Asti- Sciopero in Comdata: adesione al 90%

“Non è stato uno sciopero di solidarietà, ma di lotta per la difesa del posto di lavoro”: è il messaggio che le RSU delle tre sigle sindacali unite, Cgil, Cisl e Uil, hanno voluto ribadire forte e chiaro.

L’intenzione di Comdata, azienda di servizi in outsoursing, radicata sul territorio astigiano da oltre vent’anni, di chiudere i siti di Pozzuoli e Padova licenziando 263 lavoratori, ha immediatamente allarmato tutti i dipendenti della multinazionale che conta circa 49.000 addetti in tutto il mondo, oltre 7.000 in Italia.

Alla notizia della consegna delle lettere di licenziamento dei colleghi veneti e campani è partita immediatamente la mobilitazione sindacale.Lo sciopero proclamato nella giornata di venerdì 18 maggio per 8 ore nei due siti interessati e 2 ore in uscita negli altri siti italiani, ha avuto l’adesione quasi totale dei lavoratori. Anche ad Asti l’astensione dal lavoro ha toccato punte del 90%.

“E’ importante che il segnale di unità dei lavoratori arrivi all’azienda che per la prima volta decide di chiudere siti operativi – concordano gli Rsu e le segreterie dei sindacati confederali – Comdata è un’azieda in espansione, una multinazionale acquisita dal Fondo d’investimento Carlyle che sta conducendo una campagna di acquisizioni di rami d’azienda e di partner esteri. Il fatturato è esploso nel giro di un anno schizzando oltre i 700 milioni di euro. Il fatto che si decida di chiudere due siti è un segnale preoccupante che non può avere altra ragione che rincorrere il profitto massimo puntando sui mercati esteri a scapito dei lavoratori italiani”.

La preoccupazione più forte è ovviamente che l’esempio dei siti di Pozzuoli e Padova venga seguito in altre unità lavorative italiane, tra le quali quelle piemontesi di Asti, Torino ed Ivrea, quest’ultima interessata già dal FIS (fondo di solidarietà) per 363 dipendenti.

E’ di ieri la notizia che la Regione Piemonte ha approvato un ordine del giorno a sostegno dei lavoratori di Comdata per scongiurare questi segnali di “crisi” che potrebbero ripetere gli esempi già visti in Embraco a Riva presso Chieri.

“Abbiamo 75 giorni per costringere l’azienda ad una trattativa – dicono i sindacati – tanto perché i licenziamenti di Padova e Pozzuoli diventino esecutivi. Non escludiamo nuove iniziative di lotta e mobilitazione in questo periodo affinché Comdata ritorni sui suoi passi”.