Chieri: “Più vigili in borghese per capire meglio i disagi della gente”

Più vigili in borghese per capire meglio i  disagi che i cittadini segnalano. Chieri, come altre città, potenzia questo genere di servizio per restituire quella sicurezza di cui la gente sente sempre più la mancanza. “Facciamo quello che i nostri attuali organici ci permettono di fare – dice l’assessore alla polizia municipale Massimo Gaspardo Moro – e confermo che stiamo cercando di fare di più, assumendo altri 4-5 vigili. Fare servizi in borghese è l’unico modo per osservare davvero la situazione: se un agente in divisa si piazza vicino ad un semaforo, è difficile che l’automobilista indisciplinato passi con il rosso. Ma se la pattuglia si mette nello stesso posto su un’auto non riconoscibile e osserva, avremo un dato reale su quanti passano con il rosso in quel punto e in quelle ore, e potremo organizzare il servizio

Massimo Gaspardo Moro

in modo da sanzionarli.”

“I servizi in borghese che facciamo – spiega Giuseppe Ippolito, luogotenente della Polizia Municipale di Chieri – rientrano nei normali compiti di ufficio. Ci permettono non di reprimere illeciti, ma di capire se certe segnalazioni arrivate dai cittadini  sono davvero rilevanti, e in quale misura lo sono. E’ un metodo che usiamo soprattutto per capire i comportamenti scorretti di smaltimento dei rifiuti e l’uso improprio del cellulare mentre si è alla guida. Se mi metto in divisa vicino al municipio a fermare gli automobilisti, difficilmente qualcuno si fa beccare mentre è al cellulare. Eppure, le statistiche degli incidenti che rileviamo dicono chiaramente che una delle cause più frequenti è proprio l’uso del cellulare mentre si è al volante…”

“Nel lavoro della polizia municipale – conclude l’assessore Gaspardo Moro – è fondamentale la collaborazione dei cittadini. Senza le loro segnalazioni, molte cose ci sfuggirebbero: se chi abita in Via Vittorio nota che spesso di notte si svolgono le corse con i motorini, ce lo deve segnalare. Noi non siamo lì di notte, ma i cittadini che ci abitano sì.”

 

Gianni Giacone