CRONACA – Torino, articoli pericolosi e manganelli stipati nel magazzino abusivo

500.000 articoli falsi o potenzialmente pericolosi per un valore di oltre un milione di euro. A tanto ammonta il sequestro effettuato, nei giorni scorsi, dalla Guardia di Finanza di Torino altermine di un’indagine condotta dal personale della Tenenza di Bardonecchia. I Finanzieri hanno individuato l’ingente quantitativo di merce, peraltro appena arrivato in Italia dalla Cina, in un deposito ubicato nel quartiere di Porta Palazzo a Torino gestito da una cittadina di origine cinese. Nel corso delle perquisizioni, i Finanzieri hanno rinvenuto articoli sanitari con marchio contraffatto, giocattoli potenzialmente pericolosi e torce elettriche che, all’occorrenza, si possono trasformare in veri e propri manganelli telescopici ma la cui vendita e detenzione è appositamente disciplinata dalla normativa sulle armi.Come detto, oltre 500.000 gli articoli sequestrati che, all’esame degli inquirenti, sono risultati irregolari perchĂ© potenzialmente pericolosi o non conformi alla normativa. Gli stessi, infatti,importati direttamente dalla Cina, venivano venduti senza alcuna indicazione circa la denominazione legale o merceologica, i dati dell’importatore, la presenza di materiali o sostanze pericolose e le modalitĂ  di smaltimento, con evidenti rischi per la sicurezza degli ignari consumatori. Carente ed improvvisato anche lo stoccaggio del materiale custodito nel deposito clandestino peraltro ricavato “artigianalmente” sopra un soppalco e dove gli stessi Finanzieri hanno avuto non poche difficoltĂ  ad operare per via dell’ingente quantitĂ  di materiale stipata all’interno dello stesso. L’imprenditrice è stata denunciata alla Procura della Repubblica torinese per frode in commercio, vendita di prodotti contraffatti, ricettazione e vendita illecita di armi bianche. Oltre un milione di euro, come detto, il valore della merce cautelata.E’ bene sempre ricordare che, a tutela del consumatore, l’assenza dell’indicazione di un importatore o mandatario con sede all’interno della ComunitĂ  Europea, comporta, di fatto,l’impossibilitĂ  di ricostruire la filiera di approvvigionamento della merce ed, in ultimo, diverificare che il fabbricante abbia predisposto la documentazione tecnica comprovante la conformitĂ  del prodotto stesso con le normative armonizzate comunitarie e nazionali.