Raccolta differenziata dei rifiuti: il Consorzio del Chierese all’80,2%, primo in Piemonte
Per la prima volta, la Regione Piemonte pubblica i dati annuali sulla raccolta dei rifiuti piemontesi facendo riferimento alla nuova disciplina statale emanata col decreto ministeriale del 26 maggio 2016. Secondo quanto stabilito, ai fini del calcolo percentuale della produzione dei rifiuti differenziati, occorre da quest’anno contemplare nuove tipologie di materiali che fino allo scorso anno non venivano computati, quali: rifiuti avviati al compostaggio domestico (purché tale attività sia disciplinata dal comune di riferimento, e con un limite massimo pro capite di 120 kg), i rifiuti assimilati ai rifiuti urbani (quali ad esempio quelli prodotti da supermercati, attività commerciali ed esercenti), i rifiuti da costruzione e demolizione (con un limite di 15 kg pro capite), i rifiuti da spazzamento stradale avviati a recupero, e infine le raccolte selettive minori quali, pile esauste, farmaci scaduti, olii, vernici e toner. L’introduzione delle nuove tipologie di raccolte hanno inciso per il 6,7% (pari a circa 83.000 tonnellate) sul totale dei rifiuti differenziati raccolti in Piemonte. Di conseguenza, si valuta che, a livello regionale, l’applicazione del nuovo metodo di calcolo abbia portato a un aumento della percentuale della raccolta differenziata di 3-4 punti, rendendo pertanto impreciso un raffronto tra i dati del 2017 con quelli del 2016. Per un confronto veritiero sull’andamento annuale dei dati sulla raccolta dei rifiuti urbani rispetto al passato, occorrerà quindi attendere i dati del 2018. Se in base a quanto premesso anche il valore della produzione totale dei rifiuti per abitante è comprensibilmente aumentato rispetto allo scorso anno, passando da 458 kg/ab a 475 kg/ab, è da notare il sensibile decremento dei rifiuti avviati allo smaltimento (discarica), i quali, con un dato che si attesta sui 192 kg/ab registrano un decremento del 6,1% (stimabile al 2,3% secondo il vecchio metodo di conteggio). Il totale della raccolta differenziata per il 2017 si attesta al 59, 6% del totale; un dato in apparente miglioramento rispetto a quello dello scorso anno: 55,2% secondo il vecchio metodo di conteggio. L’obiettivo del raggiungimento del 65% previsto dal piano regionale rifiuti viene superato da tutte le realtà provinciali, ad esclusione dei consorzi del bacino alessandrino e di parte di quelli del torinese; questo ultimo, incidendo per metà sulla densità demografica piemontese, contribuisce ad abbassare il dato medio sotto la soglia obiettivo. Spiccano tra i tanti il risultato eccellente del Consorzio del Chierese, con una percentuale di raccolta differenziata del 80,2%, e del Consorzio del Basso Novarese, col 71,4%; ancora un risultato negativo, invece, per il Consorzio della Città di Torino, fermo al 44,7%.
È importante che la lettura di questi dati venga effettuata in riferimento agli obiettivi posti dal Piano regionale rifiuti, approvato nell’aprile del 2016, che prevedono, entro il 2020 di:
portare la produzione totale di rifiuti al di sotto dei 455 kg per abitante;
portare la raccolta differenziata al 65%;
portare la produzione di rifiuti indifferenziati da smaltire in discarica a 159 kg per abitante.
Tali parametri rispondono ai principi di prevenzione della produzione dei rifiuti, preparazione delle singole tipologie di rifiuto al riutilizzo, promozione del riciclaggio, nonché favorire il recupero energetico a discapito dello smaltimento in discarica. Per queste ragioni è fondamentale che vengano tutti raggiunti da ogni realtà corsortile; obiettivo ad oggi raggiunto da 4 consorzi su 21.
“Questi primi dati fotografano lo stato attuale della produzione dei rifiuti solidi urbani piemontesi dopo l’approvazione della nuova legge regionale – afferma l’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia – Ora il Piemonte ha tutti gli strumenti utili per alzare sensibilmente la raccolta differenziata sul proprio territorio: il piano regionale, la nuova legge sulla governance e la fotografia al 2017 su cui lavorare per migliorasi. Benché i dati generali sulle province piemontesi registrino una crescita della raccolta differenziata, soprattutto realtà come quella di Torino incidono troppo sul livello di performance generale. Occorre pertanto che queste aree mettano in campo un lavoro importante di adeguamento agli obiettivi del piano regionale rifiuti ”.