PIEMONTE ARTE: GIOVENONE, IMPRESSIONISTI, PIANALTO, DELL’ANGELO CUSTODE, BONATESTA…

PINACOTECA ALBERTINA: GEROLAMO GIOVENONE, UN CAPOLAVORO RITROVATO

Pinacoteca Albertina di Torino, 7 febbraio-25 febbraio 2018

Museo Borgogna di Vercelli, 10 marzo-1 luglio 2018

Inaugurazione alla Pinacoteca Albertina 6 febbraio alle 18,30

Da mercoledì 7 febbraio a domenica 25 febbraio, nella prestigiosa cornice della Pinacoteca Albertina, sarà esposto per la prima volta al pubblico l’inedito capolavoro di Gerolamo Giovenone “L’Adorazione del Bambino con i Santi Francesco d’Assisi e Antonio da Padova”. L’opera, frutto di un recente ritrovamento, è stata acquisita da Banca Patrimoni Sella & C., che ne ha finanziato un accurato restauro e, finita la presentazione torinese, la collocherà in esposizione permanente presso il Museo Borgogna di Vercelli. Alla Pinacoteca Albertina l’Adorazione del Bambino sarà il centro di un ricco percorso espositivo che accompagnerà lo spettatore nella scoperta, nella lettura e nell’interpretazione del capolavoro ritrovato. Accanto ad esso, oltre a selezionate opere della collezione dell’Albertina normalmente non visibili, saranno esposti i disegni della bottega di Giovenone, Lanino e Gaudenzio Ferrari e una bellissima Madonna con Bambino realizzata da Gerolamo Giovenone su modello di Raffaello, prestito di Palazzo Madama. Gerolamo Giovenone, nato nel contado di Novara prima del 1490 e morto a Vercelli nel 1555, fu protagonista della pittura piemontese del primo Cinquecento accanto a Giovanni Martino Spanzotti, Defendente Ferrari, Gaudenzio Ferrari e Bernardino Lanino. Lavorò in Piemonte e nel milanese, capace di interpretare con una pittura autentica e personale gli stimoli artistici del grande Rinascimento italiano. L’Adorazione del Bambino, acquisita e restaurata da Banca Patrimoni Sella & C. dopo essere riemersa dall’oblio in tempi recenti, rappresenta un’aggiunta di enorme rilevanza al catalogo di Giovenone. Opera matura e di grande impegno databile alla fine degli anni Trenta del Cinquecento, è forse la testimonianza più interessante della collaborazione di Giovenone con Bernardino Lanino e della vicinanza di questi maestri verso Gaudenzio.

 

BARD: LUCI DEL NORD. IMPRESSIONISMO IN NORMANDIA

Forte di Bard. Valle d’Aosta

3 febbraio – 17 giugno 2018

L’Impressionismo ha lasciato una traccia profonda nella storia dell’arte muovendo i suoi passi in Francia a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, e proprio da questi inizi prende movimento la mostra evento “Luci del Nord. IMPRESSIONISMO IN NORMANDIA”, dal 3 febbraio al 17 giugno al Forte di Bard. A promuovere l’esposizione, curata dallo storico dell’arte Alain Tapié, è l’Associazione Forte di Bard con la collaborazione di Ponte Organisation für kulturelles Management GmbH di Vienna.  Più di settanta importanti opere raccontano, in un progetto inedito ed originale, la fascinazione degli artisti per la Normandia, territorio che diventa microcosmo naturale generato dalla forza della terra, del vento, del mare e della nebbia. Un paesaggio naturale dotato di una propria ‘fisicità’ vera e vibrante. I dipinti provengono dall’Association Peindre en Normandie di Caen, dal Museo del Belvedere di Vienna, dal Musée Marmottan di Parigi e dal Musée Eugène Boudin di Honfleur e recano la firma di autori come Monet, Renoir, Bonnard, Boudin, Corot, Courbet, Daubigny, ma anche – e non solo – Delacroix, Dufy, Gericault.

La Normandia ha esercitato una irresistibile forza di attrazione tra gli artisti del XIX secolo, a partire dalla scoperta che ne fecero i pittori e gli acquarellisti inglesi che attraversarono la Manica per studiare il paesaggio, le rovine e i monumenti in terra francese. L’attitudine degli artisti inglesi a dipingere ‘dal vero’, immersi nella natura e non più nel chiuso dei propri atelier, a cogliere l’immediatezza e la vitalità del paesaggio naturale ha costituito un modello ed è stata fonte di ispirazione per intere generazioni successive della pittura francese. Gli artisti inglesi parlano della Normandia, della sua luce nordica, dell’esperienza visuale che nasce dall’incontro con una natura piena di forza e di contrasti. A poco a poco Honfleur, Le Havre, Rouen diventano luoghi di incontro e di intensa creazione artistica di pittori ‘parigini’ come Corot, Courbet, Boudin. In questo ambiente affondano le loro radici quelli che diventeranno i principali movimenti d’avanguardia del Novecento, dall’Impressionismo ai Fauves. La mostra “Luci del Nord. Impressionismo in Normandia” racconta la nascita, a partire dai primi decenni dell’Ottocento, della pittura di impressione, che darà vita al movimento dell’Impressionismo così come lo conosciamo, e successivamente al post impressionismo e ai principali movimenti delle avanguardie artistiche del Novecento che utilizzano il colore come strumento principale di espressione. Il fermento artistico legato a una visione più realistica e aderente alla natura, che porta gli artisti a lavorare en plein air – complice anche la diffusione della pittura a olio in tubetti di metalli facili da trasportare –, prende vita in Normandia, una regione in cui la natura, come afferma il curatore Alain Tapié, possiede una sua propria ‘fisicità’ vera e vibrante. Una regione di mare e di terra, ricca e rigogliosa ma anche aspra e cupa, caratterizzata da cieli plumbei, nebbie dense, mari in tempesta, alte scogliere battute dal vento e dalle onde, accanto a tranquille distese di frutteti, stradine di campagne e rassicuranti fattorie con tetti di paglia. È questo anche lo scenario dei grandi cambiamenti economici e sociali, legati al progresso della tecnica (diffusione di mezzi di trasporto su rotaia), al mutamento nella produzione delle risorse (industria e paesaggio industriale), infine ai mutamenti dello stile di vita, che vede, ad esempio, l’affermarsi del concetto di villeggiatura con la moda dei bagni di mare in luoghi storicamente segnati dalla fatica e dal lavoro dei pescatori. Una mostra, dunque, che racconta lo strenuo impegno degli artisti (Corot, Courbet, Delacroix, Boudin, Monet, Renoir, Morisot, Dufy, Bonnard,) di restituire – semplicemente con tela e colori e tela – la verità di ciò che i loro occhi vedevano nel momento stesso in cui ciò accadeva, avendo come palcoscenico la Normandia, terra in cui tutte le forze naturali convivono e teatro di importanti mutamenti sociali e culturali che apriranno le porte all’età moderna. La mostra è corredata da un catalogo edito dal Forte di Bard.

Per le scuole sono disponibili attività di laboratorio abbinate alla visita guidata in mostra. Info e prenotazioni al numero 0125 833818 – prenotazioni@fortedibard.it

Informazioni

Prenotazione visite e laboratori didattici

  1. + 39 0125 833818

prenotazioni@fortedibard.it

Orari: martedì-venerdì: 10.00-18.00

Sabato, domenica e festivi: 10.00-19.00

Lunedì chiuso ad eccezione del 12 febbraio e del 30 aprile 2018.

La Biglietteria chiude 45 minuti prima.

