Novalesa, femmina di gipeto trovata morta vicino ad una linea elettrica

ERA NATA IN CATTIVITÀ ED ERA “EMIGRATA” DALLA VAL VERMENAGNA ALLA VALLE DI SUSA “PALANFRÈ”, LA FEMMINA DI GIPETO TROVATA MORTA A NOVALESA NEI PRESSI DI UNA LINEA ELETTRICA

Alle 12 di venerdì 16 marzo gli agenti faunistico-ambientali del Servizio Tutela della Fauna e della Flora della Città Metropolitana di Torino sono stati avvisati da un cittadino della presenza di un grosso uccello morto nel territorio del comune di Novalesa. Giunti sul posto gli agenti si sono trovati davanti ad un esemplare di  Gipeto (“Gypaetus barbatus” è il nome scientifico) conosciuto anche come “Avvoltoio degli agnelli”, purtroppo deceduto. L’animale si trovava sotto una linea elettrica dell’alta tensione, ilche fa ipotizzare che il decesso sia avvenuto in conseguenza di un impatto in volo dovuto alla scarsa visibilità. La folgorazione del Gipeto potrebbe anche essere stata causata dall’elevata apertura alare, che si avvicina ai 3  metri.

L’esame degli anelli inamovibili posti sulle zampe del volatile ha consentito di identificarlo: si tratta di Palanfrè, una femmina nata in cattività nel febbraio del 2004 nell’ambito del progetto internazionale di ripopolamento del Gipeto, promosso dalla Vulture Conservation Foundation. Una volta svezzata, la giovane femmina di Gipeto era stata liberata nei presso della borgata Palanfrè, nel territorio del Comune di Vernante, nella cuneese Valle Vermenagna. L’esemplare si era successivamente stabilito in Valle di  Susa e lo si poteva notare sovente veleggiare sulle cime del gruppo del Rocciamelone.

Dopo gli esami autoptici, effettuati presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, la femmina di Gipeto recuperata a Novalesa verrà preparata tassidermicamente, cioè imbalsamata.

Il Gipeto è il più grande rapace presente nelle Alpi Occidentali. È un Vulturide che si ciba di ossa, che porta a grandi altezze per poi farle cadere sulle rocce in modo da frantumarle e poterle ingoiare.

Il Vicesindaco metropolitano, Marco Marocco, delegato alla Tutela della Fauna e della Flora, sottolinea che “la presenza del Gipeto nelle nostre vallate è importante perché chiude il cerchio della catena alimentare, certificando il buono stato di salute ambientale delle Alpi Occidentali, che è anche il risultato del lavoro e della presenza pluridecennali del Servizio Tutela Fauna e Flora, della Provincia prima e della Città Metropolitana di Torino oggiAggiungi un appuntamento per oggi”.

Nella foto in allegato: un’immagine di repertorio di un Gipeto recuperato e curato negli anni scorsi dal Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino