PIEMONTE ARTE: CHIERI, GARDANCE, CASTELLAMONTE, OMEGNA, GAUDENZIO FERRARI, LANZARDO…

CHIERI: LO STREET ARTIST LABADANZKY AL FESTIVAL DEI BENI COMUNI PER CREARE ARTE DAGLI SCARTI ABBANDONATI NELLE EX FABBRICHE

L’artista urbano Labadanzky, street artist genovese diventato famoso a livello nazionale per le sue installazioni urbane, “giganti meccanici che dialogano ironicamente sui controsensi della condizione umana contemporanea”, è ospite al Festival Internazionale dei Beni Comuni-AREA, che si svolgerà a Chieri (To) da venerdì 29 giugno a domenica 1 luglio, dedicato ai temi della rigenerazione urbana e della partecipazione condivisa sul riutilizzo delle aree abbandonate (www.festivalbenicomuni.it). Labadanzky è arrivato a Chieri lunedì 18 giugno per realizzare un’opera site- specific e in linea con i temi del festival. Recupererà il materiale di scarto all’interno degli spazi abbandonati dell’area industriale dell’ex cotonificio Tabasso, bene oggetto e sede del Festival, per creare una monumentale installazione antropomorfa pop up (300x200x200 cm circa), in Pvc, appositamente pensata per ridare vita alla memoria di uno spazio abbandonato, ricco di storie, e per rimarcare l’urgenza di strategie intelligenti di recupero delle aree dismesse. Sempre sul filo dell’ironia come nello stile di Labadanzky. L’opera sarà posizionata nella città di Chieri per la durata del festival. Labadanzky, di Genova, è uno street artist che ama giocare con la sua identità. Non si fa quasi mai vedere, non fornisce dati personali o foto della sua persona. In molti frangenti lavora affiancato da alcuni collaboratori. Le sue opere iniziano a comparire nel 2011, quando le strade di Genova vengono invase da piccoli robot che, piazzati in punti strategici, sembrano osservare i passanti. Le produzioni di Labadanzky hanno svariati significati: si passa dal contrasto al controllo tecnologico delle vite, molti robot infatti sembrano sentinelle che monitorano l’essere umano quasi fossimo in una distopia fantascientifica, alla lotta al degrado, le installazioni spesso sono state realizzate in luoghi abbandonati, fino all’ecologismo. Tutte le creazioni sono costruite con materiale di recupero. Utensili dalle fattezze umane, androidi con telecamere al posto della testa, semafori con gambe e braccia cibernetiche, ragni che sembrano provenire dal futuro. Sono le sue creazioni che appaiono nelle strade e nei luoghi di maggiore frequentazione di alcune città.

 

TORINO: INAUGURAZIONE GARDANCE. 27 GIUGNO ORTO URBANO _ QUADRILATERO ROMANO TORINO

Mercoledì 27 giugno alle 18, in Piazza Emanuele Filiberto 9 a Torino, inaugura Gardance, il nuovo progetto a cura dell’Associazione Culturale Azimut. Gardance si inserisce all’interno di un piano di riqualificazione del quartiere, che affonda le sue radici nel 2014 con l’orto urbano “Cascina Quadrilatero”. Lo spirito che anima Gardance è quello di dare linfa al quartiere a partire dall’arte e a stretto contatto con gli abitanti. Per l’occasione il muretto di Piazza Emanuele Filiberto sarà la sede dell’intervento site specific di Federica Cardillo, che ha studiato per l’occasione un giardino di colori all’interno e intorno al quale si svolgeranno attività artistiche e culturali, musica e workshop. Con l’inaugurazione di Gardance gli illustratori di Sketch in the city disegneranno sulle proprie tavole la “jungla urbana”, un giardino colorato nel cuore della piazza. Tutti coloro che avranno piacere di unirsi a loro o di osservarli mentre lavorano sono invitati a partecipare a questo “flash mob” artistico. L’evento si articola infine con due importanti esposizioni all’esterno del Pastis e all’interno della Conserveria. Da un lato lo street artist HALO HALO decorerà le pareti del Pastis con un vero e proprio allestimento on the wall. Dall’altro all’interno della Conserveria verranno esposti alcuni dei nuovi lavori degli artisti di Azimut Young che hanno partecipato a IOESPONGO XX. Gardance ha come obiettivo quello di coinvolgere e far dialogare tra loro artisti e pubblico, in un progetto più ampio di riqualificazione del territorio a partire dall’arte, che prevede il coinvolgimento degli abitanti del quartiere sia in fase di progettazione sia in fase di realizzazione.

Testo a cura di Gloria Guerinoni

 

CASTELLAMONTE, 58^MOSTRA DELLA CERAMICA: C’E’ IL MANIFESTO

Il Comune di Castellamonte e il curatore della 58 a Mostra della Ceramica Giuseppe Bertero  sono lieti di annunciare la presentazione del manifesto della Mostra edizione 2018. Il manifesto è stato creato da Guglielmo Marthyn, valente artista, ceramista, grafico ed ex insegnante del Liceo Artistico Statale “Felice Faccio“ di questa Città, che generosamente continua  a prestare la sua preziosa opera di consulenza didattico-creativa e a suscitare la passione per la ceramica nei giovani studenti. L’immagine è tratta da una delle opere più viste e celebri del Museo del Louvre di Parigi, “Amore e Psiche” dello scultore neoclassico Antonio Canova. Guglielmo Marthyn ha felicemente interpretato il raffinato erotismo della scultura: le forme  anatomiche reali sono sublimate in un tenero abbraccio e ispirano una visione più spirituale che è magnificamente racchiusa nelle ali spiegate di Amore e nella faretra ai suoi piedi. Per analogia l’opera ci sembra suggerire che la fantasia delle forme e dei colori della ceramica  procedono sempre dal progetto mentale alla sua realizzazione  grazie all’ ingegno dell’artista, al virtuosismo del fuoco unito alla plasticità della terra, ma soprattutto grazie all’amore dei ceramisti per la ricerca di sempre nuove forme espressive. La Mostra si terrà dal 18 agosto al 2 settembre 2018 e avrà come appuntamento forte il concorso “ceramics in love…”. Hanno aderito all’iniziativa ben 135 artisti italiani e stranieri, con più di 150 opere. Attratti dallo stimolo che le più recenti tendenze artistiche sanno suscitare, hanno proposto sorprendenti manufatti che rivelano quanto  sappiano guardare lontano e siano capaci di individuare le sfide culturali che verranno. Un grande successo, tenuto conto che è la prima volta di un concorso abbinato alla mostra annuale della ceramica. Saranno presenti tutte le realtà della produzione ceramica di Castellamonte, nota per le sue stufe, di antica tradizione ed elegante valore estetico, via via attualizzate da un moderno disegn di sapore contemporaneo, insieme con  le numerose botteghe d’arte che portano avanti con tanta passione il fascino arcano dell’argilla quando incontra l’ardore dei forni e il fuoco della creatività… fino alle stranianti e suggestive  “ceramiche da indossare”, a cura del CNA. Sono confermati i punti espositivi pubblici che da sempre accompagnano il percorso ufficiale della mostra, Palazzo Botto, Centro Congressi Martinetti, Liceo Artistico Statale “Felice Faccio”, e quelli privati come luogo di confronto e di dialogo fra artisti e cultori dell’ arte ceramica, quali le “Cantiere delle arti-Casa Gallo” ,la ditta “La Castellamonte”, la “Casa Museo Allaria”, le  “Fornaci Museo Pagliero”.

