PASSIONE FUMETTI: Caput Mundi, i mostri di Roma
Tra i fumetti che ho letto con maggiore piacere in questi ultimi mesi c’è la mini-serie “Caput Mundi – I mostri di Roma”, pubblicata dalla Editoriale Cosmo. Nata da un’idea di Roberto Recchioni, Caput Mundi si collega alla saga di Pietro Battaglia – personaggio da lui creato insieme al disegnatore Leomacs – e rappresenta la nascita dell’Universo Cosmo, un universo narrativo in cui coesistono personaggi di serie diverse, legati da una relativa continuity, secondo il modello tipico dei fumetti americani. Un fumetto quindi che fonde le caratteristiche editoriali e grafiche del fumetto italiano – con una qualità che non ha nulla da invidiare a quella della Bonelli – ad una struttura narrativa che si ispira al fumetto americano, ma anche al cinema d’azione e alle moderne serie televisive.
Caput Mundi è, prima di tutto, avvincente e piacevole da leggere, come dovrebbe essere un fumetto, popolare o meno, in quanto principalmente lettura di intrattenimento ed evasione. La serie ha un ritmo pazzesco ed è ricca di azione. I personaggi sono tosti e hanno caratteristiche marcate e affascinanti: i lupi, Ingles, Nero e Bimbo, la meravigliosa Eva, l’uomo invisibile, La coscienza di Roma, la Mummia e, ovviamente, il vampiro cinico e spietato, Pietro Battaglia. Mostri e psicopatici che nei primi albi della mini-serie vediamo entrare in scena uno per uno. Ogni storia è piena di riferimenti e rimandi incrociati che ne rendono apprezzabile una seconda lettura.
Roma, città di lupi
Il primo episodio, “Città di lupi”, parte subito in modo deciso, con un prologo che catapulta il lettore nel pieno dell’azione, per poi ricostruire gli antefatti presentando i tre protagonisti, il tutto senza mai mollare l’acceleratore. Si vede il tocco professionale degli sceneggiatori Michele Monteleone e Dario Sicchio, sicuri sia nei dialoghi che nell’azione. I disegni di Pietrantonio Bruno sono spettacolari, moderni e grintosi, immediati nella lettura e precisi nei dettagli, soprattutto nelle espressioni e nella recitazione dei personaggi. Roberto Recchioni sa. Se vuoi l’attenzione, colpisci subito duro.
La supervisione e lo stile di Recchioni si vedono chiaramente. Ci sono le caratteristiche che sono un po’ il suo marchio di fabbrica, come l’evidente cinismo dei protagonisti, portato all’estremo in Battaglia, ma facente parte del DNA di tutti i personaggi da lui creati, da Ringo alla Juric, da John Doe ad Asso, da Carpenter a John Ghost. C’è la lettura veloce (qui supportata dalle 140 pagine che rendono comunque corposa la storia), i dialoghi asciutti e l’azione spettacolare. Soprattutto c’è un cattivo potentissimo e carismatico. Un cattivo? In Caput Mundi non si trova un solo personaggio che si possa definire buono. A Recchioni piacciono i cattivi.
Meravigliosa Creatura
E’ un complesso gioco del destino, quello che porta alla nascita della “Meravigliosa Creatura”, protagonista del secondo numero. Un mostro bellissimo e letale, che richiama alla mente la Donna Bionica, Frankenstein e Satanik, senza essere nulla di vagamente simile. I disegni di Francesca Ciregia e Antonio Mlinaric sono carichi di suggestioni e hanno il fascino di certo fumetto argentino e spagnolo, ma anche classico americano. Risalta la plastica e perfetta bellezza di Eva, contrapposta all’oscura e sporca umanità con cui si trova a contatto e alle atmosfere noir che dominano tutta le serie. Soggetto e sceneggiatura di Recchioni e Giovanni Masi tengono alta la tensione, in una storia dove i dialoghi sono pochi ma intensi.
L’uomo che non c’era
Anche il terzo episodio ha un fascino particolare, oltre alla copertina più bella della serie. Arte, architettura e archeologia, della capitale del mondo, in primo piano, in un complesso e raffinato gioco di luci e ombre, grazie ai disegni puliti di Ludovica Ceregatti, realizzati sui layout di Elisa di Virgilio. Il suo tratto ha un che di manga, pur senza esserlo, così come l’incredibile protagonista ricorda e omaggia Arsenio Lupen, Diabolik e gli altri antieroi noir, pur avendo personalità e caratteristiche molto diverse. Un’altra delle peculiarità dei fumetti di Roberto Recchioni, autore capace di rendere così sottili le citazioni che, ad analizzarle, ti svaniscono sotto il naso. Proprio come l’uomo invisibile, che scivola come un’ombra e diventa intangibile nella sceneggiatura cinematografica di Giulio Antonio Gualtieri, grazie all’utilizzo di sequenze sempre diverse e originali.
