AslTO5, ospedale unico: presto il piano di fattibilità a Vadò. Poi, nelle mani dei privati…
La conferenza stampa di presentazione della riconfermata direzione dell’asl TO5 è l’occasione per qualche ‘fuori programma’ sull’ospedale unico e su come arrivarci con gli attuali ospedali di Chieri, Moncalieri e Carmagnola. “C’è una delibera regionale che parla di Vadò come sito del futuro ospedale – dice il direttore generale Massimo Uberti – e questo per noi conta. Che da alcune parti si discuta sull’idoneità del sito non è tema di nostra competenza. Il punto è: posto che sia a Vadò il futuro ospedale, Chieri e Carmagnola saranno più lontane e bisogna dunque ripensare da subito una riorganizzazione dei servizi territoriali. Tenendo conto che, una volta chiusi i tre attuali ospedali, in quei fabbricati sarà possibile fare un sacco di altre cose utili ai cittadini per la loro salute.”
Altro tema delicatissimo: ammesso che sia a Vadò, l’imminente (a detta dell’assessore regionale Saitta) documento tecnico di fattibilità chiarirà ancora una volta che il nuovo ospedale sarà per un terzo finanziato con fondi pubblici (una sessantina di milioni) ma avrà bisogno di una imponente (i restanti due terzi del costo) partecipazione dei privati. Che, in cambio, gestiranno alcuni servizi e la manutenzione del complesso.
E se i privati non rispondessero? Se la prossima gara andasse deserta? Mancherebbero 120 milioni all’appello. E, soprattutto, salterebbe l’operazione. “Fondamentale arrivare alla posa della prima pietra”, chiude Uberti.
Gianni Giacone