 

MAESTRI AD OMEGNA

Prosegue alla galleria “Spriano” di Omegna (via Cattaneo 16) la rassegna “Tepore di primavere”, con opere dei maestri Ghitti, Manzoni e Staccioli. Franca Ghitti è nata a Erbanno (val Camonica, provincia di Brescia) il 16 agosto 1932. Conseguita la maturità artistica, ha studiato a Brera e nel 1957-58 ha frequentato, a Parigi, l’Académie de la Grande Chaumière. Ha inoltre seguito il corso di incisione diretto da Oskar Kokoschk a Salisburgo. Ha adattato alla sua singolare vocazione plastica altri schemi compositivi, nuove associazioni di immagini in una serie di bassorilievi scolpiti, nei quali figure e oggetti vari sono disposti in scatole lignee, come in certe edicole greche o romane, o negli stipiti delle chiese romaniche, nella pietra o nel marmo. Tavole e frammenti lignei di recupero, vecchi chiodi, fili di ferro. L’arte rupestre della val Camonica e il riutilizzo di materiali di scarto hanno improntato tutto il lavoro dell’artista camuna Franca Ghitti, che è scomparsa sei anni fa, nel 2012. Di Piero Manzoni non è necessario dire molto per la notorietà internazionale acquisita. Nato a Soncino il 3 luglio 1933 e morto a Milano il 6 febbraio 1963, ha frequentato per un breve periodo l’Accademia di Brera, interessandosi in particolare alle opere di Buzzi, Fontana, Klein e al Dadaismo di Duchamp e Man Ray. Nel 1956 ha iniziato ricerche sperimentali, creando gli “ominidi”, immagini antropomorfe con scritte. Dal 1957 al 1959 si è avvicinato alla Pittura Nucleare, firmando il manifesto “Per una scrittura organica” e fondando con Castellani la galleria Azimuth e l’omonima rivista. Le sue opere, molto vicine al Dada, anticipano l’Arte Povera. Assai note le sue scatolette di “merda d’artista” (presente in galleria il “multiplo”). Nel suo lavoro ha sempre utilizzato tecniche sperimentali e materiali insoliti: olio, catrame, gesso, caolino, cotone, polistirolo, paglia, plastica, pane, sassi e altri. Mauro Staccioli, nato a Volterra nel 1937 e morto recentemente, il 1 gennaio 2018, ha vissuto e lavorato a Milano. Nel 1964 ha partecipato a varie manifestazioni con lavori di pittura e incisioni, esponendo per la prima volta le sue sculture alla IX Quadriennale d’Arte di Roma. Sono seguiti numerosi interventi in gallerie private e ambienti pubblici, in cui prevale una lettura critica dello spazio. Si è interessato di problemi della ricerca e della sperimentazione dell’insegnamento artistico. Staccioli descriveva il proprio lavoro come un “intervento” in una situazione data; le forme da lui usate, benché visibilmente derivate dalla Minimal Art, sono determinate e subordinate al carattere del posto in cui devono essere collocate (in mostra due sculture in ferro e cemento degli anni settanta e ottanta del XX° secolo e alcuni disegni progettuali dello stesso periodo). In galleria continua inoltre contemporaneamente la rassegna di opere scelte dei maestri in permanenza, a partire dagli artisti Antonio Calderara e Galliano Mazzon, particolarmente legati per scelte artistiche e amicizia personale a Silvio Spriano, titolare dello spazio espositivo e storico gallerista ed operatore culturale della Provincia del Verbano Cusio Ossola. Obiettivo della galleria è, da sempre, il superamento del tradizionale figurativismo e l’affermazione di un’arte che sia anzitutto espressione della sensibilità e della personalità dell’artista, espressione che trova la sua affermazione, in particolare, nell’arte astratta; dal Movimento Arte Concreta all’Informale e all’Arte Povera.