Il lago che combatte e Prima dell’alba
Colpevoli o innocenti? Siete pronti ad affrontare il giudizio della Coscienza di Roma? Un giudizio implacabile e severo, spesso definitivo, perché anche la Coscienza di Roma è un mostro, un colossale e mostruoso palombaro che vive nel lago Ex SNIA, sul fondo del quale custodisce i segreti della città e dei suoi abitanti. Questo lago, nato agli inizi degli anni ‘90 da un errore di sbancamento in un’area industriale dismessa, è un piccolo miracolo naturale: la sua acqua è purissima e balneabile, in quanto sorgiva, e l’area circostante è ora un parco pubblico. La Coscienza di Roma, fortemente legata al lago, richiama l’imponenza e il fascino misterioso del mitico Swamp Thing della DC/Vertigo. Dialoghi da duri tarantiniani di Roberto Cirincione e Dario Sicchio, che porta poi al termine la serie, insieme a Giovanni Masi.
Ne “Il lago che combatte” entrano in scena nuovi e pittoreschi mostri, fortemente caratterizzati dai chiaroscuri, ricchi di effetti speciali, di Stefano Manieri e Francesco Chiappara. Le cose si complicano sempre di più, soprattutto con l’arrivo di un vecchio avversario di Battaglia (direttamente dall’albo “La lunga notte della Repubblica”, secondo pocket della prima serie Cosmo a lui dedicata). L’azione si intensifica e sfocia in un roboante e folle inseguimento notturno che attraversa tutta Roma nell’albo “Prima dell’alba”, disegnato alla grandissima da Fabiana Mascolo. Linee sottili e precisione chirurgica nei dettagli, il nero che avvolge la notte di Roma e l’azione che straborda in ogni tavola. E cosa dire dei personaggi? E’ un piacere ammirarli: Battaglia, un duro che di più non si può, Eva, bellissima, sembra un X-girl, La Mummia è inquietante ma anche affascinante, così come emana simpatia L’uomo invisibile.
Su questa pietra
Albo complesso e ricco anche l’ultimo di questa serie (Recchioni ha annunciato che ci sarà una seconda stagione), realizzato a più mani, Giovanni Masi e Dario Sicchio per i testi e Alessio Moroni per i disegni, coadiuvato per i layout da Elisa Di Virgilio, Federico Butticè per una parte degli sfondi e Andy Pompeo per alcune scene in flashback. Un albo che a sfogliarlo sembra quasi un comic book americano. Splendida la copertina di Marco Mastrazzo. Non dirò nulla per non spoilerare, ma molti nodi vengono al pettine e, dopo una storia ad alto livello di adrenalina, il finale non delude affatto. Anzi, prelude ad un possibile futuro per (alcuni) di questi mostri di Roma, a cui, dopo questa avventura, ci siamo sicuramente un po’ affezionati.
Prima c’era Battaglia
Caput Mundi – I mostri di Roma si inserisce nell’universo narrativo in cui vive Pietro Battaglia, il sicario-vampiro al servizio dei potenti creato da Roberto Recchioni e Leomacs e apparso in una decina di avventure, prima per Edizioni BD e poi per Editoriale Cosmo. Delle avventure realizzate per la Cosmo, su due serie, una in formato pocket e l’altra bonelli, Recchioni ha realizzato i soli soggetti. Alcune trattano di argomenti che sconfinano nel politichese, cosa che personalmente non amo molto, e Battaglia sembra quasi essere un malvagio superman (cosa che in Caput Mundi viene equilibrata dagli altri personaggi). Ho comunque apprezzato molto “La guerra di Pietro” e “Battaglia”, realizzate dai due creatori, ma anche “La figlia del capo”, “…e le Foibe?“, “Il Pio Padre” e “Dentro Moana”.
La mini-serie Caput Mundi – I Mostri di Roma
da un’idea di Roberto Recchioni, co-autore anche dei soggetti e supervisore
1 – “Città di Lupi” di Michele Monteleone e Dario Sicchio per i disegni di Pietrantonio Bruno (settembre 2017)
2 – “Meravigliosa Creatura” di Giovanni Masi per i disegni di Francesca Ciregia e Antonio Mlinaric (ottobre 2017)
3 – “L’Uomo che non c’era” di Giulio Antonio Gualtieri per i disegni di Ludovica Ceregatti e Elisa Di Virgilio (novembre 2017)
4 – “Il Lago che combatte” di Roberto Cirincione e Dario Sicchio per i disegni di Stefano Manieri e Francesco Prenzy Chiappara (dicembre 2017)
5 – “Prima dell’alba” di Giovanni Masi e Dario Sicchio per i disegni di Fabiana Mascolo (gennaio 2018)
6 – “Su questa pietra” di Giovanni Masi e Dario Sicchio per i disegni di Alessio Moroni e Andy Pompeo (febbraio 2018)
Tutte le copertine sono di Marco Mastrazzo
Serie disponibile in due versioni: brossurata a € e cartonata a € 12,00