Riciclo rifiuti: Italia paese più virtuoso in UE con cifre da record

Da un’indagine Eurostat pubblicata a settembre 2017 è emerso che è il nostro paese ad avere il primato in Europa per il riciclo di rifiuti, con una percentuale impressionante che sfiora il 77%. Parliamo di più del doppio rispetto alla media europea, che si attesta al 37%, così bassa forse per via dell’inclusione di molti paesi dell’Europa orientale, che non rivolgono grande attenzione alla gestione dei rifiuti, destinando circa l’80% dell’immondizia alle discariche indifferenziate.

Ad ogni modo le cifre relative al nostro paese testimoniano di un comparto della gestione e del riutilizzo dei rifiuti molto sviluppato e di gran lunga superiore anche ai principali paesi europei, come Francia (54%) e Germania (43%).

Come mai non primeggiano i soliti diligenti paesi scandinavi? Il motivo è semplice: da loro circa la metà dei rifiuti raccolti va nei famosi termovalorizzatori, che producono molta energia, così utilizzano di meno la classica raccolta dei rifiuti funzionale al riciclo.

Ma vediamo più in dettaglio chi si occupa della raccolta differenziata e del riciclo dei rifiuti in Italia e quali sono i vantaggi di disporre di un efficiente settore per la gestione dei rifiuti.

Raccolta rifiuti: il ruolo fondamentale dei consorzi in Italia

È noto che la raccolta dei rifiuti è uno dei compiti principali dei comuni, che gradualmente in tutta Italia si stanno adeguando alle raccomandazioni sulle modalità di differenziazione della raccolta per agevolare il processo di riciclo dei materiali. In questo contesto si inseriscono i consorzi, che pagano i comuni per ritirare e gestire i loro rifiuti, dai più generici a quelli più specifici, fino ai rifiuti pericolosi. Ecco i consorzi più rilevanti nel nostro paese, che si sono conquistati un ruolo fondamentale in questo settore negli ultimi anni:

  • Conou (Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati): circa il 30% delle automobili italiane sfrutta gli oli rigenerati, con un risparmio di importazioni di petrolio di quasi 3 miliardi di euro dal 1984, anno della fondazione del consorzio.
  • Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi): si tratta di un consorzio privato senza fini di lucro a cui sono affiliate quasi un milione di aziende italiane che utilizzano imballaggi. Conai nasce nel 1997 con lo scopo di creare un sistema innovativo che recuperi e ricicli i principali materiali da imballaggio, ovvero vetro, plastica, acciaio, alluminio, carta e legno. Le imprese che aderiscono al consorzio si impegnano a pagare una quota che consente a Conai di procedere al riciclo dei rifiuti degli imballaggi.
  • Cobat (Concorso Nazionale Raccolta e Riciclo): propone servizi personalizzati nel comparto dei rifiuti, trattando prevalentemente pile e accumulatori esausti e apparecchiature elettrice ed elettroniche (RAEE), ma anche i moduli fotovoltaici. Le imprese che hanno scelto di affidarsi al consorzio raggiungono la quota di circa 700; il volume del materiale trattato annualmente tocca invece le 180.000 tonnellate.
  • Conoe (Consorzio Nazionale Raccolta e Trattamento oli e grassi vegetali ed animali esausti): amministra e monitora la gestione di alcune tipologie di rifiuti a garanzia della salute dei cittadini, rendendo rifiuti specifici, come oli e grassi vegetali ed animali esausti, delle vere e proprie risorse rinnovabili. Fondato nel 1998, il Conoe si occupa, oltre che di raccolta, trattamento e riutilizzo, anche dello smaltimento di quei rifiuti impossibili da riciclare e della stesura di studi di settore in grado di apportare miglioramenti a tutto il processo.
  • Ecopneus (Consorzio per la Raccolta e il Recupero degli pneumatici fuori uso): il consorzio si impegna a gestire e a riutilizzare tutti gli pneumatici attualmente inutilizzati. Secondo alcuni studi, i vantaggi del riciclo di questi prodotti si oggettivano sia in un risparmio di emissioni nocive per la salute pubblica, sia in un risparmio di risorse naturali (fossili e minerali), di suolo preservato e di acqua.

Molto interessante è la sfera del riciclo della plastica, gestita da Corepla (Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Plastica). Vediamo insieme nel dettaglio quali prodotti si possono ottenere dal riciclo della plastica.

Riciclo plastica: risultati pratici

Quali sono i prodotti che escono dalla filiera del riciclo della plastica? Sono davvero numerosi e appartengono a settori forse impensabili, ad esempio:

  • Divani e poltrone: si possono produrre filati e tessuti per divani e poltrone, utilizzando il filo di poliestere ricavato dal riciclo di PET
  • Trolley da viaggio e carrelli per la spesa: costruiti in plastica riciclata, resistenti ed ecologici
  • Casse e contenitori industriali: vengono costruite sempre più spesso varie tipologie di contenitori in polietilene da una base di plastica riciclata, per usi molto differenti, che vanno dal semplice trasporto di cibo e bevande al settore logistico industriale
  • Occhiali: possono essere prodotti grazie al recupero di bottiglie in PET
  • Piumini e gilet imbottiti: il poliestere utilizzato come materiale principale viene ricavato prevalentemente dal recupero delle bottiglie in PET
  • Scope e palette: le plastiche miste utilizzate per la costruzione di scope, palette e altri oggetti simili per la casa sono ottenute dalla raccolta di imballaggi in plastica

Per approfondire: i numeri dell’indagine Eurostat in un articolo de “La Stampa”.

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