Enzo De Paoli

 

GAUDENZIO FERRARI, LA MOSTRA CHIUDE CON VIVALDI

Ultimi giorni per la grande mostra su Gaudenzio Ferrari, che proseguirà solo nella sede di Varallo fino al 16 settembre. Quella su Gaudenzio Ferrari è sicuramente una delle mostre più rigorose e interessanti tra quelle che stanno costellando il Bel Paese. In primo luogo per l’importanza del protagonista, Gaudenzio, eccellente maestro del Rinascimento piemontese. Ma anche per la suggestione e l’interesse degli itinerari che, intorno all’artista, si sviluppano a partire dalle tre sedi della grande esposizione, a Varallo, Vercelli e Novara. Ma, come tutte le cose, anche le più belle, finiscono. Così anche su “Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari”, il primo luglio calerà il sipario. Ma, mentre la chiusura nelle sedi di Vercelli e Novara sarà definitiva, per la terza sede –  Varallo Sesia –  si tratterà solamente di un intervallo. La mostra allestita nella Pinacoteca varallese osserverà, infatti, solo un fermo dal 2 al 6 luglio per un parziale riallestimento. Salvo aprire subito dopo e restare aperta sino al 16 settembre. Nella stessa città, resta ovviamente visitabile il percorso gaudenziano al Sacro Monte. Per questo gran finale, Abbonamento Musei (l’organizzazione cui l’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte ha affidato l’organizzazione della mostra) ha deciso di offrire a residenti e turisti una speciale Promozione Ultimo Weekend che riguarderà le due sedi per le quali la chiusura è definitiva, ovvero Novara e Vercelli. In queste sedi, nelle giornate di sabato 30 e domenica 1 luglio, la mostra potrà essere ammirata, da chi non l’ha già fatto o vuole rivedere i capolavori ancora riuniti, con un ingresso ridotto a soli 4€. A Vercelli inoltre, a salutare le opere di Gaudenzio che l’indomani torneranno alle loro sedi, alle 21 il 1 luglio davanti all’Arca ci sarà il concerto dell’Orchestra Camerata Ducale. Per rendere omaggio al grande genio dell’arte ed ai suoi capolavori sarà un genio della musica, Antonio Vivaldi, con il suo capolavoro, Le quattro Stagioni. A offrire un grandioso incontro tra titani. Davvero imperdibile.

 

TORINO: CONVEGNO “LE RELAZIONI CULTURALI TRA TORINO E BANGKOK”

Giovedì ore 17, Accademia Albertina

Partecipano

S.E. Renzo Rosso, già Consigliere all’Ambasciata di Bangkok

Professor Fiorenzo Alfieri, Presidente dell’Accademia Albertina di Belle Arti

Partecipano e intervengono

Dottor Paolo Piazzardi, già addetto culturale a Bangkok

“Torino e Bangkok nella storia: così lontane, così vicine”

Professoressa Adriana Lo Faro, docente e scrittrice

“Alberto Nazzari: da Torino un musicista alla corte del Re del Siam”

Architetto Francesca Filippi

“Ingegneri, architetti e artisti alla corte del Siam”

Dottoressa Irma Piovano, Presidente AIT – Asia institute for Research and Pubblications:

“30 anni di relazioni tra il Cesmeo e la Thailandia”

INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI

 

TORINO, DARIO LANZARDO: L’ARCHIVIO STORICO PRESENTA UN LIBRO E UNA MOSTRA

Presentazione del testo ‘Il racconto fotografico di Dario Lanzardo’ a cura di Liliana Lanzardo e inaugurazione della mostra ‘Torino e i suoi fiumi nell’obiettivo di Dario Lanzardo’.

Giovedì 29 giugno 2018 – ore 18 – Archivio Storico della Città, via Barbaroux 32

Ingresso libero fino ad esaurimento posti

Intervengono: Fiorenzo Alfieri, Manfredi Di Nardo, Bruno Gambarotta e Liliana Lanzardo

