LE PERLE NERE DELLA MUSICA a cura di Edoardo Ferrati

MARTINU, Le sei Sinfonie

Orchestra Radio Vienna diretta da Cornelius Meister

reg. Vienna, 2011/2017 lives

Capriccio C 5320 (3 cd)

Durata 182.04

 

Sin da fanciullo dimostrò un precoce talento musicale, dedicandosi allo studio del violino. Nel 1906 s’iscrisse al Conservatorio di Praga da cui venne espulso per indisciplina. Dopo aver ricoperto per dieci anni il ruolo di violino II presso la Filarmonica Céca, si trasferi a Parigi (1923), grazie a una borsa di studio, città in cui, tra l’altro conobbe Stravinskij e s’avvicinò alle idee dei poeti surrealisti. Dal ’32 si dedicò completamente alla composizione, Nel 1939, causa eventi bellici e le leggi razziali, emigrò negli Stati Uniti (dove nel’52 ottenne la cittadinanza), docente alla Princeton University. Al temine della guerra riprese i contatti con l’Europa: ebbe la docenza al Conservatorio di Praga

che non realizzò a causa di una grave caduta che lo lasciò semiparalizzato. Visse a Roma (1953-55), quindi a Nizza e Basilea. Operato di cancro allo stomaco morì pochi mesi dopo. Questi in sintesi gli appunti biografici che costituiscono la “carta d’identità” del compositore boemo Jan Bohuslav Martinu (foto), 1890-1959, autore quasi sconosciuto al pubblico italiano e figura significativa della musica slava.

Artista dall’atteggiamento culturale cosmopolita, realizzò un folto catalogo da artigiano della musica che idealizzò il passato con una serena fiducia nella tradizione. Le Sinfonie videro la luce tra il 1942 e 1946, esclusa l’ultima datata1954. Si tratta di lavori eclettici, curiosi dove è presente la mescolanza di elementi contrastanti che fa di Martinu un autore assai originale, sorprendente: impressionismo francese, neoclassicismo stravinskiano, contrappunto neobarocco, jazz senza mai rinnegare la propria origine boema. Fonde questi riferimenti in uno stile nitido, energico, coloratissimo. Pur senza godere di ampia popolarità queste Sinfonie hanno goduto di una certa fortuna discografica dove spicca l’integrale di Vaclav Neumann con la Filarmonica Céca (etichetta Supraphon dal suono non proprio perfetto, m edizione di riferimento).

Il giovane Cornelius Meister, di recente approdato alla Scala per Il pipistrello di J. Strauss II, guida l’eccellente orchestra della radio viennese, cogliendo la complessità del tessuto sinfonico. Poteva, però, ottenere maggiore autenticità stilistica, nonostante la presenza di chiarezza, si avverte un certo atteggiamento di distacco che non restituisce il linguaggio di Martinu ad ogni singola sinfonia. Resa fonica di alto livello, nonostante la presenza del pubblico in sala.