PASSIONE FUMETTI: Il grande TEX di Boselli e Majo: “I rangers di Finnegan”
Tex il grande!
Così si intitolava il primo mitico albo speciale di Tex, pubblicato nel giugno del 1988 per celebrare i primi 40 anni del più famoso Ranger del Texas. 224 pagine in grande formato disegnate da un poderoso Guido Buzzelli, su testi di Claudio Nizzi (il cui nome compare per la prima volta su un albo di Tex, se pure ne scrivesse le storie da anni) e con introduzione di Decio Canzio. Nelle intenzioni dell’editore Sergio Bonelli doveva essere un albo unico, dove far confluire una storia disegnata da un autore il cui stile era molto distante dai canoni della serie regolare e che si temeva avrebbe incontrato pochi favori nei lettori tradizionali. Invece fu un successo incredibile. La prima tiratura andò esaurita in poche ore (mi ricordo che dovetti girare più edicole per trovarne una copia) e si rese necessario ristamparlo di corsa. Fu così che nacque la collana annuale dei “Texoni”, dedicata a maestri del fumetto internazionale e ai più importanti disegnatori della serie.
I rangers di Finnegan
Ed è così che quest’anno – l’anno del settantennale – è uscito il 33° Texone (33 perché nel 1996 e nel 2011 l’uscita è stata semestrale) “I rangers di Finnegan”, scritto da Mauro Boselli e disegnato da Mario Rossi, in arte Majo. Come ha ricordato Mauro Boselli durante l’incontro che si è tenuto il 19 giugno al Bonelli Point di Milano per la presentazione dell’albo, la collana dei Texoni è nata per celebrare disegnatori di caratura internazionale che si cimentano su Tex. E questo vale certamente per l’inconfondibile segno di Majo, maestro nel chiaroscuro fatto di linee decise, tratteggio moderno e grande attenzione ai movimenti e alla recitazione dei personaggi, sempre caratterizzati in modo molto personale. Ma l’albo è speciale anche per l’avventura messa in scena da Mauro Boselli, sceneggiatore principale e curatore della serie.
“I rangers di Finnegan” è un’avventura corale, in cui l’azione si svolge per quasi tutto il tempo su linee parallele, destinate a convergere verso un ineluttabile scontro finale. Tex è il personaggio principale e decisivo, ma si può notare come in questa storia emergano in modo significativo anche le figure degli altri pard: Kit Carson per la caratterizzazione data da Majo, Kit Willer per il ruolo, Tiger Jack più loquace e incisivo del solito, anche nei confronti dello stesso Tex. Non sono da meno gli altri protagonisti: Finnegan, Caine, Taganas, Nellie, Milton Faver, Brooks, Muguara, Bill, Torres, Robledo, che Majo rappresenta sempre in modo molto efficace e in linea con lo stile corale di Boselli, conferendo ad ognuno personalità e riconoscibilità.
Kit contro Kit
Senza fare spoiler (considerato che l’immagine qui presentata è una delle prime diffuse) “I rangers di Finnegan” si qualifica prima di tutto per l’importanza che Kit Willer ha nella storia e per il suo rapporto con lo zio (padrino) Kit Carson. Una tavola bellissima – da manuale – tratta da una sequenza di ben 8 pagine in cui i due Kit si scontrano pesantemente e in cui Kit Willer fa valere la sua indipendenza. Una scena molto forte, su cui si potrebbe aprire più di un dibattito. Da parte mia mi limito ad osservare che, se da una parte si può notare come Kit Willer sia il pard che più spesso viene oscurato dall’imponente presenza del padre, dall’altra Kit non è Tex e proprio per questo può permettersi di fare cose che Tex, in quanto tale, non potrebbe. Nel tempo Kit ha già vissuto alcune avventure in cui il suo ruolo è di primo piano, ma certamente non lo abbiamo mai visto agire come in questa storia.
Il Tex di Mauro Boselli
Lo scontro tra i due Kit dell’albo “I rangers di Finnegan” è solo uno degli aspetti che evidenziano le grandi potenzialità narrative inesplorate di una serie che è arrivata a festeggiare i 70 anni di vita editoriale. Esplorare senza tradire il personaggio, ovviamente. E si sa, il confine a volte è sottile e le opinioni spesso discordanti. Io ho amato le grandi storie classiche di G.L. Bonelli e poi quelle di Nizzi, ma anche molte storie di Sergio Bonelli. E amo molto le storie corali e complesse di Mauro Boselli, un autore che, essendo stato assistente per anni di Gianluigi Bonelli, ha respirato e assorbito l’essenza del personaggio, tanto da potersi permettere di espanderne i confini narrativi in ambiti prima solo accennati o tra le righe (o, meglio, tra le vignette).
Majo, da Fullmoon Project a Dampyr
Mario Rossi ha esordito nel mondo del fumetto sul 3° albo della serie Fullmoon Project intitolato “Bambole” e pubblicato nel novembre del 1991. Una serie di 7 albi che si fece notare per l’ottima qualità di storie e disegni, realizzata da un gruppo di autori allora sconosciuti, il gruppo dei bresciani, poi divenuto Gruppo Hammer con la realizzazione dell’omonima miniserie di 13 albi per la Star Comics, recentemente ristampata dalla Mondadori Comics. Per Hammer, Majo fu l’autore dei disegni del primo numero “Doppia fuga” (giugno 1995) e di parte de “L’ultimo sogno”. Approdato alla Sergio Bonelli Editore verso la fine degli anni ’90, Majo viene arruolato nello staff di Dampyr dove collabora agli studi preparatori del personaggio e realizza i primi due numeri, “Il figlio del diavolo” e “La stirpe della notte”, pubblicati nell’aprile e maggio del 2000. Ancora oggi ne è una delle colonne portanti.
Il Tex di Majo
Durante l’incontro al Bonelli Point, Majo ha dichiarato di essersi ispirato per il suo Tex alle versioni di Giovanni Ticci e di Erio Nicolò. Modelli che, a prima vista, non ne hanno modificato lo stile di disegno, tosto e caratterizzato da un certa durezza, sempre presente sia nei volti, sia negli atteggiamenti. L’atmosfera è più luminosa di quella di Dampyr, grazie ad un minore uso del nero e ad un tratteggio meno serrato. Di Ticci rilevo la caratterizzazione forte degli indiani e la definizione dell’ambiente, di Nicolò la struttura fisica di Tex e Carson, nonché la precisione nei movimenti e nella gestualità dei personaggi. A questo proposito Majo ha dichiarato di avere necessità di ispirarsi a figure vere, che siano attori (come il James Coburn che caratterizza il personaggio di Milton Faver) o meno. Questo per riuscire a conferire maggiore realismo nelle espressioni e nella recitazione, cosa che ne “I ranger di Finnegan” è ben evidente.
Dopo il Texone dello scorso anno, disegnato da Stefano Andreucci, speciale in quanto dedicato al giovane Tex fuorilegge, anche quest’anno Boselli, insieme a Majo, ci regala un’altra storia che si farà ricordare.
Immagini © Sergio Bonelli Editore