Dario Lanzardo (La Spezia, 1934 – Torino, 2011) ha vissuto molte vite in una: è stato marittimo, ferroviere, fotoreporter, intellettuale, giornalista e saggista. Alla sua morte, Lanzardo, ha lasciato un testo incompiuto dal titolo Il racconto fotografico che  avrebbe voluto rivedere e riorganizzare alla luce delle sue ultime immagini inserendo anche citazioni letterarie e riferimenti autobiografici legati in particolare alla sua infanzia. Il lavoro di integrazione è stato realizzato, successivamente, da Liliana Lanzardo che ha inserito nelle parti mancanti alcuni testi, recensioni e ricordi. Un ottimo risultato che oltre a mettere in luce il pensiero e la poetica dell’opera del protagonista ne danno un carattere unitario. La mostra ‘Torino e i suoi fiumi nell’obiettivo di Dario Lanzardo’ è la narrazione di un percorso compiuto dallo stesso Lanzardo sui fiumi della città. Le oltre 60 immagini che si potranno ammirare in esposizione creano un vero e proprio viaggio alla scoperta della Torino sull’acqua: si parte dal Po, dal ponte di Sassi al ponte Isabella per arrivare a Moncalieri e al Sangone. Ci sono la Dora, dal parco della Pellerina alla confluenza con il Po e la Stura da Venaria Reale alla confluenza con il Po. Nel rapportarsi al fiume, la città di Torino dà forma e vita a una relazione più complessa con la natura: palazzi, ponti, sponde e parchi offrono un modello di metropoli a misura d’uomo. A partire dal 2 luglio la mostra sarà visitabile dalle 8.30 alle 16.30 dal lunedì al venerdì. Eventuali aperture straordinarie saranno comunicate sul sito www.comune.torino.it/archiviostorico.

 

TORINO, BIBLIOTECA CIVICA: FRANKENSTEIN, TRA SCIEZA E FOLLIA

In occasione dei 200 anni dalla pubblicazione di Frankenstein di Mary Shelley, giovedì 28 alla Biblioteca Civica Centrale, Massimo Centini racconterà il legame che intercorre tra scienza e follia. Ripercorrendo la genesi del romanzo, l’antropologo mostrerà alcuni aspetti riguardanti il ruolo simbolico di fatti e personaggi che rendono il libro della Shelley un capolavoro in grado di parlare ancora ai giorni nostri. L’incontro si basa sul libro “Frankenstein. La scienza e la follia. Uomini e mostri tra scienza e mito” (Yume Edizioni). L’appuntamento è per giovedì 28 alle 18.00 alla Biblioteca Civica Centrale di via della Cittadella 5, Torino. E’ tassativamente obbligatoria la prenotazione all’indirizzo info@yumebook.it

 

 

 

EN PLEIN AIR ALLA REGGIA DI VENARIA REALE

I servizi didattici Coopculture propongono un nuovo appuntamento estivo con gli insegnanti della Scuola di Pittura della Pinacoteca Albertina.

giovedì 05 e 12 luglio 2018, dalle 10.30 alle 17.00.                 

Reggia di Venaria Reale

corso rivolto a tutti, anche ai principianti assoluti, dai 18 anni in su.

Un’intera giornata en plein air nei Giardini della Reggia di Venaria Reale in compagnia degli insegnanti della Scuola di Pittura della Pinacoteca Albertina, dedicandosi al disegno e alla pittura di paesaggio immersi nella natura.

TECNICA: tecnica a scelta tra il disegno, l’acquerello e la possibilità di eseguire piccoli elaborati con la pittura ad olio.

COSTO (13 ore): 75 euro (Abbonati Musei) – 85 euro (non Abbonati), biglietto Reggia+Giardini incluso.

