LE PERLE NERE DELLA MUSICA a cura di Edoardo Ferrati
GLINKA, La favola dello zar Saltan, opera in un prologo e quattro atti, libretto di Vladimir Bel’sKij (da Alexander Puskin)
Prima rappresentazione: Mosca, Teatro Sodolvnikov, 3 novembre 1900
Interpreti principali: Albina Shagimuratova (Militrissa), Irina Churilava (Thacicha), Elena Vitman (Pararicha), Edward Tsanga (Zarevic Givdon), Mikaly Yekna (Zar Saltan)
Alexander Pekov (regia), Vladimir Firer (scene e costumi)
Orchestra e coro Teatro Marjinskij di San Pietroburgo diretti da Valerij Gergiev (foto)
reg. San Pietroburgo, aprile 2015
Marijnskij Theatre MARO 527 (due DVD)
Durata: 150.30
Nicolaj Rimskij Korsakov (1884-1908) scrisse nell’arco di quarant’anni quindici opere: tale fecondità creativa riflette la sua costante ricerca nella direzione di stilistiche e tratti d’espressione sempre nuovi. L’opera è tratta da Puskin e dedicata nel centenario della nascita dello scrittore. Con Zar Saltan Rimskij Korsakov ritorna al mondo dell’immaginazione e del simbolo. La fiaba intimamente connaturata allo spirito del popolo russo e con i temi della bylina ((epica popolare).Il testo di Puskin viene rispettato dal librettista Bel’skij, preservandone il carattere lirico reso anche con accenti di bonaria e sorridente ironia. Ancora una volta l’intera struttura è pensata per l’orchestra che gioca un ruolo fondamentale e a cui sono affidati i momenti dinamici con vasti intermezzi sinfonici che dividono il prologo e i quattro atti in otto quadri distinti, ognuno preceduto da un episodio strumentale, L’opera risulta così racchiusa in una assoluta unità con una immediata equivalenza tra suono e sensazioni. Particolarmente significativo un breve estratto sinfonico, “Il volo del calabrone”, universalmente noto, diffuso i in ogni tipo di trascrizioni più meno virtuosistiche.
Le suggestioni di un Oriente da fiaba di sono proprio tutte: viaggi sul mare, lussureggiante mondo di palazzi e sultani, tesori e accadimenti.
L’opera parla di una giovane principessa scelta in moglie dallo Zar Saltan e che, per una congiura delle due perfide sorelle, spronate da un’altrettanto perfida nutrice, viene esiliata. Chiusa in una botte con il figlioletto Gvidon , i due approdano su un’isola deserta che presto si svela un meraviglioso regno emerso dalle nebbie; è la città di Ledenez i cui abitanti scelgono Gvidon come sovrano. Il ragazzo cresciuto trova l’amore in una fanciulla cigno di grandi poteri (sarò lei a mutarlo in calabrone per raggiugere il regno paterno). Alla fine anche il padre Zar Saltan arriverà nel suo magico regno spinto dalla curiosità, per ritrovare la moglie e il figlio perduto . Perdono generale, tripudio complessivo.
Scarsa la documentazione discografica su Zar Saltan: una sola edizione ufficiale diretta da Vasilij Nebol’sin nel 1959 e tre “live” in lingua tedesca da trasmissioni radiofoniche (Stoccarda, Zagabria e Dresda) di scarso interesse.. La prima edizione, ora, compare in video con la partitura davvero completa. Due solo le rappresentazioni in Italia di questo affascinante titolo: nel 1929 alla Scala e nell’88 a Firenze.
Lo spettacolo di San Pietroburgo è realizzato con furbizia. L’uso di cartoni animati durante i preludi sinfonici ai vari quadri, anticipa e sintetizza il loro contenuto e con scene e costumi della più pura tradizione russa, E’ assente ogni opulenza inutile e ogni intento archeologico. Strepitosa è la resa musicale con un Valerij Gergiev (foto) che, quando affronta il repertorio russo non ha rivali. Direzione scintillante nei colori e nei ritmi senza calcare sul facile melodismo. Si dimostra un grande uomo di teatro con tempi rapidi che mettono in rilievo le geometrie strumentali di Rimskij Korsakov. Orchestra in grande forma con in bella evidenza legni e ottoni. Il cast vocale schiera solidi professionisti che non imprimono un personale sigillo all’interpretazione. Nonostante, il presente video riveste un’importanza capitale per ogni appassionato di musica russa.