Asti: gli operatori sociali incontrano gli Ufficiali giudiziari in Municipio

Martedì scorso in sala Platone si è svolto l’incontro con gli Ufficiali giudiziari dell’Ufficio notificazioni, esecuzioni e protesti (Unep) al lavoro presso il Tribunale di Asti. Il colloquio concentrato sulla gestione delle procedure di sfratto ha visto  la presenza di   operatori e assistenti sociali del Comune di Asti e dei Consorzi socio assistenziali della Provincia, insieme a funzionari di Agenzia Territoriale per la Casa e di Asp. “Proseguiamo gli incontri di facilitazione” ha introdotto il Sindaco Maurizio Rasero, “con figure che per ruolo e compiti assolvono alla tutela di  persone e patrimonio, nel rispetto di regole e adempimenti previsti da normative vigenti. Lo spirito di questi incontri è quello di creare una rete sinergica che consenta alle amministrazioni coinvolte di operare con modalità e tempistiche più snelle agevolando anche il privato che è coinvolto nei procedimenti stessi. Credo che l’apertura a questo modo di lavorare sia ormai necessaria e opportuna per il conseguimento di risultati ottimali”. Nel 2017 gli ufficiali giudiziari, cinque in servizio ad Asti, hanno effettuato complessivamente 540 accessi presso immobili sottoposti a procedura esecutiva di sfratto, di cui la quasi totalità è costituita da abitazioni. I verbali di sgombero sono stati 93, numero che però non ricalca la totalità delle procedure attivate in quanto spesso sono i medesimi inquilini a rilasciare spontaneamente l’abitazione senza  che si debba ricorrere all’ufficiale giudiziario. Una situazione di sofferenza reciproca perchè vissuta anche dai proprietari, per i quali la casa data in locazione rappresenta una entrata economica aggiuntiva, e in caso contrario oltre a non percepire l’affitto devono farsi carico delle spese condominiali. Senza considerare la lunghezza delle procedure di sfratto, con un minimo da 7/8 mesi ad alcuni anni per rientrare in possesso dell’immobile. Dai racconti anche la casistica di notifiche non andate a buon fine: per la difficoltà di reperire le persone, senza però che si interrompa la procedura di sfratto, di farsi capire soprattutto da parte di stranieri, di destinatari di atti di sfratto che per noncuranza o timore non si presentano in tribunale per l’udienza preliminare, perdendo così l’opportunità di ottenere dal giudice il termine di grazia. Il Servizio Casa del Comune di Asti collabora da tempo con gli ufficiali giudiziari in servizio presso l’Unep del Tribunale di Asti per monitorare la situazione dei nuclei assoggettati a procedure esecutive di sfratto e intervenire offrendo contributi ai proprietari per il rinvio all’esecuzione o per fornire un riparo temporaneo dopo lo sfratto. “Una collaborazione quindi da far crescere” è l’invito dell’Assessore Politiche sociali Mariangela Cotto “per cercare di individuare con anticipo le situazioni di persone sotto sfratto. In particolare per quelle situazioni di particolare fragilità ma che per riserve non si rivolgono ai servizi, in modo da non sostenere sempre solo le povertà urlate ma anche quelle silenziose”. Dal 2014 l’applicazione del decreto per la morosità incolpevole ha aiutato il Servizio Casa del Comune di Asti a risolvere parecchie situazioni: nel 2017 si sono infatti stipulati 67 accordi con proprietari, disponibili ad abbandonare le procedure di sfratto o a procrastinarne l’esecuzione per dare tempo agli inquilini di reperire una nuova sistemazione. Ma permangono ancora nelle graduatorie dell’emergenza abitativa, approvate semestralmente, una media di 20/25 famiglie che aspirano all’assegnazione di case popolari, per le quali al momento, nella maggior parte dei casi, non ci sono soluzioni percorribili.  

(nella foto, Mariangela Cotto, Giacomo Amico, Aldo Caroli, Maurizio Rasero,Mara Gianna Costa, Ornella Lovisolo, Gabriele Passantino e Vera Salla)