 

G.A.M. : PIANALTO ASTRATTO-CONCRETO

Successione di forme e materiali geologici in un percorso outdoor-indoor alla GAM

all’interno del programma di formazione per artisti realizzato in collaborazione tra GAM e

Conferenza itinerante con Marco Giardino, Professore associato di Geografia fisica e Geomorfologia al Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Torino

 Mercoledì 31 Gennaio ore 18.30

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea

Via Magenta, 31 Torino

Pianalto Astratto-Concreto è una conferenza itinerante condotta dal geologo Marco Giardino, attraverso gli spazi esterni ed interni della GAM, e costituisce il secondo appuntamento di IperPianalto, progetto ideato dagli artisti Caretto/Spagna per l’edizione 2017-2018 del programma di formazione per artisti promosso da GAM e Fondazione Spinola Banna per l’Arte.

L’esperienza di ricerca sul Pianalto di Poirino, si gioca sul confine fra la concretezza delle forme e dei materiali geologici e la loro “astrazione”, sotto forma di rappresentazioni visive e modelli evolutivi.

Un geologo, “testimone” dei contenuti scientifici e delle metodologie di ricerca, accompagnato dalla sua geo-lanterna e aiutato da artisti-assistenti, guiderà il pubblico in un percorso esperienziale a tappe: dalla discesa nel tempo geologico, alla scoperta dei processi che scandiscono il modellamento terrestre; dallo sguardo retrospettivo sugli ambienti geologici, alla verifica delle proprietà dei materiali che li costituiscono.

Oggetti di studio, protagonisti scientifici e tecnici, azioni di ricerca e d’arte che si concretizzeranno fuori e dentro la GAM, una risalita astratta-concreta della successione stratigrafica, dai sotterranei ai terrazzi esterni, attraversando gli spazi di un museo d’arte, ambiente propizio all’attivazione di capacità di immaginazione utili a costruire la conoscenza geologica.

Il Pianalto di Poirino è un esteso altopiano caratterizzato da potenti depositi alluvionali di limo argilloso di età plio/pleistocenica. Quest’area si sviluppa per circa 400 chilometri quadrati a sud dei rilievi della collina di Torino e a nord-ovest dei rilievi del Braidese (margine nord-occidentale delle Langhe).

TORINO, FUSION ART GALLERY: DANIELE DELL’ANGELO CUSTODE – RI-FLESSIONI

INTERNO 52 Berlin presenta:

Daniele Dell’Angelo Custode

Ri-flessioni

A cura di Walter Fritz

Sabato 3 febbraio h. 19 – 21

Interno 52 Berlin c|o Fusion

Quella di Daniele Dell’ Angelo Custode e’ la prima mostra nata dalla collaborazione di

Fusion Art Gallery di Torino con la galleria  Interno 52 di Berlino. Daniele Dell’Angelo Custode vive e lavora a Nardo’, nel Salento. E’ un artista in cui l’atto creativo e l’approccio intellettuale si accompagnano  ad una “straripante” capacità manuale che gli permette di trasformare un materiale quale il ferro, rigido in natura, in “infinite “e diverse  forme e texture.

“Il ferro, lo convinci… ma non del tutto. Le regole sono e rimarranno le sue” dice D.D.A.C. anche se osservando i suoi lavori intravediamo la mano ferma dell’artista che con rispetto e talora con dolcezza ma sempre con fermezza modifica e forgia a sua misura il materiale.

L’artista, attraverso un lavoro di ricerca quotidiano, in simbiosi con il metallo svela ,quasi “libera” le  forme e le texture nascoste ma già presenti nel materiale dando origine di volta in volta a lavori diversi come sempre è diverso il materiale in  natura.  D.D.A.C. a volte crea grandi superfici specchianti che giocano con la luce e con i riflessi , creando un mondo di fantastiche deformazioni. Altre volte dà origine ad un elegante “bosco“ di slanciate verticalità che ci obbligano ad alzare lo sguardo e confrontarci con l’alto. “Le origini dell’interessante e complesso modo/metodo artistico, nell’approcciare la materia, hanno alla base una ricerca e sono traducibili dalle commistioni grafiche o materiche di un Mathieu, di Burri o di un Capogrossi, ma anche di Wols, Consagra, Hartung, e di quell’arte informale, inclusiva e spazialmente attraversata dalle avanguardie. Il lavoro di Daniele Dell’Angelo Custode segue un’originale strada compositiva e progettuale; è capace di interpretare quel ‘consumo della materia’, che corrode gli elementi, e tradurlo in una serie di varianti, ricercandone contemporaneamente le rinnovate, essenziali e colte espressività.” (Paolo Marzano) Ma sempre, in tutti i suoi lavori si percepisce la ricerca e la sfida di portare alle estreme conseguenze le potenzialità del “suo” materiale, il ferro.

