Bra, il giallo del pioppeto

Ha tutti gli elementi classici del giallo, con gli inquirenti che setacciano la vita della vittima per scoprire ogni indizio utile. Il 24 giugno 2016, in mezzo all’erba alta sotto un pioppeto venne rinvenuto un cadavere: si trattava di Salvatore Ghibaudo, 37 anni, scomparso da casa alcuni giorni prima e del quale si era interessata la trasmissione “Chi l’ha visto”. I carabinieri della compagnia di Bra e la procura della Repubblica di Asti iniziarono subito le indagini, anche se il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, non presentava evidenti segni di violenza. Dall’autopsia emerse che il Ghibaudo era stato ucciso da un colpo di pistola sparato da distanza ravvicinata e le indagini si diressero nell’ambiente del piccolo spaccio locale. Un mese dopo la scoperta del cadavere le indagini portarono gli inquirenti ad arrestare Mario Novi, un pregiudicato accusato di vari reati; tra l’altro, guidando un’auto rubata sotto l’effetto di stupefacenti aveva causato un incidente nel quale era morta la sua compagna diciassettenne.

Non tutto però era chiaro e le indagini sono andate avanti, portando ora all’arresto di Mauro Regis, braidese e pregiudicato, accusato di concorso in omicidio volontario assieme al Novi. Dalle lunghe e accurate indagini è emerso che l’omicidio è maturato negli ambienti della microcriminalità: pare che Novi e Regis abbiano attirato la vittima nel pioppeto in una “trappola”, forse per punirlo per qualche mancanza e qui l’abbiano ucciso con una pistola, che è stata ritrovata mesi dopo l’omicidio sulla riva della Stura a Cervere. Ora il sostituto procuratore astigiano Gabriele Fiz ha chiesto il rinvio a giudizio per entrambi gli accusati. L’udienza, fissata davanti al giudice per le indagini preliminari Alberto Giannone, si terrà a maggio.