LIRICA: GRANDI VOCI PIEMONTESI a cura di Edoardo Ferrati
CAMPORA Giuseppe, Tenore
Tortona (AL), 3 settembre 1923; ivi, 9 dicembre 2004
Artista riservato, lontano dal cosiddetto star system, gradevole presenza scenica, totalmente dedicato alla famiglia. Bella voce di lirico spinto, raggiunse il vertice della carriera negli anni Sessanta del secolo scorso. Esordì a Bari nel 1949 (Rodolfo, Bohème) con la classica sostituzione all’ultimo di un collega indisposto. Ebbe un’apprezzabile carriera internazionale che si sviluppò in prevalenza negli Stati Uniti. Stupisce davvero il fatto che il suo nome non venga collocato tra i più famosi tenori dell’epoca: la concorrenza all’epoca era agguerrita con le presenze i Di Stefano, Del Monaco, Vickers, Vinay, il primo Domingo, Bergonzi, Corelli, Kraus. Ammirato da Toscanini che nel 1951 segnalò alla Scala il tenore tortonese per Adriana Lecouvreur con Renata Tebaldi, artista di cui fu partner in più occasioni, a partire dalla a Madama Butterfly di Rio de Janeiro nel 1954.
Protagonista di un centinaio di recite al Metropolitan di New York di cui si rammenta una Lucia di Lammermoor con Maria Callas (1956). Primo interprete delle opere Uragano di Rocca alla Scala (1952) e de I pescatori di Jacopo Napoli al San Carlo di Napoli (1954). Prestò la voce a Radames nel film Aida (1951) con protagonista Sophia Loren doppiata nel canto dalla Tebaldi. Oltre ai principali ruoli tenorili, cantò anche titoli rari come Beatrice di Tenda di Bellini o Caterina Cornaro di Donizetti. Voce seducente, ricca di armonici e fluida nel colore del fraseggio e dei fiati. Le spoglie di Campora riposano nella tomba di famiglia a Mazzone Rabattone (AL).
COSSOTTO Fiorenza, mezzosoprano
Crescentino (VC), 23 aprile 1935
Dopo il diploma al Conservatorio di Torino, partecipò al concorso per la scuola di canto alla Scala che vinse. Esordì proprio nel teatro milanese (26 dicembre 1956) ne L’angelo di fuoco di Prokof’ev. Il teatro alla Scala è stato per la Cossotto luogo e momento determinante della sua carriera: raramente un teatro è stato decisivo nel destino di un’artista., luogo di partenza anziché di arrivo, un miraggio raggiunto. Nata dentro la Scala fin dall’inizio venne impegnata per un triennio in una lunga serie di ruoli minori. La fama esplose nel 1958 al festival inglese di Wexford con il ruolo di Giovanna Seymour nell’Anna Bolena di Donizetti cui seguì al Covent Garden di Londra il ruolo di Neris nella Medea di Cherubini con la Callas. Per trent’anni ospite della Scala, ha agito sulle scene dei più importanti teatri del mondo tra cu il Metropolitan dove ha cantato per venti stagioni consecutive.
Seppur votata ai grandi ruoli del melodramma ottocentesco, non ha trascurato, soprattutto nella prima fase del suo percorso artistico, il repertorio del Settecento e primo Ottocento, ma anche il repertorio contemporaneo.
La cantante piemontese occupa un posto di primo piano nel ristretto gruppo dei grandi mezzosoprani per i mezzi vocali di assoluto prim’ordine, caratterizzati da notevole bellezza sonora timbricamente lucente, squillante, soprattutto nel robusto colore del registro medio-alto, mentre quello grave appare piuttosto il frutto di un attento e scrupoloso studio. Per nostra fortuna la Cossotto ha lasciato una folta discografia (realizzata nel 1956/87) di 35 titoli: tutti i ruoli mezzosopranili di Verdi, noti ai musicofili di tutto il mondo, Laura (Gioconda), Adalgisa (Norma), Marfa (Chovanscina di Musorgskij), Dalila, Carmen. Leonora (La Favorita).
(5. continua)