Mostra: Riflessioni

Daniele Dell’Angelo Custode. Inaugurazione: Sabato 3.2.2018 h. 19

Piazza Peyron, 9g, 10143 Torino. A cura di: Walter Fritz

periodo: dal 3 al 24 febbraio

Ingresso libero

Orari di apertura della galleria: dal giovedì al sabato, dalle 16 alle 19 e su appuntamento

Interno 52 c|o Fusion, Piazza Peyron, 9G Torino

Info: www.fusionartgallery.net | info.fusionartgallery@gmail.com

 

TORINO: IMPROVVISO SILENZIO, FOTOGRAFIE DI FLAVIO BONATESTA

Luoghi abbandonati in Piemonte

Fotografie di Flavio Bonatesta

Biblioteca civica A. Passerin D’Entrèves | dal 5 al 17 febbraio 2018

Via Guido Reni, 102 – Torino

Biblioteca civica Primo Levi | dal 19 febbraio al 3 marzo 2018

Via Leoncavallo, 17 – Torino

Improvviso silenzio è un viaggio attraverso luoghi dimenticati del Piemonte, un tempo abitazioni lussuose o industrie fiorenti, che ad un certo punto della loro storia sono stati abbandonati e versano oggi in condizioni di degrado. La mostra, che presenta 18 fotografie scattate da Flavio Bonatesta tra il 2015 e il 2017, è ospitata in due strutture accomunate da un’analoga condizione passata di abbandono ma che oggi, al contrario dei luoghi ritratti, sono state recuperate e rivalorizzate, divenendo fruibili al pubblico. Si tratta della Biblioteca civica A. Passerin D’Entrèves, che ha sede all’interno dell’ex cascina Giaione, dove la mostra sarà visibile dal 5 al 17 febbraio 2018, e la Biblioteca civica Primo Levi, ex fabbrica CEAT, che ospiterà l’esposizione dal 19 febbraio al 3 marzo 2018. Ad arricchire il percorso fotografico alcune frasi tratte da una selezione di libri scelti da Simone Marcuzzi, scrittore e autore di numerosi romanzi, tra cui “Dove si va da qui” (ed. Fandango Libri, 2014) e “24 secondi” (ed. 66th and 2nd, 2016). Suggestioni visive e letterarie si fondono insieme, offrendo così al pubblico un percorso alla scoperta di questi luoghi, nel pieno rispetto di essi e in accordo alla filosofia Urbex (da “Urban Exploration”): take only memories, leave only footprints (prendete solo emozioni, lasciate solo impronte). Flavio Bonatesta è nato a Lecce nel 1980. Arrivato a Torino nel 2004 per motivi di studio, lavora come ingegnere informatico coltivando al contempo la sua passione per la fotografia. Dopo un primo periodo da autodidatta, ha seguito corsi professionali che gli hanno consentito di avvicinarsi in modo più rigoroso al mondo della fotografia trasformandola in una seconda professione.

www.flaviobonatesta.com – Instagram: flav10.ph

Orario: lun 15.00-19.30; mar-ven 8.15-19.30; sab 10.30-18.00  Info: 011

 

PALAZZO MADAMA: PRESENTAZIONE DEL LIBRO “VIRGINIA, UN MONDO PERDUTO”

