Asti- Giovanni Impastato al Convegno organizzato dalla Cgil “Il paradosso della legalità: immigrazione, accoglienza e sicurezza”
Ha suscitato il grande interesse dei ragazzi delle scuole superiori la presenza di Giovanni Impastato al convegno organizzato dalla Cgil Asti sulla legalità e l’immigrazione questa mattina all’Università di Asti.
Nell’Aula Magna dell’UniAstiss gremita dagli studenti astigiani, si è parlato di legalità, di diritti umani e di migrazioni alla presenza dell’assessora regionale Monica Cerutti, dell’avvocato Maurizio Lamatina, di Mamadou Seck della Fiom Cgil, di Claudio Stacchini, segreteria Cgil e di Giovanni Impastato, scrittore, fratello di Peppino Impastato, attivista e vittima di mafia.
I giovani presenti in sala sono rimasti colpiti dalla storia di Peppino Impastato, che solo alcuni conoscevano per via del film “I cento passi”. Le domande al fratello Giovanni sono state molte e le curiosità sulla loro storia familiare e sul loro percorso anti-mafia, molto interessate. Le risposte accompagnate da lunghi applausi.
Giovanni Impastato, nonostante la giornata non fosse incentrata sul tema specifico della mafia, non si è sottratto e ha raccontato con molta passione e spesso con un po’ di emozione, la figura di Peppino e della madre Felicia, sposata con un mafioso che non ha esitato a diventare complice di quel figlio che venne definito “Cavallo pazzo” per le sue prese di posizione contro la mafia e contro la sua stessa famiglia. La lunga lotta per arrivare alla verità e per far condannare i mandanti dell’omicidio di Peppino Impastato, camuffato da attentato terroristico, sono stati la missione di quella madre e di questo fratello. E l’impegno di Giovanni Impastato continua ancora.
Quei cento passi tra la nostra casa e quella di Tano Badalamenti sono stati colmati con delle “pietre d’inciampo”, sul modello di quelle che ricordano le vittime dell’Olocausto, con messaggi positivi di chi ha combattuto la mafia, ma anche di poeti e di scrittori – ha raccontato Giovanni Impastato – La nostra casa è stata donata alla comunità ed è diventata “Casa Memoria”. La sua porta è sempre aperta e chi viene a Cinisi a visitarla può toccare con mano la storia di Peppino. La casa di Badalamenti è stata invece requisita dallo Stato e la nostra associazione “Oltre i cento passi” è riuscita a farsela assegnare. Ora, in quella casa dove sono state decise stragi e forse anche l’omicidio di Peppino, c’è una biblioteca, un centro studi aperto a tutti”.
Forse quei cento passi sono diventati uno spazio più breve per raggiungere la legalità e il rispetto della vita umana. E forse anche i ragazzi astigiani hanno vissuto, questa mattina, una testimonianza importante per la loro crescita di futuri cittadini.
Carmela Pagnotta