CRONACA – Asti, chiusa casa di appuntamenti di prostitute orientali

A conclusione di una articolata attività investigativa, personale della Polizia di Stato -Squadra Mobile di Asti ed Ufficio Immigrazione, sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Asti, ha indagato per il reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione un cittadino astigiano trentaseienne, G.R. ed una cittadina cinese quarantaseienne S.Y. I due indagati, in Asti, in un alloggio di viale Pilone, avevano allestito una “casa di appuntamenti”, nella quale si prostituivano giovani donne di nazionalità asiatica, la cui attività veniva pubblicizzata su alcuni giornali locali e siti internet. L’attività di osservazione ha consentito di monitorare il passaggio di numerosi soggetti nell’alloggio, i quali, dietro compenso, intrattenevano con le donne rapporti sessuali. I clienti fermati ed identificati nel corso dei servizi di osservazione, sentiti in merito alla loro presenza all’interno dell’appartamento monitorato, riferivano di prestazioni sessuali rese da giovani orientali a prezzi variabili, dai 50 ai 30 euro. I due soggetti indagati avevano organizzato scrupolosamente la loro attività, facendo giungere le donne dal paese di origine e, dopo averle istruite ed aver pubblicizzato a mezzo di inserzioni gli incontri, le collocavano all’interno dell’alloggio ove, a tutte le ore del giorno e della notte, ricevevano clienti e, dopo una breve permanenza delle stesse, al fine di “offrire” alla clientela una continua varietà, venivano sostitute con nuovi arrivi. L’attività d’indagine nasce da segnalazioni anonime, ricevute dal personale dell’Ufficio Immigrazione, verosimilmente da condomini dei palazzi attigui, allarmati dal continuo flusso di persone, nel citato appartamento, in tutte le ore del giorno e della notte. All’atto della perquisizione, venivano identificate due prostitute cinesi e sottoposto a sequestro numeroso materiale attinente all’attività svolta, ovvero: oltre 200 profilattici, numerose salviette umidificate, pomate e gel intimi di vario genere. Veniva, altresì, rinvenuto un block notes con annotati gli incassi, ammontanti a 1.500 euro settimanali.