Presentazione del volume: VIRGINIA, UN MONDO PERDUTO Scene da un matrimonio Belle Epoque di casa Spinola (Sagep editore, Genova 2017)

Palazzo Madama – Gran Salone dei Ricevimenti –  Piazza Castello – Torino

Mercoledì 31 gennaio 2018 – ore 16.30

Interverranno: Guido Curto, Direttore di Palazzo Madama – Bruno Ciliento e Caterina Olcese Spingardi, autori del volume

Palazzo Madama ospita mercoledì 31 gennaio alle ore 16.30 la presentazione del volume Virginia, un mondo perduto. Scene da un matrimonio Belle Epoque di casa Spinola (ed. Sagep, 2017), scritto da Bruno Ciliento e Caterina Olcese Spingardi. L’incontro con i due autori, introdotto dal Direttore di Palazzo Madama Guido Curto, consente di illustrare la vita della singolare e vivacissima figura di Virginia Peirano (1885-1972), figlia di ricchi mercanti che a fine Ottocento controllavano il commercio del grano tra Romania, Italia e Inghilterra. La vicenda, avvincente come un romanzo eppure scrupolosamente verificata su documenti d’epoca, racconta la storia d’amore e il matrimonio tra Virginia e Paolo Spinola, ultimo rampollo di un’antica famiglia aristocratica di Genova, colui che con il fratello Franco avrebbe donato la propria dimora allo Stato italiano perché diventasse la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola.

 

 

PALAZZO MADAMA: UN LIBRO SULL’EBANISTA PIETRO PIFFETTI

Palazzo Madama ospita giovedì 1 febbraio alle 17.30 la presentazione del volume La stamperia dell’ebanista. Storie di un mobile inedito di Pietro Piffetti (Casa editrice Umberto Allemandi & C., Torino 2017), a cura di Arabella Cifani e Franco Monetti, con la collaborazione di Paola Bianchi, Andrea Merlotti, Vittorio Natale, Thierry Radelet, Lorenza Santa e Carlotta Venegoni.

L’incontro con i due autori, introdotto dal Direttore di Palazzo Madama Guido Curto, vede anche la partecipazione di S.E. Mons. Edoardo Cerrato, vescovo di Ivrea e di Roberto Antonetto, studioso delle arti decorative e in particolare del mobile piemontese dal Seicento all’Ottocento.

Il libro aggiunge un tassello importante alla conoscenza dell’ebanista Pietro Piffetti (Torino 1701–1777), figura cardine nella storia del mobile e dell’ornato in Italia, i cui intarsi in avorio, tartaruga, metalli e legni pregiati hanno portato la produzione dell’ebanisteria piemontese ai vertici dell’arte europea del Settecento. Il volume si concentra in particolare su un raffinato cassettone di collezione privata e sulle personalità che presiedettero alla sua realizzazione.

Ingresso libero all’incontro fino a esaurimento posti disponibili

 

CENTRO STUDI PIEMONTESI, INCONTRO CON GIOVANNI TESIO

Mercoledì 31 gennaio 2018 ore 18.00 al Centro Studi Piemontesi, via Ottavio Revel 15 – Torino, per il Giorno della Memoria, incontro con Giovanni Tesio, autore del libro “Primo Levi: ancora qualcosa da dire” – Conversazioni e letture tra biografia e invenzione

Edizioni Interlinea, Novara 2018.

Il volume fa il punto su Primo Levi e la Shoah lasciando parlare lo scrittore grazie a una serie di interviste raccolte da Giovanni Tesio e a documenti d’archivio, tra cui autografi e fotografie. Un ritorno a Levi per appassionati lettori ma anche per insegnanti che vogliono approfondire con i propri studenti la figura di uno scrittore centrale per comprendere gli orrori della guerra e il Novecento, senza dimenticare che «Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi, è nell’aria. La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia: sarebbe sciocco negarlo».