ISCRIZIONE ENTRO: lunedì 02/07/18

La linea dedicata GTT Venaria Express è un servizio di Navetta che collega il centro di Torino e la stazione di Porta Susa con la Reggia di Venaria e il Parco La Mandria. Il biglietto nei giorni feriali costa 1,70 euro a corsa. Consulta gli orari al link http://www.gtt.to.it/cms/turismo/1932-venaria-express-il-bus-per-la-reggia-di-venaria-e-il-parco-della-mandria  Per informazioni e prenotazioni: pinacoteca.albertina@coopculture.it

www.pinacotecalbertina.it

Tel: +39 011 0897370

 

M.A.O., CONFERENZA “ARTE IMPERIALE IRANICA TRA CONTINUITÀ E INNOVAZIONE”

In occasione della mostra ORIENTI – 7000 anni di arte asiatica dal Museo delle Civiltà di Roma

28 giugno 2018, ore 18,

ARTE IMPERIALE IRANICA

TRA CONTINUITÀ E INNOVAZIONE

Conferenza di Paola Piacentini

MAO Museo d’Arte Orientale

Via San Domenico 11, Torino

Per tutta la durata della mostra, un ricco susseguirsi di eventi consentirà al pubblico di immergersi totalmente nella mostra ORIENTI e di approfondirne i temi. Giovedì 28 giugno alle ore 18 Paola Piacentini, curatore del settore Vicino e Medio Oriente antico del Museo delle Civiltà, farà conoscere al pubblico del MAO Museo d’Arte Orientale l’Arte imperiale iranica. Sviluppatasi dal VI secolo a.C. al VII secolo d.C., con Achemenidi, Parti e Sasanidi, sarà illustrata dalle testimonianze maestose offerte dall’arte rupestre e da suppellettili in metallo, ceramiche, sculture, gioielli e ornamenti. L’arte figurativa testimonia, nel rilievo come nelle arti suntuarie, l’originalità della produzione achemenide, a carattere multietnico, in cui la cultura iranica più antica si associa a quella delle steppe eurasiatiche e dei popoli dell’impero senza ignorare, tuttavia, anche il contributo dell’Occidente greco. La penetrazione di Alessandro Magno in Oriente prima e la costituzione dell’impero Seleucide poi, portarono ad una rinnovata diffusione della cultura e dell’arte greca in Oriente. Questi fenomeni continuarono con i Parti Arsacidi, originari delle steppe eurasiatiche, artefici dell’impero esteso dalla seconda metà del III secolo a.C. al primo quarto del III secolo d.C. dalla Mesopotamia alle frontiere dell’India. L’arte del periodo riflette, secondo tempi e modi distintivi, l’esito dell’incontro di culture tra Oriente e Occidente mentre l’impero è attraversato dalla “Via della Seta” che sviluppa anche sul piano culturale i rapporti tra il Mediterraneo romano, l’Oceano Indiano e la Cina. Nel III secolo d.C. i Sasanidi, fondarono l’ultimo grande impero dell’Iran antico, crollato nel VII sec. d.C. sotto l’urto dell’Islam arabo. L’arte del periodo illustra aspetti di continuità con il più antico mondo vicino e medio orientale, di contatti con Roma prima e Bisanzio poi e con l’Estremo Oriente. Rilievi, argenti, tessuti e apparati decorativi celebrano la regalità. Il carattere universale del repertorio concettuale e formale sasanide è testimoniato dalla forza di irradiazione che formule iconografiche e stilemi decorativi conosceranno contribuendo sensibilmente, dal tardoantico all’età barocca, anche alla formazione del moderno gusto occidentale.

 

Ingresso gratuito alla conferenza fino esaurimento posti disponibili.

 

#HANGARXFO.TO, RIFLESSIONI SUL FOTOGRAFICO CONTEMPORANEO

GIOVEDÍ 28 giugno, da CSA Farm Gallery in Via Vanchiglia, 36 – Torino

inaugurazione ore 18- 22 di due mostre fotografiche:

GRAN TOUR CONTEMPORANEO | Ricordi a peso.

Site specific di Pierluigi MANZONE

STILL LIFE | Fotografie di Paolo MINIONI

#HangarXFo.To, riflessioni sul fotografico contemporaneo

fra antichi e nuovi linguaggi, autori e collezionismo.

a cura di Daniela Giordi

29 giugno – 21 luglio

dal martedì al sabato, ore 16:00 – 19:30

Chiuso il lunedì e festivi su appuntamento

ingresso gratuito