i parametri per la potabilità dell’acqua. L’ Italia recepisce così la posizione dell’OMS tramite il Decreto Legislativo 31/2001 che stabilisce i criteri per la potabilità dell’acqua per il consumo umano (senza l’indicazione delle fibre di amianto). Il problema non va comunque sottovalutato, infatti gli studi effettuati non negano incontrovertibilmente il rischio legato all’ingestione delle fibre di asbesto. Anzi, secondo un rapporto IARC, l’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro, “Inalazione e ingestione sono le prime cause di esposizione all’asbesto” (p.225). Inoltre, il progressivo deterioramento delle condutture in cemento-amianto, le eventuali lesioni o rotture delle stesse, non possono che incrementare il rilascio delle fibre di amianto nell’acqua. In Italia le condutture in CA corrono per diverse decine di migliaia di chilometri (100mila secondo una stima di Arpa Lazio del 2013). L’ASL TO5 sembra aver recepito l’ambiguità dei risultati delle ricerche riguardo gli effetti dell’ingestione delle fibre di amianto, così come risulta da questo documento, ha avviato in collaborazione con la Sezione Epidemiologia di ARPA Piemonte e i Comuni interessati un’indagine per una più approfondita indagine del problema sul nostro territorio, di cui attendiamo con ansia i risultati.

 

 

Elena Braghin