Asti- Arturo Brachetti a Passepartout Festival: uno è l’altro… in affollata compagnia

Arturo Brachetti

Anteprima del Festival Passepartout 2018 in grande spolvero quella di mercoledì 23 maggio. Introdotto da Roberta Bellesini, presidente della Biblioteca Astense, sul palco del Teatro Alfieri sale Arturo Brachetti, artista che non potrà mai essere protagonista di un “one-man-show”, per quanti sono i personaggi con cui “fa compagnia”.

Protagonista di un’intervista-spettacolo condotta dal giornalista Osvaldo Guerrieri, Brachetti ha parlato volentieri di sé, della sua infanzia e della sua carriera, ma ha spesso chiamato sul palco “gli altri”, i suoi personaggi, di cui non tanto pirandellianamente, è l’indiscusso autore. 

Davanti alla platea sold-out (gli inviti gratuiti sono andati subito a ruba alla biglietteria del teatro nei giorni precedenti l’evento) chi più di lui poteva rappresentare il tema scelto per l’edizione di Passepartout 2018: “l’Altro”? In pochi secondi, con un cappello con un foro al centro proveniente dall’antichità del teatro (un cimelio del 1600) evoca le sembianze di 25 personaggi: un torero, un abate, il principe Harry a cavallo, un pompiere, la regina Elisabetta, una suora e via così, dando libero sfogo alla fantasia.

Ma Brachetti è anche attore e regista e con la velocità che lo contraddistingue, smette i panni del trasformista e si cimenta con l’imitazione di Paolo Poli, recitando i suoi sonetti o con quella di Ugo Tognazzi, con il quale ha recitato in teatro.

E’ stata un’esperienza bellissima – ha raccontato Brachetti – tutte le sere Tognazzi mi faceva un esame. Lui dietro le quinte che commentava con la sua gestualità un monologo di circa 10 minuti che faceva parte del mio personaggio. E’ stata una grande fortuna imparare da lui”.

Quasi si commuove quando vede scorrere sullo schermo le foto della sua infanzia, i primi passi sulle tavole del palcoscenico dell’oratorio dei salesiani e allora subito riconquista il mestiere e con il solo ausilio di un tovagliolo racconta una nuova storia dove ancora una volta appaiono nuovi personaggi.

Per me che ho fatto della meraviglia il mio mestiere – dice ancora Brachetti – è difficile che qualcosa mi stupisca. Ma quando un bambino, dopo uno spettacolo, mi chiede se tornerò a casa con un taxi o volando, capisco di aver colpito la sua fantasia e questo vale tutti i miei sforzi. Io mi nutro della meraviglia degli altri”.

E con la sua presenza la meraviglia ha aleggiato per una sera anche negli occhi degli astigiani, anche in quelli che hanno aspettato Arturo Brachetti all’uscita e con i quali si è fermato molto volentieri a fare foto e autografi.

Carmela Pagnotta