VENARIA REALE: CAPOLAVORI DELLA LIUTERIA IN MOSTRA
Ultime due settimane per visitare la piccola, ma affascinante mostra Preziosi strumenti. Illustri personaggi allestita alla Reggia di Venaria (sala dei Paggi) e curata da Giovanni Accornero, uno dei maggiori esperti europei di liuteria. Trenta strumenti di fattura e valore eccelsi che hanno visto la luce grazie al talento e all’esperienza di molteplici soggetti come falegnami, ebanisti, laccatori, esperti di fisica acustica e di conoscenza tecnica. Oggetti che conciliano l’uso pratico con il valore estetico. Il visitatore guarda, ammira estasiato e ascolta. I capolavori esposti sono legati a nomi di grandi virtuosi-compositori, di appassionati dell’aristocrazia e di importanti mecenati firmati da Stradivari, Guarnieri, Amati, Guadagnini, Vinaccia, Fabbricatore, Battaglia, Torres, Hauser, nomi tra i più famosi della liuteria europea tra ‘600 e ‘700. Strumenti suonati e appartenuti a compositori-virtuosi quali Gaetano Pugnani e .Niccolò Paganini, Mauro Giuliani.
Tra i pezzi più preziosi lo strepitoso Guarnieri “del Gesù” appartenuto a Paganini. La mostra costituisce anche un’occasione per riflettere sul ruolo della musica nell’ambito delle corti europee: un fenomeno non solo aristocratico, ma anche sociale, non semplice intrattenimento e ascolto passivo. Il possedere uno strumento di grande pregio non era solo prerogativa dei compositori, ma un’esigenza non trascurabile per facoltosi dilettanti (termine non negativo)) che dedicavano parte del loro tempo ad un’attività e non inferiori alle competenze dei professionisti più affermati.
Sono in vetrina strumenti realizzati per personaggi storici quali le lire-chitarre di Maria Teresa di Borbone, figlia di Luigi XVI° e della duchessa Maria Cristina di Borbone. La chitarra a cinque ordini costruita da Leonhard Pratter per le nozze dell’imperatore Leopoldo II° d’Asburgo con Eleonora di Neuburg (1678), il salterio con custodia a lacca policroma del fiorentino Berti per la principessa Maria Teresa Strozzi (1724).
Due pezzi valgono la visita alla mostra perché legati a Torino: la chitarra di Carlo Guadagnini del 1814 suonata da Francesco Molino il cui retro reca un’immagine di piazza Vittorio per il ritorno del re con la Restaurazione e il violino di Giuseppe Guarnieri (1732) suonato per tanti anni da Gaetano Pugnani al teatro Regio e nella cappella privata del re di Sardegna, Due figure leggendarie sono legate ad altrettante chitarre firmate da Santos Hernandez de Torres per il virtuoso di flamenco Ramon Montoya e da Hermann Hauser usata da Andres Segovia, protagonista della rinascita della letteratura chitarristica nel secolo solo scorso. Inoltre la chitarra del cantante Lorenzo Pagous immortalato nell’atto di suonarla (1869) dall’amico e pittore Edgar Degas (pastello Ballerine, Museo d’Orsay di Parigi). Altri capolavori: la chitarra del napoletano Gennaro Fabbricatore, l’arpa di Hermann Niedermann, fornitore della regina Maria Antonietta, presente nella raccolta della marchesa Cristina Morozzo, madre di Massimo D’Azeglio e la ghironda “pour enfant” di Pierre Louvet per uno dei figli del conte de Fontany,
Chiude il percorso della mostra, che si sviluppa in otto sezioni, la chitarra a cinque ordini di Fedele Bernia (1740) appartenuta al doge di Venezia Giovanni Alvise IV° Mocenigo, Da non trascurare la sezione dedicata ad Antonio de Torres, il più grande liutaio spagnolo, colui che contribuì a modificare in maniera definitiva le dimensioni, la forma, il progetto e la tecnica costruttiva della moderna chitarra classica: suo è il meraviglioso strumento suonato da Federico Cano, morto nel 1904. Una sfilata di capolavori, semplicemente capolavori che possono competere senza timori con una scultura di Cellini o un dipinto del Tiepolo.
Edoardo Ferrati