 

 

SPAZZAPAN, PRESENTAZIONE DEL CATALOGO DELLA MOSTRA

Presentazione del catalogo della mostra “Luigi Spazzapan – Ritorno a Torino” il  2 febbraio 2018 alle ore 18 in  via Tollegno 52. Parteciperanno Enzo Biffi Gentili, Loris Dadam, Pino Mantovani e Angelo Mistrangelo. La mostra, che doveva concludersi il 31 gennaio, visto il grande successo di pubblico riscosso verrà prolungata sino al 2 febbraio.

 

 

 

DOTTORESSE AL FRONTE E CAPPELLANI MILITARI NELLA GRANDE GUERRA

A volte la città offre opportunità davvero preziose per fare cultura. Tra le tante opportunità d’alto livello offerte da decine di Associazioni Culturali del territorio, magari alla stessa ora e nello stesso giorno, talora diventa davvero difficile “scegliere” le migliori. E come l’asino di Buridano, c’è chi – non sapendo decidere – rinuncia alle une e alle altre, e magari rimane in casa a sonnecchiere.

Chi ha invece optato per l’appuntamento del 27 Gennaio nel Piccolo Sal-8 di Monginevro Cultura in Via Luserna 8, a Torino, non è stato certamente deluso, perchè il tema era davvero interessante, insolito e curioso

E quando i relatori sono anche degli amabili conversatori, allora si può essere sicuri che la scelta è quella vincente.

I due ospiti in Sal-8 del 27 gennaio sono stati gli esperti di storia militare Achille Maria Giachino e Umberto Bigi, che hanno trattato due aspetti poco conosciuti della Grande Guerra. Il ruolo rivestito in seno alle forze armate dai cappellani militari e dai preti-soldato e quello delle prime donne arruolate nell’Esercito Italiano, non con il “romantico” compito di infermiere o crocerossine, ma in qualità di autentici ufficiali del Corpo di Sanità, con competenze di medico e di farmacista.

Ha fatto gli onori di casa Sergio Donna, in veste di presidente dell’Associazione ospitante “Monginevro Cultura”.

 

TORINO. A PALAZZO CERIANA MAYNERI PREMIAZIONE «UNA VITA PER IL GIORNALISMO» 2017

A Palazzo Ceriana Mayneri, Circolo della Stampa di Torino, sono stati assegnati da Alberto Sinigaglia, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, i riconoscimenti «Una vita per il giornalismo» 2017 per i Senatori dell’Ordine.

Premiati per i 40 anni di iscrizione all’Albo: Paola Agosti, Francesco Badolato, Luigi Bettazzi, Michela Blangetti, Rodolfo Bosio, Irene Cabiati, Antonio Costa Barbé, Silvano Costanzo, Ettore De Faveri, Enrico De Maria, Antonio Maurizio De Paoli, Roberto Di Munno, Silvana Fossati, Alberto Gedda, Giorgio Gianuzzi, Dario Gramaglia, Mario Grieco, Giancarlo Grossini, Giuseppe Grosso, Pier Giorgio Lazzarin, Luigi Letteriello, Franco Manzo, Massimo Melotti, Sergio Miravalle, Angelo Mistrangelo, Piero Mollo, Fulvio Morello, Guido Novaria, Emanuele Novazio, Elena Oddenino, Carlo Pestarino, Pietro Policante e Piergiorgio Scoffone. Premiati per i 50 anni: Luigi Angelino, Maria Pia Bonanate, Pier Alfredo Campo, Domenico Candito, Claudio Donat-Cattin, Romolo Garavagno, Ezio Mascarino, Vincenza Mellano, Giacomo Mosca, Riccardo Rabaglio, Sergio Ronchetti, Maria Giovanna Cesa Ruffini, Mario Stratta, Francesco Tropea, Giuseppe Vignolo.

Per i 60 anni: Pier Giorgio Betti, Emma Camagna, Roberto Jona, Giampaolo Ormezzano. Per i 70 anni: Pierino Barbé.